Psicodinamica degli Amori Impossibili
Relazioni di coppia tra realtà e immaginario
“Gli amori impossibili non finiscono mai, sono quelli che durano per sempre”
(dal film Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek)
Gli amori impossibili sono amori rari, imperfetti, tormentati, struggenti, passionali, folli.
Sono amori indimenticabili fatti di sentimenti ambivalenti; crescono e diventano colmanti in un alternarsi di scariche di adrenalina e sofferenze. Anche chi non li ha vissuti, conosce i sentimenti che accompagnano l’esperienza di un amore impossibile: sa riconoscere l’ingiustizia come conseguenza di una scelta altrui (dell’amante o del contesto), identificarsi nella sofferenza di non poter vivere un sentimento forte e devastante e sperimentare l’illusione di “ciò che poteva essere, ma non è stato”. In un amore impossibile possiamo sentirci vivi come mai prima e contemporaneamente fare i conti con una sempre lontana felicità, sperimentando la sofferenza dell’irraggiungibilità di un amore sicuro (per maggiori approfondimenti si rimanda all’ articolo Reazioni patologiche e Doppi Legami – “Di relazioni ci si ammala, di relazione si guarisce”).
Ma essere felici è davvero l’obiettivo di ogni esistenza?
Soffrire è paradossalmente molto più semplice di essere felice. La precarietà di un amore impossibile permette di soffrire in eterno e sottrarsi alla fatica di dover lottare per raggiungere una dimensione di serenità. Chi si rifugia in amori impossibili si crea inconsapevolmente alibi per non vivere la bellezza e la reciprocità di una relazione d’amore, mettendo in atto un automatico meccanismo inconscio di coazione a ripetere di comportamenti disfunzionali che attivano sentimenti di inadeguatezza ed esperienze frustranti di fallimento.
Gli amori impossibili sono tentativi di mantenere una distanza in amore, di non sentirsi invasi nella propria intimità, di rifulgere le dipendenze affettive e recriminare al mondo di essere senza catene. Tutti, invece, abbiamo catene solide che ci ancorano ad una dimensione-altra del nostro passato. Chi sceglie amori impossibili è ignaro di essere imprigionato in uno spazio che appartiene probabilmente più al passato che al presente.
Nel presente viviamo da “vittime” di un tempo infantile in cui abbiamo sperimentato per la prima volta l’amore nei legami di attaccamento (per maggiori approfondimenti si rimanda agli articoli Legame di attaccamento – L’importanza del legarsi e Legami di Attaccamento – Oltre l’amore di un padre ). Non è un mistero che le modalità con cui abbiamo ricevuto amore durante l’infanzia dai nostri genitori, influenzino le nostre scelte sentimentali future.
Gli amori impossibili sono vissuti perlopiù da coloro che non posseggono una sicurezza affettiva, ovvero coloro che durante l’infanzia hanno sperimentato legami di attaccamento insicuro nelle modalità ambivalente o evitante. Gli ambivalenti hanno la propensione a vivere grandi passioni in cui tendono a fondersi con il partner per poi subito dopo allontanarsi. Vivono amori ad intermittenza, fatti di grandi idealizzazioni alternate ad altrettanto importanti svalutazioni. In un amore ad attaccamento ambivalente, l’insicuro cerca perennemente conferme di essere degno di poter ricevere amore ed anche di non esserlo. È inappagabile.
Gli ambivalenti hanno la propensione ad innamorarsi di amanti impossibili ad attaccamento evitante (e viceversa). Gli evitanti approcciamo alle relazioni con distacco, si mostrano concentrati sul proprio benessere, ma, nella loro freddezza, nascondono la profonda insicurezza di non essere degni di amore. Non si permettono di investire emotivamente per paura di essere delusi, perché hanno introiettato nella relazione di accudimento con la figura materna un’ immagine dell’altro come inaffidabile.
Possono scegliere amori impossibili anche coloro che hanno ricevuto cure ed accudimento adeguati durante l’infanzia. I bambini abituati ad essere oggetto di amori smisurati, attenzioni eccessive e grandiose dimostrazioni di affetto, possono divenire adulti incapaci di accedere ad una dimensione di alterità e reciprocità all’interno della coppia. L’amore, in questi casi, viene vissuto come un diritto e la sofferenza nasce dal non esserne ricambiati secondo le proprie aspettative: crolla la certezza di essere degni di ricevere nel presente un amore grandioso già sperimentato nel passato e crolla la speranza di un amore su misura.
Nasciamo con il bisogno innato di amare ed essere amati.
Durante lo sviluppo ci creiamo un nostro, unico ideale di amore; un’idea di amore fatta su misura da noi per noi. Su quell’ideale strutturiamo aspettative ed investiamo speranze sul futuro.
È possibile cadere nell’errore di considerare il nostro ideale come una matematica conseguenza di un elemento stabile della nostra personalità. Abbiamo, invece, il difficile compito evolutivo di mettere in discussione costantemente le nostre aspettative, di adattarle alle nostre emozioni e alle opportunità che il contesto ci offre e poter interrompere un meccanismo di coazione a ripetere disfunzionale, come quello degli amori impossibili. Mettersi in discussione significa fare una scelta diversa, significa cambiare prospettive e strumenti.
Il cambiamento spaventa perché ci mette nella condizione di poter sbagliare, di andare incontro all’ignoto, ad emozioni non ancora elaborate, ma non farlo ci condanna alla ripetizione di abitudini patologiche (per maggiori approfondimenti si rimanda all’articolo L’Abitudine – “Vestirsi”di Sé) e all’infelicità.
In amore tendiamo ad innamorarci delle attenzioni che il nostro partner ci concede colmando le nostre carenze emotive. Le attenzioni inaspettate e mai scontate degli amori impossibili fanno sentire di essere semplicemente amati e meritevoli di esserlo. Piccole premure possono migliorare, dunque, la nostra autostima ed alimentare il “sano” narcisismo che abita in ognuno di noi, tanto da permetterci di essere e sentirci degni di ricevere affetto. Le attenzioni in questo tipo di relazioni, però, non sono mai abbastanza e si alternano sempre con le assenze. Le “disattenzioni” contribuiscono a creare l’immagine di un amore impossibile e inappagante, ma alimentano il fascino del proibito e dell’irraggiungibile. Raggiungere l’irraggiungibile è un obiettivo sempre stimolante ed è una tendenza tipica della fase di innamoramento, quando nell’altro si riconoscono solo caratteristiche positive ed esclusive.
Un accenno veloce ai concetti di innamoramento e di amore (per maggiori approfondimenti si rimanda all’articolo Dipendenze Affettive – Nè con te, nè senza di te). L’innamoramento è la fase iniziale di ogni relazione amorosa ricca di passione, attrazione, fusione, aspettative ed investimenti, in cui si ama su un piano ideale e non reale. Ci si innamora della propria idea di amore, di un ideale che appartiene quasi esclusivamente a noi. In questa fase maniacale ed immatura, tendiamo ad idealizzare il nostro partner riconoscendo in lui perlopiù qualità che corrispondono a nostre speranze e aspettative, senza interrogarci se è realmente adatto a noi; tendiamo, dunque, a “vedere” il suo “io” solo in parte. Siamo in grado di integrare le due dimensioni dell’altro (ideale e reale) in un’unica immagine soltanto in una fase successiva, quando sperimentiamo la reciprocità del rapporto, dirigendoci verso il consolidamento del sentimento di amore.
Gli amori impossibili rappresentano una dimensione cronica e persistente della fase di innamoramento; un processo amoroso che non fa i conti con la realtà rimane in un’altra dimensione dove non c’è fine e non c’è inizio, dove non c’è cambiamento. Gli amori impossibili sono, infatti, eterni su un piano ideale ed immaginario.
Ognuno di noi è in grado di custodire per anni sentimenti legati ad un amore impossibile. Scegliamo di vivere nel ricordo di un amore irraggiungibile, eterno ed immaginario per allontanare la nostra mente dall’esistenza di una realtà troppo distante dai nostri desideri inappagabili. Gli amori impossibili non sono altro che castelli in aria costruiti su nuvole di illusioni e fantasia, in parte funzionali ad una forma di appagamento, seppur fittizio. La vita può costringerci ad un’analisi accurata e razionale dei nostri sentimenti (può anche non succedere mai) attraverso cui è facile comprendere come amore “impossibile” significhi semplicemente “non adatto a noi”.
Gli amori impossibili sono un rifugio immaturo che negli anni conserva il suo libero accesso.
Sono la scelta di chi sente il bisogno di essere amato, ma ha paura di esserlo realmente. Sono la decisione di chi non è in grado di scegliere il proprio benessere, di chi ripete errori all’infinito per sperimentare il fallimento, non essendo pronto al successo ed alla serenità. Il ripetersi dei fallimenti si struttura come una costante conferma di un’ inadeguatezza personale e contribuisce a mantenere uno status di sicura infelicità in cui è possibile solo sopravvivere e non vivere.
La ripetizione di comportamenti e scelte infelici, è un processo inconscio di cui il soggetto non è consapevole, ma ne è responsabile molto più di quanto crede lo siano cause esterne (siano esse persone, oggetti o eventi). Chi ha la tendenza a cadere in amori impossibili non è solito attribuirsene la responsabilità: parla di se soventemente come vittima di decisioni e voleri altrui o del destino, utilizzando frasi come “Capitano tutti a me!”. Scardinare un meccanismo così complesso caratterizzato da rigide difese ed un locus of control esterno, è molto faticoso.
In un processo di sostegno psicologico, è importante aiutare chi si rifugia in amori impossibili a riconoscere la sua volontà inconscia di mantenere un’omeostasi patologica della relazione e di negare i propri desideri. È importante ascoltare i suoi bisogni ed orientare l’azione in virtù di essi, rinforzando un impegno attivo.
Crescere significa mettersi in discussione, cambiare e potersi concedere la possibilità di incontrare amori maturi, di vivere amori possibili.
Dott.ssa Emanuela Gamba
Cortometraggio “Lava” della Disney Pixar, 2015https://www.youtube.com/embed/uh4dTLJ9q9o?wmode=transparent&autoplay=0&mute=0&theme=dark&controls=1&autohide=0&loop=0&showinfo=0&rel=0&enablejsapi=0
Per Approfondire
Simonelli C. “Psicologia dello sviluppo sessuale ed affettivo” Ed. Carocci, 2012
Slepoj V. “La psicologia dell’amore” dal capitolo “Le non scelte di Sara”, Ed. Mondadori, 2015
Tommasella S. “L’ amore non è mai per caso.” Ed. Apogeo, 2014
“Mine Vaganti” film di Ferzan Ozpetek del 2010
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Giorgia
Stupendo.