Il tradimento nella coppia. Cosa ti spinge nelle mani dell’altro?
A chiunque, nella propria vita, sarà capitato almeno una volta di sentirsi traditi, da amici, partner, genitori, colleghi di lavoro, dal proprio corpo o dalla propria vita. La sensazione di sentirsi traditi ci priva, in malo modo, della ovattata sensazione si sentirsi al sicuro, almeno in quel contesto, grazie alla profonda sensazione di fiducia che lega se stessi “all’altro”.
Dunque ci ritroviamo a scoprire maldicenze dette dal nostro più caro amico, o un proprio genitore che tradisce le nostre aspettative, o il nostro corpo che tradisce, con un tumore, la fiducia di una vita sana e duratura, e infine il nostro partner, l’amore della nostra vita, che tradisce il “noi”, la coppia, inserendo un terzo elemento alieno ed estraneo. Parlare di tradimento aprirebbe, dunque, una vastità di argomenti, che includono anche le aspettative che noi abbiamo del mondo e della vita in quanto tale, ma in questa sede approfondiremo il tradimento all’interno del contesto di coppia, nello specifico su quali possano essere le motivazioni che spingono una persona a tradire il proprio o la propria compagna di vita. Per fare questo però, il lettore deve privarsi, per un momento, del giudizio rabbioso verso chi commette il tradimento, sottolineando che analizzarne le motivazioni non implica giustificare il tradimento stesso.
Il tradimento nella coppia, possiamo principalmente trovarlo nel “traditore seriale”, ossia colui o colei che ricerca una relazione stabile ma che, successivamente condurrà parallelamente avventure sessuali con altre persone. Generalmente, queste tipologie di persone sono profondamente insicure, e ricercano nelle “rassicurazioni” di tanti/e partner sessuali il “giusto” feedback alla propria autostima. Ci ritroviamo, dunque, in persone con un’organizzazione di personalità prevalentemente borderline (per un maggior approfondimento si rimanda agli articoli Organizzazione Borderline di Personalità – Alla ricerca di un legame d’amore), il più delle volte con tratti narcisistici, incapaci di attuare un lavoro su se stessi per strutturare la propria autostima, dovendosi appoggiare all’altro come mezzo o oggetto da manipolare per appagare i propri vuoti interiori.
Il tradimento, però, possiamo ritrovarlo anche in persone non necessariamente “borderline”, laddove è perpetuato da persone che mai, nella loro vita, avrebbero pensato di poter tradire, ossia da quelle persone che sostengono che sono stati “gli eventi incontrollati” a spingerlo/a nelle braccia dell’amante. In questo caso le motivazioni risiedono nell’incapacità, della coppia in quanto sistema a sé, di comunicare, ossia di poter elaborare insieme ciò che sono i blocchi e le difficoltà dei partner. Il sistema “coppia” è composto da complesse dinamiche dove, il più delle volte, entrambi i partner proiettano sull’altro, come fosse uno specchio, dei propri vissuti interni, e dunque, rimettono in atto esternamente, dei conflitti interiori. Ad esempio immaginiamoci una donna che, da adolescente, si è dovuta prendere cura del proprio padre vedovo incapace di provvedere a se stesso. Nella relazione con il suo futuro compagno, potrebbe rimettere in atto delle dinamiche simili, al fine di riconoscersi nel suo ruolo abituale ( per un maggior approfondimento si rimanda all’articolo La coazione a ripetere – Sempre i soliti errori). Per fare ciò, dunque, colloca il proprio compagno in una situazione di inferiorità, criticandolo su ogni sua azione, ma lamentandosi in egual misura di dover portare avanti lei la famiglia. Allo stesso modo, un uomo, che da piccolo era abituato ad avere dei genitori autoritari e svalutanti, da grande, per riconoscersi nel proprio ruolo sicuro di “incapace”, sarà indotto a trovare una compagna che possa confermare tale identità, svalutandolo. Si incontrando dunque, nella coppia, le proprie dinamiche interne, che vengono proiettate sull’altro, incrociandosi a vicenda, provocando il blocco della comunicazione della coppia. Ciò avviene poiché non si guarda l’altro come una persona diversa da Sé, ma come un oggetto sul quale proiettare i propri vissuti: “tu sei come mio padre/mia madre/mia sorella/mio zio…ecc”. In questo contesto di incomunicabilità, dove ognuno agisce il proprio conflitto, un membro della coppia, o a volte entrambi, ritrova all’esterno una persona “interessante”. Il fascino che questa persona esterna provoca è dato dalla ventata di novità che porta all’interno di un circolo vizioso infinito, dall’iniziale possibilità di poter ritornare a pensare, e dunque, vedere con occhi estranei ciò che accade nella propria coppia. Il più delle volte il potenziale amante viene rivestito di tutte quelle qualità carenti nel proprio partner che generano il litigio stesso. Si tende, dunque, a scindere la propria vita, tra il grigiore di una coppia che ristagna, e la luce del nuovo con le mille promesse di salvezza e gloria della propria vita. Ed è in quel momento che avviene il tradimento, che se perpetuato con una relazione parallela, porterà a riproporre le stesse dinamiche che si ha nella coppia, ritrovandosi, il “traditore” ad avere due relazioni di coppia ristagnanti. Ciò avviene perché è infinitamente più facile agire, “comprare” o “sostituire” il vecchio con il nuovo, compensare, piuttosto che fermarsi ed iniziare ad affrontare le problematiche di coppia, iniziando dai propri conflitti, mettendosi dunque in discussione, attraverso un reale affidamento all’altro. Poiché la vera fiducia, non è la convinzione che il proprio partner non ci tradirà mai, bensì la capacità di potersi aprire all’altro e condividere le proprie emozioni, permettendo il mutare dell’amore da passionale ad amore profondo.
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Per Approfondire:
De Maio L, (2014) Tradire. Come superare il tradimento e capire il meccanismo che lo scatena, Alessio Roberti Editore