Autore: Francesca Veccia

Il paradosso comunicativo dell’immagine dell’Io. La società dei Selfie

conscio di chi parla una nuova lingua

“Questo corpo moderno, più lo si esibisce, meno esso esiste. Annullato, in misura direttamente proporzionale alla sua esposizione”.

                                                                                                                                                                  Daniel Pennac, Storia di un corpo

Viviamo in una società in cui il sentimento di sé si sta espandendo oltre i confini che ci erano già noti: questo sconfinamento alimenta un bisogno di visibilità sociale che porta spesso a forme di esibizionismo mediatico che favoriscono una sopravvalutazione del proprio essere persona. Per soddisfare questa aspirazione di visibilità, il singolo individuo ricorre ai social media e diffonde attraverso Internet i propri contenuti di testo, le proprie immagini o video. Il Web è diventato per tutti un amplificatore gratuito di contenuti personali e uno strumento per guadagnare notorietà a buon mercato.

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Pollicino: un percorso di crescita.

Avere fiducia di potercela fare anche nelle situazioni più complesse

 

  “Non è forte colui che non cade mai, ma colui che cadendo si rialza”.

                                                                                                                                                                                                     J. Wolfgang von Goethe

Le fiabe sono una traccia educativa che aiutano i bambini ad avviarsi sulla strada della vita, insegnando loro le grandi trame dell’esistenza, sulle quali comincia a disegnarsi l’anima. Pongono questioni semplici ma fondanti, che lavorano sull’inconscio di ognuno, creando identità morali e modelli di comportamento. Le fiabe sono importanti perché offrono una risposta non esplicita ma simbolica al senso della vita, e questo linguaggio mediato è proprio ciò che permette il collegamento tra l’aspetto emozionale e razionalità: attraverso le fiabe i bambini hanno una prima consapevolezza del loro mondo emotivo, perché essere personificano e danno voce a sentimenti e conflitti interiori non facilmente esprimibili. Secondo Jung le fiabe sono “l’espressione più pura dei processi psichici dell’inconscio collettivo e rappresentano gli archetipi in forma semplice e concisa” (Per un maggiore approfondimento si rimanda all’articolo La funzione psicologica della fiaba – Il regno del proprio inconscio). 

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La Sindrome del Bianconiglio. Vivere in un mondo frenetico

“Bianconiglio: Uh, poffare poffarissimo! È tardi! È tardi! È tardi!

Alice: Questo sì che è buffo. Perché mai dovrebbe essere tardi per un coniglio? Mi scusi? Signore!

Bianconiglio: Macchè! Macchè! Non aspettano che me! In ritardo sono già! Non mi posso trattenere!

Alice: Dev’essere qualcosa di importante. Forse un ricevimento. Signor Bianconiglio! Aspetti!

Bianconiglio: Oh, no, no, no, no, no, no! È tardi! È tardi, sai? Io sono già in mezzo ai guai! Neppure posso dirti

“ciao”: ho fretta! Ho fretta, sai?”

Lewis Carrol, Alice nel paese delle Meraviglie

Per approfondire:

Achenbach G. B. Il libro della quiete interiore. Trovare l’equilibrio in un mondo frenetico. Feltrinelli, 2015

Rosa H. Accelerazione e alienazione. Per una teoria critica del tempo nella tarda modernità. Piccola Biblioteca Einaudi, 2015

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Il bullismo. Una piaga per la nostra società.

“Il nichilismo – Non serve a niente metterlo alla porta, perché ovunque, già da tempo e in modo invisibile, esso si aggira per la casa. Ciò che occorre è accorgersi di questo ospite e guardarlo bene in faccia.”

                                                                                                                                                                        Martin Heidegger

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La sindrome del vuoto digitale. Ci Sei o Non Ci Sei

“Il sintomo è una risposta sana ad un contesto di comunicazione insano”.

(Gregory Bateson, “Verso un’ecologia della mente”)

Le tecnologie dell’informazione, e il web in particolare, hanno giocato e continuano a giocare un ruolo cruciale nella società attuale. La Rete diventa uno degli elementi strutturali dell’uomo post-moderno e contribuisce ad attivare e modellare nuove forme di socialità e di comunità, basate sulla molteplicità, sulla pluralità e sulla gestione della diversità. Viviamo in una realtà in cui la tecnologia sta trasformando rapidamente lo stile della comunicazione umana. Se fino a qualche anno fa era facile incrociare sui mezzi pubblici persone che sfogliavano un giornale o comunicavano fra loro, oggi è molto più probabile vedere persone con occhi fissi su uno schermo di uno smartphone.

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Le radici dell’identità. Il mondo del bambino

“Il mondo rappresentazionale del bambino è una raccolta organica di esperienze passate, di impressioni relativamente durature, una costellazione di percezioni e di immagini, che il bambino coglie dalle sue varie esperienze, e che a sua volta fornisce una sorta di mappa cognitiva, una specie di panorama soggettivo nel quale egli può evocare quell’insieme di personaggi e di eventi che costituiscono il teatro della sua esperienza”

( Greenberg J. R. Mitchell S. (1986), Le relazioni oggettuali nella teoria psicoanalitica, Il Mulino, Bologna.)

Lo sviluppo dell’individuo è il frutto delle prime interazioni che si stabiliscono tra il bambino e il suo caregiver. In effetti già a partire dai primi mesi il neonato manifesta forme primitive di intersoggettività che si realizzano attraverso una partecipazione contingente di stati affettivi mediati dalla percezione delle espressioni emotive che l’adulto gli rivolge. Vi è quindi un’esperienza interattiva che il bambino percepisce come un’unità che contiene al suo interno tutti gli attributi significativi e che perlopiù riguarda esperienze di regolazione del Sé, relativamente allo stato somatico, all’intensità degli stati affettivi, al grado di attivazione, alle motivazioni, all’intimità, all’attaccamento: sono infatti le esperienze di essere con un “Altro regolatore del Sé”, quelle più importanti per la costruzione del mondo rappresentazionale.

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