La Gelosia nelle Relazioni d’Amore
Sentimento od Ossessione?

La gelosia non è altro che un contenuto psichico che può essere sia elemento di normalità che di patologia a seconda di quanto ha il potere di condizionare idee e comportamenti: può determinare, ad esempio, solo uno stato emotivo, un’idea prevalente o essere un pensiero paranoico e delirante.

Gelosia è, dunque, in primis normalità. La totale assenza di gelosia nei rapporti amorosi rappresenta un processo di congelamento emozionale, una difficoltà relazionale, il frutto di un utilizzo massiccio di meccanismi, quali rimozione e negazione (per un approfondimento si rimanda all’articolo Meccanismi di difesa- Quei garanti della sopravvivenza) consolidati in infanzia a difesa dell’io per sopperire verosimilmente all’inadeguatezza genitoriale. La gelosia è espressione sana dell’esistenza di un legame di attaccamento con il partner, possibile solo laddove ne sia stata già fatta esperienza in precedenza con le figure di accudimento primario (per un approfondimento si rimanda agli articoli Legame di Attaccamento- L’importanza del legarsi Legami di Attaccamento- Oltre l’amore di un padre).

Lo stesso Freud riconobbe la normalità nella gelosia, il suo aspetto sano. Teorizzò l’esistenza di tre forme, o meglio, tre livelli di gelosia distinti per intensità e per la modalità relazionale che veicolano.

  1. La Gelosia Normale (o Competitiva) si esperisce con stati di ansia ed angoscia per il timore di perdere la persona amata. I pensieri si concentrano su un vissuto di competizione con un rivale in amore che suscita alternativamente rabbia ed impotenza e sul dolore narcisistico del sentirsi inadeguati e responsabili della possibile perdita. Percepire sia l’altro che se stessi come responsabili, rende i pensieri di gelosia normali. È, di fatto, la forma più comune e comprensibile.
  2. La Gelosia Proiettata vede l’utilizzo di un meccanismo di difesa, quale la proiezione. Per Freud la proiezione rappresenta, sinteticamente, una difesa arcaica attraverso cui tendiamo a proiettare sull’altro nostri vissuti e sentimenti. Essi, depositati altrove, perdono pericolosità e diventano maggiormente accettabili. In questa forma di gelosia, ciò che viene proiettato sul partner è il proprio desiderio di infedeltà. Si ha paura di essere traditi perché si è traditori, o realmente o in fantasia. Le proprie spinte pulsionali verso un comportamento trasgressivo ed inaccettabile possono essere insopportabili. È , dunque, più semplice concentrarsi sull’idea prevalente che sia l’altro a tradire e contenere la propria angoscia di inadeguatezza.
  3. La Gelosia Delirante rappresenta una forma di paranoia. La gelosia nasce anche in questo caso da impulsi di infedeltà che devono essere rimossi poiché rivolti a soggetti dello stesso sesso. Il geloso delirante, infatti, proietta sul partner i propri desideri omosessuali inaccettabili a livello consapevole, che possono essere vissuti per mezzo della fantasia di gelosia ed essere anche appaganti. L’idea che la propria compagna (ad esempio) possa possedere un altro uomo significa poterlo possedere. È opportuno sottolineare come il desiderio di omosessualità descritto da Freud rappresenti, più che un impulso sessuale, un bisogno di sentirsi all’altezza di un soggetto del proprio sesso. Sono pensieri che hanno a che fare forse maggiormente con l’invidia e con carenze narcisistiche. Chi ha difficoltà a apprezzarsi ed amarsi, può essere attratto da persone che rappresentano ciò che vorrebbe essere; il pensiero automatico è “ne sono attratto io, deve esserne attratto sicuramente anche l’altro” E così un uomo che si sente poco realizzato potrà divenire geloso, sino all’ossessione, di un uomo in carriera che sua moglie conosce. (Per un approfondimento si consiglia la visione di “Denti”, film del 2000 di Gabriele Salvatores)

Quest’ultimo rappresenta il livello maggiormente patologico che ad oggi caratterizza i vissuti psicotici e viene classificato come “delirio di gelosia”. Il geloso delirante percepisce il dubbio di un tradimento come una certezza poiché la certezza è più tollerabile. La reale infedeltà del partner non è la determinante della gelosia che, invece, è  legata alla scoperta dell’inaffidabilità di esso: l’oggetto d’amore diviene inaffidabile perché, distinto dal sé, possiede idee e desideri propri. La gelosia rappresenta in questo caso una violenta forma di controllo delle parti dell’altro che si differenziano dal sé con lo scopo di potere rincorporare le parti buone e percepirle come proprie.

Il pensiero paranoico di essere tradito può spingere il geloso delirante a mettere in atto comportamenti delittuosi, come perseguitare o aggredire il partner e i presunti amanti, sino ad uccidere. Attraverso un delitto, definito “emotivo” o “passionale”, il geloso genera morte che rappresenta la forma estrema di controllo.

È importante concludere con una riflessione sulla pericolosità di alcuni segnali da non sottovalutare poiché nascondono violenza mascherata da amore. La gelosia può assumere più forme e purtroppo, anche quella maggiormente patologica, è vissuta socialmente come plausibile e diviene, a livello inconscio, anche comprensibile, poiché rappresenta l’esasperazione di un sentimento di base da tutti esperito e conosciuto. L’impatto emotivo di un sentimento così potente e comune, ci spinge sino a giustificare o sminuire un’azione deviante laddove la gelosia ne rappresenti il movente.  Nella mente l’equazione “gelosia=amore”, per il nostro vissuto irrazionale di innamoramento, è troppo forte, a volte, da poterla scardinare e vederne l’aspetto patologico; ciò rappresenta un potente fattore di rischio per le vittime di violenza (Per un approfondimento si rimanda agli articoli La condizione della donna – Una violenta quotidianità Gli uomini vittima di Stalking- Soffi di voce nel caos).

La gelosia può essere dunque costruttiva, quando nella dimensione della normalità viene presa con ironia e funge da collante ed espressione del sentimento di amore. Ma anche distruttiva, quando è ossessiva e ipoteticamente mortale. Con l’informazione e la formazione si è riusciti, negli anni, a porre l’accento sulla distruttività della gelosia ed aiutare molte persone (soprattutto donne) a decodificarla. Il percorso è ancora lungo e faticoso, ma possibile. Nell’educazione è importante lavorare attraverso il rinforzo delle componenti positive della gelosia per riconoscerla anche nel suo aspetto sano.

È  costruttiva, dunque, solo se si allea con la fiducia nella coppia, permettendo di vivere il giusto equilibrio fra libertà, complicità e amore.

È finalmente primavera.

Amo sottolineare il cambiamento delle stagioni come metafora dell’alternarsi delle fasi  di vita, una vita che si dondola costantemente fra congelamenti e scongelamenti di nostri vissuti ed emozioni. Ogni inizio di stagione porta con sé, appunto, un cambiamento nato da una crisi, prima, e da una rinascita sotto nuova forma, poi.

La primavera ha la prerogativa di essere per eccellenza la stagione delle rinascite: rinascono le belle e tiepide giornate, i fiori, i desideri e le passioni. Fioriscono nuove relazioni giacché, dopo il torpore dell’inverno, si percepisce una nuova vitalità e si è spinti (forse per la Prima Vera volta) a fare e a mettersi in gioco. Giocando con le nuove percezioni di sé, può sorprendere l’arrivo di un nuovo amore o la riscoperta di quegli ardori ormai sopiti. Quando si cade o ricade letteralmente in amore , si scopre o riscopre la passione, la dipendenza “sana” (per un approfondimento si rimanda agli articoli La dipendenza-Vuoti di vita da colmare) la felicità devastante e sempre almeno un pizzico di quel sentimento chiamato gelosia.

Non è facile affrontare il tema della gelosia nelle relazioni d’amore (come autori o come lettori), semplicemente perché rappresenta un insieme di idee ed emozioni familiari e, in un certo senso, spaventose. Nell’osservare una discussione amorosa fra due amici, è immediato riconoscere la gelosia come causa scatenante; possiamo facilmente etichettare l’altro come “geloso” e riderci su, ma quando siamo noi a farne esperienza e sono gli altri a farcelo notale, tendiamo a sminuire o negarne l’esistenza. La gelosia è riconosciuta socialmente ed erroneamente come un difetto del carattere e vissuta come una debolezza: rappresenta la fragilità umana del non bastare a se stessi, del dipendere da un oggetto esterno posseduto e amato, un oggetto che condiziona scelte e comportamenti al solo timore (reale o immaginario) di perderlo ed esserne costretti a fare a meno.

Dott.ssa Emanuela Gamba

Riceve su appuntamento a Roma e Formia (LT)

(+39) 389 2404480

emanuela.gamba@libero.it

Per Approfondire

Freud S, “Alcuni meccanismi nevrotici nella gelosia, paranoia e omosessualità”. Ed Bollati Boringhieri, 2013

Pasini W., “Gelosia, l’altra faccia dell’amore”, Ed Mondadori, 2013

Shakespeare W, “Otello”, Ed Oscar Mondadori, 2002

“Denti”, film del 2000 di G. Salvatores 

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