“Niente mette tanto a dura prova la capacità di resistenza psichica, quanto il guardare negli occhi di un demente, poiché quel particolare modo di ridere sembra mostrare una piena consapevolezza di tutto quello che l’uomo non vuole assolutamente riconoscere di se stesso.“
Ti viene data solo una piccola scintilla di follia. Non devi perderla.
(Robin Williams)
Il mondo delle demenze è particolarmente intricato. Esse fanno parte delle patologie neurodegenerative, talvolta inserite tutte in un unico calderone detto “Alzheimer”!
Risulta importante invece una buona diagnosi differenziale per capire in che direzione stiamo andando. Ogni tipologia di demenza ha una prognosi differente e con essa lo sono anche le strategie e le modalità di comportamento da adottare.
La degenerazione del cervello, come per tutti gli altri organi del corpo, è fisiologica.
Dall’età di trentacinque anni circa, tempo entro il quale raggiungiamo il culmine delle nostre capacità cognitive, esso inizia il suo percorso di invecchiamento; piccole dimenticanze, tempi di reazione e di ripresa più lunghi… questo non ci fa piacere ma nonostante tutto ce ne rendiamo conto!
La degenerazione neuronale porta a diversi tipi di patologie, tra le più comuni, troviamo le diverse forme di demenza
In Italia, le persone che soffrono di demenza sono più di un milione e la più comune tra le persone anziane risulta essere ilMorbo di Alzheimer.
Al principio, la demenza d’Alzheimer può essere difficile da riconoscerepoiché i segni clinici del morbo sono generici, specialmente all’inizi. Il sintomo più noto riguarda inziali problematiche con la memoria, ma in fin dei conti tutti possiamo avere delle dimenticanze, specialmente in età avanzata!
Ciononostante, è fondamentale non sottostimare anche i più “innocui” segnali, poiché generalmente quando i famigliari si rendono conto che qualcosa non funziona più come prima, la malattia è già ad uno stadio più avanzato.
Pubblicazione a promozione de “I colori della mente – prevenzione e supporto nelle patologie neurodegenerative della terza età” progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e dalla Regione Abruzzo, promosso dall’Associazione la Cura del Tempo Onlus, insieme all’Associazione Il Sigaro di Freud come partner – www.lacuradeltempo.com/it/icoloridellamente
“La vita è una condanna a morte.E proprio perché siamo condannati a morte bisogna attraversarla bene, riempirla, senza sprecare un passo, senza addormentarci un secondo, senza temer di sbagliare, di romperci, noi che siamo uomini, né angeli né bestie, ma uomini. ” Oriana Fallaci
La morte è una certezza che proviamo a nasconderci per tutta la vita. Nei pensieri e nelle azioni quotidiane allontaniamo l’idea di morte, rimuovendo dalla coscienza il nostro essere mortali per poter vivere. Pensiamo inconsapevolmente alla morte come l’esatto opposto della vita, quando (riflettendoci) il contrario di morire è semplicemente nascere e non vivere… vivere rappresenta tutto ciò che riusciamo a fare fra un inizio ed una fine, la modalità in cui riusciamo a riempire a nostro modo momenti di solitudine e di compagnia. È faticoso pensare razionalmente alla vita come un’opportunità di viaggio con data di arrivo sconosciuta. È spaventoso affrontare la vita con la consapevolezza di non averne abbastanza controllo. Siamo profondamente spaventati dall’essere impotenti, in fondo, che molto spesso non riusciamo neanche a pensarlo.
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