I simboli in psicologia. Il lago come rappresentazione dell’inconscio
“Il lago, a differenza del mare, simbolo della nascita, proprio per la sua forma concava e contenitiva rimanda ad un senso di accoglienza e di protezione umida e ricettiva, un grembo materno, luogo in cui ritirarsi per riacquistare le forze e riemergere risanati”.
Il lago è un luogo molto particolare che stimola l’introspezione, la quiete e in alcuni casi, come nel caso del Lago di Pergusa, in Sicilia, stimola la fantasia e la creatività degli scrittori.
Il Lago di Pergusa è molto noto in quanto strettamente legato al “mito di Proserpina”, la divina Persefone dei Greci.
La leggenda narra di Persefone, figlia di Demetra, che, mentre raccoglieva fiori nei pressi del Lago, fu rapita dal dio degli Inferi, Ade, e fatta sua sposa. Demetra la cercò in lungo e largo per nove giorni; la dea della Fertilità trascurò così il suo dovere e le messi cominciarono a venir meno. Il decimo giorno, Zeus, preoccupato per la carestia cui poteva essere soggetto il genere umano, fece svelare a Demetra il luogo dove l’amata figlia era stata violentemente trascinata. In seguito alle disperate suppliche della madre, il padre degli dei acconsentì che madre e figlia potessero vivere insieme, ma solo per un periodo dell’anno. Demetra accettò la decisione, ma anche lei emanò una sentenza: quando il suo sguardo fosse stato lontano dall’amata figlia, il sorriso avesse abbandonato le sue labbra e la tristezza riempito il suo cuore, allora la stessa sorte sarebbe toccata alla terra, dando così origine all’autunno ed all’inverno; con il ritorno di Persefone, invece, anche la terra avrebbe esultato della sua presenza, la vegetazione e la fertilità sarebbero riapparsi, sarebbero sbocciati così i fiori, gli uccelli sarebbero tornati ai loro nidi, gli alberi avrebbero dato i loro frutti e gli uomini avrebbero giovato di tale ricchezza, dando origine, in tal modo, alla primavera e all’estate.