Tatuaggi
Le identità sulla pelle

Negli ultimi decenni, il consumo di tatuaggi è aumentato notevolmente e abbiamo assistito a un cambiamento relativo al target sociale coinvolto in questa pratica: da motociclisti, membri di bande e criminali di ieri ad appassionati, artisti e professionisti perlopiù appartenenti alla middle class di oggi (DeMello 2000).  La crescente accettabilità sociale della body art ha stimolato l’industria del tatuaggio e attualmente si stima venga aperto almeno un nuovo studio di tatuaggi al giorno!

Secondo uno dei pochissimi sondaggi del settore svolto in America, il 16% degli adulti americani oggi ha almeno un tatuaggio rispetto al 6% nel 1936;  i giovani sono i maggiori “consumatori”: tra i 18 ei 29 anni la cifra sale al 49% (Harris Interactive, 2004).  La crescente e significativa diffusione di questa pratica di modificazione corporea nei giovani ha sollecitato la curiosità di numerosi ricercatori in campo sociale, psicologico e antropologico in relazione al ruolo che l’impiego del tatuaggio gioca nella costruzione, nella “negoziazione” e nella gestione dell’identità di un individuo.

Quali sono le motivazioni che spingono i giovani a tatuarsi  o a scegliere di non farlo?

Secondo uno studio dell’ University of North Texas (2007) che ha coinvolto 165 studenti universitari di un corso di marketing per indagare le ragioni dietro la scelta di tatuarsi,  le motivazioni dei giovani adulti si muovuono in un continuum tra il desiderio di costruzione di un’identità e di espressione della stessa.

I giovani scelgono perlopiù tatuaggi significativi, ovvero disegni a cui attribuiscono un significato e che, nell’esigenza di unicità e creatività, diventano atto ed espressione della propria personalità; ad esempio scelgono l’accesso al simbolismo culturale per rafforzare la propria identità attraverso l’appartenenza ad una dimensione sociale, oppure scelgono un disegno di commemorazione di persone care o eventi significativi per far conoscere i propri sentimenti e valori.

Questa scoperta conferma la visione secondo cui la scelta di imprimersi una modificazione corporea cela il bisogno di possedere un “sé esteso” nella giovane età (Belk 1988), ovvero un sé visibile all’esterno-palpabile, e sottolinea il significato del ruolo del corpo nella costruzione di un sé sociale (Turner 1980).

L’identità sociale nei tatuaggi è espressa anche attraverso la scelta di segnalare sul proprio corpo l’appartenenza a un gruppo (squadra sportiva, comitiva, club..) o l’adesione ad una moda, nell’immatura convinzione che “essere come gli altri” porti ad essere più ammirati e accettabili dai coetanei.

Le motivazioni alla base della scelta di tatuarsi nei giovani adulti hanno a che fare, dunque, con il rafforzare e il comunicare l’identita personale e l’identità sociale e vengono espresse principalmente attraverso la ritualizzazione, la ribellione e l’impulso.

L’esperienza di farsi tatuare (che coinvolge anche il superamento di paure e l’accesso al dolore corporeo) talvolta viene vissuta come più importante del significato stesso del tatuaggio: tatuarsi può essere simbolicamente vissuto come un rituale di passaggio (sociale)in cui il significato del disegno perde valore rispetto all’atto stesso. 

La ribellione e la liberazione dai propri genitori (o dalla cultura in generale) è un’altra motivazione autoespressiva. Il tatuaggio come espressione di ribellione, viene descritto come un fenomeno temporaneo, ma necessario talvolta nei giovani adulti per accedere ad una crescita individuale e lavorare su una personale scoperta identitaria.

Alla base della scelta di tatuarsi può esserci anche semplicemente un impulso irrefrenabile basato sull’instabilità della giovane età, spesso dipendente dal bisogno di imprimersi l’esperienza emotiva del momento; generalmente, con il tempo, questa scelta si associa alla nascita di rimpianti e all’intenzione di rimuovere i tatuaggi.

“I tatuaggi bisogna «soffrirli». Dopo aver vissuto qualcosa di particolare, lo si racconta tramite il tatuaggio come in una specie di diario.” Da “Educazione Siberiana” di Nicolai Lilin

La scelta di NON tatuarsi nasconde sempre motivazioni identitarie nei giovani adulti: accedere alla body art viene associato dai giovani non tatuati al rischio di perdere individualità e unicità per conformarsi ad un gruppo, di supportare lo stereotipo culturale secondo cui ogni giovane sceglie questa pratica e di perdere la dinamicità del sé, ovvero di accedere al vissuto di non poter cambiare. I giovani non tatuati sottolineano il bisogno di cambiare, di non cristallizzare la propria identità e poter cancellare e modificare, senza imprimere altre modificazioni corporee, emozioni e vissuti del passato. Le cicatrici, le smagliature e i cambiamenti naturali del corpo, vengono vissuti come strumenti più autentici di espressione del sé. Inoltre, a livello sociale, rinunciare ai tatuaggi, può far sentire i giovani non tatuati accettati in un gruppo che disapprova questa pratica (come chiesa, famiglia, lavoro) e può supportarli nel dissociarsi da gruppi e sottoculture considerate da loro emarginate o stigmatizzate. Le opposizioni si poggiano anche sul desiderio di prendere le distanze da mode e gruppi “in voga” e sulla paura di provare dolore o incorrere in potenziali infezioni.  

In conclusione, usciamo dalla dimensione della scelta individuale,  per descrivere un fenomeno sociale diffuso nella prima età adulta e culturalmente accettato. Tra i giovani è consuetudine regalare e ricevere in regalo tatuaggi in occasione di compleanni e altre occasioni significative.

Questa pratica fa del tatuaggio un artefatto ritualizzato a forte impatto affettivo. Il valore della procedura di regalo del tatuaggio è per lo più simbolico, il significato del disegno è solitamente condiviso tra i partecipanti (un infinito, una lettera, la rappresentazione di una passione comune…) e il rituale contribuisce al rafforzamento di un legame e di un’esperienza emotiva in comune.

Attraverso il corpo e il suo utilizzo anche relazionale, è possibile fare esperienze intense, necessarie per il sé e indimenticabili.   

Dott.ssa Emanuela Gamba

Psicologa e Psicoterapeuta a Roma (zona Prati)

tel. 389.2404480 – mail. emanuela.gamba@libero.it

Per Approfondire

Pentina I., Spears N. & Sager J. (2007) “Reasons behind body art adoption: what motivates young adults to acquire tattoos”, University of North Texas- Denton, American Marketing Association

Lemma A. , Sotto la Pelle. Psicoanalisi delle modificazioni corporee, 2011, Raffaello Cortina Editore

Lilin N., Educazione Siberiana, 2010, Ed. Einaudi

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