Esperienze e Terapie con Animali
Quattro Zampe e un Cuore

“Il tempo trascorso con i gatti non è mai sprecato”

(Sigmund Freud)

Gli animali, come i cuccioli di uomo, sono un’immensa fonte di amore incondizionato.

Sentiamo subito sulla nostra pelle gli effetti positivi della vicinanza di un animale domestico: lo scodinzolare di un cane ci fa sperimentare improvvisamente la felicità,  le fusa di un gatto ci rilassano e la buffa corsa di un coniglietto ci fa sorridere e intenerire.

La relazione con un animale nasce da interazioni corporee e sensoriali, di forte impatto emotivo. Costruiamo con lui  un rapporto che cresce nella quotidianità, un attaccamento in cui sperimentiamo fiducia, cura, gioco, compromessi, abitudini, affetto… e soddisfiamo il nostro innato desiderio di prenderci cura di qualcun altro che, fragile e dipendente dalle nostre attenzioni, ci permette di non sentirci inutili e migliora la nostra autostima. Sentiamo di essere incondizionatamente ricambiati nell’ affetto, perché un amico a quattro zampe è anche il facile obiettivo di importanti proiezioni. Percepiamo e sperimentiamo pensieri e stati d’animo nostri inconsapevoli, attribuendoli a lui. Facciamo esperienza di un legame sicuro, perché il suo affetto non è altro che lo specchio del nostro affetto: amiamo e quindi riceviamo amore.

Un animale ci permette di giocare anche da grandi senza sentirci mai “fuori luogo” e, nel gioco, divertirci, stimolare creatività e fantasia, entrando in contatto con il nostro “sé bambino” (per un approfondimento si rimanda all’ articolo Il ruolo del gioco nello sviluppo- 0-99anni  nella rivista del mese di Ottobre 2015).

Inconsapevolmente, dunque, “usiamo” i nostri amici animali per diminuire tensioni ed entrare in contatto con emozioni e sentimenti positivi che ci forniscono maggiore serenità e sicurezza.

Gli studi sugli effetti positivi della vicinanza emotiva e fisica di un animale, hanno permesso lo strutturarsi di percorsi efficaci di prevenzione, supporto e riabilitazione in più ambiti di intervento (scolastico, psichiatrico, penitenziario, geriatrico, fisioterapico…) per migliorare le socializzazioni, l’empatia, le condizioni fisiche, l’accesso e la condivisione di emozioni, ridurre l’aggressività, l’ansia, sentimenti negativi… 

Gli animali fungono da mezzi per accedere alle emozioni perché forniscono “conforto e simpatia” che secondo Levinson, primo a coniare il termine Pet-Therapy, sono due elementi facilitanti l’ esperienza diretta, la gestione e la verbalizzazione delle proprie emozioni ed attivanti le capacità empatiche. Con il termine Pet-therapy si indicano tutte le attività e gli interventi riabilitativi svolti con l’ausilio di animali. Cani, gatti, cavalli, delfini…, catalizzatori e mediatori di emozioni, hanno un ruolo attivo e centrale nel supporto, nell’assistenza e nella cura. Lo scopo del loro impiego in contesti di cura consiste nel migliorare le qualità di vita di soggetti fragili ed affiancare terapie psicoterapiche e farmacologiche nel trattamento di patologie psichiatriche o neurologiche. I benefici della loro vicinanza consentono un maggiore interesse del paziente nei riguardi del percorso terapeutico ed una maggiore adesione e partecipazione alle attività. Gli animali, definiti co-terapeuti, affiancano gli esperti e fungono da “tramite” creando un ambiente facilitante la creazione di una buona relazione paziente-terapeuta.

Vivere con un animale è un’esperienza arricchente in ogni fase di vita.

Durante l’infanzia significa crescere emotivamente, cognitivamente e socialmente.

Gli animali domestici possono essere per i genitori dei validi alleati nell’educazione dei figli, ovvero, dei co-genitori nella relazione bambino-genitore.  

Una delle richieste che in infanzia si avanza maggiormente ai propri genitori (e a Babbo Natale) è proprio la compagnia di un amico a quattro zampe in casa. Può suonare come un capriccio, a volte. È opportuno, perciò, indagare le aspettative del proprio figlio e sottolineare, oltre all’aspetto ludico, anche i  compiti e le ipotetiche responsabilità che l’adozione di un animale comporterebbe.

Con il nuovo arrivo in casa, è necessario sollecitare sempre il bambino ad una attiva collaborazione. Dal momento dell’adozione, l’animale domestico diviene parte integrante della famiglia: proprio come un nuovo fratello. C’è chi scherza affiancando al nome scelto, anche il cognome della famiglia per sottolineare l’appartenenza e il legame ormai indissolubile di interdipendenza emotiva. Ottiene gli stessi diritti (se non di più) dei membri originari e nell’immediato costringe a dividere e condividere spazi ambientali ed affettivi pre-esistenti, sconvolgendo gli equilibri.

Può suscitare anche qualche gelosia, ma il tempo trascorso insieme nelle relazione animale-bambino, acquista subito significato. Attraverso il suo amico il bambino può parlare delle proprie emozioni e condividerle con i parenti ed i compagni.

Osservando i propri genitori nella gestione delle attività che coinvolgono l’amico a quattro zampe, apprende le strategie per prendersi cura di un altro essere vivente e, se stimolato, le mette in pratica: può finalmente mettersi alla prova in una relazione “altra” assumendo per la prima volta il ruolo di caregiver, responsabilizzandosi e sentendosi utile.

Crescere insieme ad un animale domestico permette al bambino di sperimentare e vivere ogni fase del ciclo di vita attraverso l’esperienza dell’altro: la nascita, la malattia, la morte di un animale sono esperienze di forte impatto emotivo ma di grande apprendimento. Centrale è la modalità con cui il genitore affronta il tema del lutto del pet ed accompagna il bambino nel processo di elaborazione della perdita: questa fase condizionerà il vissuto di quest’ultimo in relazione alla morte.

Vivere il distacco della perdita è, ad ogni età, un trauma, un dolore inspiegabile, un senso di vuoto, una rabbia senza contenimento, un sentimento di impotenza e di colpa che nasce dall’idea di non aver fatto tutto il possibile per salvarlo.. è un’esperienza che molto spesso, socialmente, viene sminuita, ma che riaccende nella nostra mente domande esistenziali: “ quanto durerà la nostra esistenza? esistono i veri amici e il vero amore?” Perdendo lui, sentiamo di aver perso una parte di noi e tutti quegli anni passati insieme. Sperimentiamo la solitudine.

Per poter dare nuovo significato al dolore è importante riconoscere e condividere cosa abbiamo sperimentato all’interno della relazione: siamo la persona che siamo ed, in fondo, oggi siamo più ricchi anche grazie ad un esserino fatto appena di quattro zampe e un cuore.

Dott.ssa Emanuela Gamba

Riceve su appuntamento a Roma

(+39) 389 2404480

emanuela.gamba@libero.it

Per approfondire:

Natoli E. “Attività e terapie attuate con l’ausilio di animali (peth therapy): quadro internazionale e stato dell’arte in Italia”, Ann.  Istituto Superiore Sanità Vol. 33 n.2, 1997

Levinson B.M. “Pets, child development and mental illness”. JAVMA, 1970

Ballarini G. “Animali terapia dell’anima: le nuove vie dell’applicazione degli animali nella terapia umana (pet therapy)”, Fondazione iniziative zooprofilattiche e zootecniche, 2000

Campa S., “L’insostenibile tenerezza del gatto”  Newton Compton Editori, 2014

“Io & Marley” film del 2008 di David Frankel

“Hachiko – Il tuo migliore amico” film del 2009 di Lasse Hallström

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