Vivere, o meglio, sopravvivere obbliga ognuno di noi ad affrontare numerosi lutti, importanti perdite e assenze durante il “percorso di viaggio”. Per cultura e per convenzione, tendiamo ad associare il termine “lutto” alla parola “morte” giacché rappresenta la principale condizione irreversibile di assenza. Ma è necessario sottolineare come ogni perdita rappresenti un lutto da affrontare.
“Il tempo trascorso con i gatti non è mai sprecato”
(Sigmund Freud)
Gli animali, come i cuccioli di uomo, sono un’immensa fonte di amore incondizionato.
Sentiamo subito sulla nostra pelle gli effetti positivi della vicinanza di un animale domestico: lo scodinzolare di un cane ci fa sperimentare improvvisamente la felicità, le fusa di un gatto ci rilassano e la buffa corsa di un coniglietto ci fa sorridere e intenerire.
La relazione con un animale nasce da interazioni corporee e sensoriali, di forte impatto emotivo. Costruiamo con lui un rapporto che cresce nella quotidianità, un attaccamento in cui sperimentiamo fiducia, cura, gioco, compromessi, abitudini, affetto… e soddisfiamo il nostro innato desiderio di prenderci cura di qualcun altro che, fragile e dipendente dalle nostre attenzioni, ci permette di non sentirci inutili e migliora la nostra autostima. Sentiamo di essere incondizionatamente ricambiati nell’ affetto, perché un amico a quattro zampe è anche il facile obiettivo di importanti proiezioni. Percepiamo e sperimentiamo pensieri e stati d’animo nostri inconsapevoli, attribuendoli a lui. Facciamo esperienza di un legame sicuro, perché il suo affetto non è altro che lo specchio del nostro affetto: amiamo e quindi riceviamo amore.
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