Giorno: 11 Gennaio 2017

Disfunzione erettile. Vademecum d’azione

Per poter affrontare un problema estremamente diversificato come la disfunzione erettile, è importante comprendere quali ne siano i meccanismi psicologici sottostanti per ogni uomo.

In questo articolo non prenderemo in considerazione le disfunzioni erettili causate da problemi organici (malattie, assunzione di farmaci o sostanze); se siete interessati all’argomento, rivolgetevi ad un professionista di riferimento.

Le cause psicologiche della disfunzione erettile

La disfunzione erettile sostenuta da una causa psicogena si manifesta generalmente in pazienti giovani, ha un inizio brusco e non graduale, si presenta in forma circostanziata (cioè in alcune situazioni ma non in altre) ed è spesso associata ad altre forme di disagio psicologico.

Il problema di fondo più comune riscontrato è l’ansia da prestazione, un timore del fallimento e di non deludere associato ad una sensazione di inadeguatezza. L’ansia da prestazione tende a contrastare la partecipazione erotica all’azione sessuale e il potersi lasciare andare alle sensazioni eccitatorie. Questi uomini sono spesso eccessivamente preoccupati dal risultato dell’atto sessuale, finendo per sottovalutare l’importanza della partecipazione emozionale.

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Il lutto. Perdere se stessi con l’altro

Benché sappiamo che dopo una […] perdita cesserà lo stato acuto del lutto, sappiamo anche che resteremo inconsolabili e che non potremo trovare un sostituto. Qualsiasi cosa possa colmare il vuoto, ammesso che possa essere del tutto colmato, resterà comunque qualcosa di diverso. Ed è ciò che deve effettivamente accadere. È il solo modo per perpetuare quell’amore a cui non vogliamo rinunziare”.

Sigmund Freud, Lettera di condoglianze a Binswanger, 1929

“… sai la vita continua…”  Questo è il messaggio di una madre a sua figlia inciso, qualche anno dopo la sua morte, su quella chiara lastra di marmo…Quando la morte ci porta via una persona che amiamo, questo provoca in noi uno stato di inesorabile sofferenza che ci confina in uno stato depressivo e che ci mette a contatto con quell’incolmabile dolore determinato dal grande vuoto che tale perdita ha lasciato.
Durante il lutto noi tutti siamo in un qualche modo impegnati a proteggere la memoria del defunto e a congelare quel momento precedente la morte come per confermare dentro di noi che ciò non sia mai accaduto. Si vive così una sorta di dedizione al lutto che difficilmente lascia spazio ad altri interessi ed attività. La persona che non c’è più lascia inevitabilmente un vuoto, che difficilmente potremo colmare e che se anche dovessimo riuscirvi, come diceva Freud “resterà comunque qualcosa di diverso”.

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Dalì e l’Inconscio
Un incontro surreale

“Nel periodo surrealista desideravo creare un’iconografia del mondo interiore, il mondo fantastico, quello del padre Freud. E ci sono riuscito!”  Salvador Dalì scrisse queste parole a proposito del contributo fondamentale che la psicoanalisi diede, senza avvedersene, al surrealismo, e in occasione della mostra Dalí. Il sogno del classico, organizzata con la collaborazione della Fundación Gala-Salvador Dalí e MondoMostre, inaugurata il 1 ottobre e aperta al pubblico fino al 5 febbraio presso il Palazzo Blu di Pisa, abbiamo deciso di esplorare questo rapporto d’amore che da molti studiosi di arte è stato definito “a senso unico”. 

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L’arte della relazione. La capacità di essere soli

Ce lo insegnano da bambine, in ogni favola, che un giorno arriverà il principe azzurro e ci salverà.

Ve lo insegnano da bambini che un giorno, voi belli e dannati, verrete salvati da una brava ragazza, la ben nota crocerossina.

Ce lo insegna Platone nel “Simposio”, quando ci narra degli ermafroditi, creature in origine complete che vengono divise a metà e sono costrette a passare la vita a cercare disperatamente di ricomporsi con la propria metà.

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Il tradimento nella coppia. Cosa ti spinge nelle mani dell’altro?

A chiunque, nella propria vita, sarà capitato almeno una volta di sentirsi traditi, da amici, partner, genitori, colleghi di lavoro, dal proprio corpo o dalla propria vita. La sensazione di sentirsi traditi ci priva, in malo modo, della ovattata sensazione si sentirsi al sicuro, almeno in quel contesto, grazie alla profonda sensazione di fiducia che lega se stessi “all’altro”.

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Genitori e disturbi specifici dell’apprendimento. Tu non capisci niente!

Adesso non trovo la parola giusta. Ma trovare le parole giuste è magnifico. Trovare la parola giusta è così importante. Le parole sono come cuscini: quando sono disposte nel modo giusto alleviano il dolore

(James Hillman)

L’inserimento a scuola per i bambini e le loro famiglie non è affatto un momento facile, anzi rappresenta per il nucleo familiare un cambiamento non indifferente: i genitori realizzano che il loro bambino non è più piccolo (che abbia frequentato l’asilo o meno), la scuola dell’infanzia, in effetti, inizia tra le mura domestiche e si apre così: domani vai a scuola, sei diventato grande! Il bambino non ancora del tutto autonomo dovrà imparare a seguire le lezioni, leggere, scrivere, fare i calcoli, interagire con adulti sconosciuti (insegnanti) e altri piccoli mai visti (compagni di classe). È l’inizio di nuova storia, la sua storia, la storia della famiglia che si costruisce nel tempo, una storia dalla quale dipende la vita di tutti: bambino, mamma, papà.

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Narcisismo ed Empatia. Schizzo di un intreccio tossico

Ci sono incastri, che per quanto all’esterno suonino come evidentemente malsani e improbabili – quando non addirittura e alla lunga destinati al collasso – per qualche strana ragione e nonostante tutto, “resistono”. Di qualunque natura essi siano – sentimentali, amicali, sessuali, solo per citarne alcuni – i rapporti in questione sono caratterizzati dall’essere francamente sbilanciati; per quanto l’immagine in sé possa forse risultare assai estrema, in realtà all’interno di relazioni così distruttive si configurano chiaramente due ruoli – distinti e complementari fra loro – e due attori:  un carnefice ed una vittima, la cui amalgama dà vita a dinamiche dai contorni perversi, che – in una escalation senza fine – alimentano un’atmosfera tossica di fondo. Si pensi ad esempio all’unione fra un narcisista ed un empatico. Il primo, come si è altrove ampiamente detto, non vede che se stesso: pensieri e bisogni sono tutti auto – riferiti, laddove l’altro è usato al solo scopo di darvi compiuto accoglimento.

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EMDR. Trauma e cervello

Nel 1987 Francine Shapiro stava passeggiando in un parco vicino l’università in cui lavorava, quando si rese conto che muovendo gli occhi da destra a sinistra lo stress causato da dei ricordi traumatici che erano emersi alla memoria in quel momento diminuiva. Da questa brillante intuizione la dottoressa Shapiro iniziò a svolgere degli studi che condussero poi allo sviluppo dell’EMDR per come lo conosciamo oggi.

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Ricordi in “lista d’attesa”
Memoria e ricordo

“Quando iniziano i nostri ricordi? Sono “veri” ricordi o questi sono soltanto il frutto di racconti dati dai nostri cari?

In famiglia o con gli amici spesso ci divertiamo a ricordare episodi della nostra vita importanti e divertenti: “Ma ti ricordi l’esame di maturità? Vi ricordate di quando sono finalmente riuscito a prendere la patente? Come dimenticarsi di quando siamo andati a sciare per la prima volta…”

Sarà capitato a tutti noi di avere una conversazione con qualcuno così da riportare alla memoria il primo ricordo. Alcune persone riportano racconti ed episodi anche molto dettagliati risalenti alla prima infanzia, altre, invece, hanno difficoltà nel farli riaffiorare alla mente o addirittura dicono di non averne alcuno. Una donna che seguo ormai da diverso tempo parla di “buchi neri”, cioè buchi temporali dell’infanzia di cui non ricorda nulla. Ora, provate anche voi a chiudere gli occhi cercando di far ritornare alla mente il vostro primo ricordo e in un secondo momento provate a collocarlo temporalmente nella vostra vita. Probabilmente parecchi di voi si accorgeranno che non ce ne sono prima dei due-tre anni: al più, è possibile che ricordiate piccole sequenze di episodi vissuti, ma è difficile dire se effettivamente quell’episodio sia reale o frutto di influenze esterne o dovuto ai racconti di genitori, parenti o amici.

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