It’s a match!
L’amore ai tempi dell’argoritmo
“Quando si effettua una scelta, si cambia il futuro” – Deepak Chopra
Ragazza sola al bancone del bar, il barista le porge un drink indicando uno sconosciuto, i due si sorridono, un brindisi a distanza, lo sconosciuto si avvicina, i due iniziano a conversare. Tipica scena hollywoodiana di un incontro casuale che potrebbe anche rivelarsi l’inizio di una frequentazione. Qui non siamo a Hollywood ma le cose non accadono poi diversamente… eppure negli ultimi anni qualcosa è cambiato, al di là e al di qua dell’oceano.
La nascita dei siti di incontri non è cosa recente, ma la sua diffusione sì: da una decina d’anni, quando i siti d’incontri sono diventati disponibili nelle app per smartphone, le dating app hanno iniziato la loro ascesa.
Sono sempre più le persone che si rivolgono alle dating app per incontrare nuove persone e una delle ragioni principali è che diventa difficile intercettare nuove persone nella propria cerchia amicale. Il tempo libero è inversamente proporzionale al tempo dedicato al lavoro, che in molti casi copre un terzo (se non di più) della giornata di una persona. Le occasioni di fare nuovi incontri pertanto si riducono, poiché nel tempo libero si tende a dare la priorità ad hobby e attività fisica, amic3 e famiglia.
Le dating app diventano qui l’opportunità di espandere la propria rete e di conoscere nuove persone senza dover “vagare” in cerca d’incontri.
Rispondono insomma ad un bisogno di efficientare il nostro tempo. In fondo, l’evoluzione della nostra società è tutta basata su questo: facilitare, attraverso le tecnologie, l’accesso alle risorse.
Se abbiamo voglia di cibo indiano a mezzanotte, possiamo consultare un’app di food delivery. Se desideriamo un paio di scarpe ma non possiamo recarci in negozio, possiamo riempire il nostro carrello online. Se non abbiamo tempo di fare la spesa, possiamo farcela consegnare a casa. Se non possiamo aspettare per leggere un libro che non abbiamo ancora acquistato, possiamo acquistare l’ebook. Se dobbiamo pagare una multa, possiamo farlo con un click.
Sappiamo che questo fenomeno può prevedere anche l’altra faccia della medaglia, quella dell’ ”abbrutimento”: una rarefazione delle interazioni sociali a vantaggio dell’isolamento e della pigrizia. Ma, allo stesso tempo, non possiamo più separare la dimensione offline e quella online: viviamo una dimensione “on-life” dove queste due dimensioni si compenetrano e sono in continuità tra loro.
Dunque, in questo mondo onlife dove tutto è cambiato, poteva non cambiare anche il nostro modo di vivere le relazioni?
Kaspersky, una compagnia che si occupa di sicurezza online e privacy digitale, nel 2021 ha condotto un’indagine sulle abitudini nell’uso delle dating app di 18.658 persone adulte di tutte le età e orientamenti sessuali nei seguenti paesi: Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Egitto, Sud Africa, Cina,
Giappone, India, Australia, Indonesia, Brasile, Argentina, Messico, Russia, Colombia, Cile, Perù, Austria, Svizzera, Repubblica Ceca e Ungheria.
I risultati emersi suggeriscono che sì, l’algoritmo ha cambiato le abitudini relazionali delle persone. E non necessariamente in senso peggiorativo.
Emerge ad esempio che nelle app di dating si trova quel che si cerca, un ottimo modo di rimettere in mano alla persona singola l’opportunità di scelta rispetto alle relazioni intime, accrescendo quindi il suo senso di autoefficacia. Ne è passato di tempo dalla pratica dei matrimoni forzati o combinati (anche se purtroppo i primi ancora esistono in alcuni casi)!
Ma noi… sappiamo davvero cosa vogliamo? O meglio: ciò che desideriamo (razionalità) è in sintonia con ciò che ci piace (inconscio)? Questo è un tema centrale perché a volte potremmo raccontarci di cercare una relazione occasionale e trovarci insoddisfatt3 davanti all’indisponibilità dell’altra persona ad andare oltre. O viceversa, potremmo cercare una relazione stabile e spaventarci davanti ai segnali dell’altra persona in questa direzione.
Insomma… con la lista della spesa online è un po’ più semplice!
Ma poniamo il fatto che siamo delle persone che hanno lavorato su di sé e che sono consapevoli di ciò che gli piace e di ciò che desiderano… è possibile trovarlo?
Lo studio di Kaspersky ci racconta per esempio che un terzo delle persone intervistate usano le dating app perché sono in cerca di una relazione significativa. Anche se solo il 37% di queste hanno avuto successo ad oggi. Invece del 24% delle persone che cercavano un’intimità emotiva, ben 54% riconoscono di averla trovata. Rispetto poi alle persone che erano in cerca di un partner sessuale (27%) o a coloro che cercavano una relazione breve e poco impegnata (23%), il 60% riconoscono di aver avuto successo nell’impresa grazie alle app di dating.
Insomma: le percentuali non sembrano così scoraggianti rispetto a quello che accade negli incontri al bancone del bar. Sarà forse perché chi cerca trova? O, come diremmo noi psicolog3, che le cose sono pronte solo quando noi lo siamo?
La realtà è che le relazioni, che nascano online o offline, sono complesse e richiedono sempre, qualunque sia ciò che cerchiamo in essere, molte energie in termini di energie, tempo, emozioni. Possono essere estremamente appaganti, così come dolorosissime e a volte ci possono lasciare spaventat3, ferit3 da non volerci provare più.
Ma è anche vero che, come dice Woody Allen nel celebre film “Io e Annie” che abbiamo incredibilmente bisogno di uova. (segue cit)
“Sapete? Quella dove uno va da uno psichiatra e dice: Dottore, mio fratello è pazzo: crede di essere una gallina. E il dottore gli dice: Perché non lo interna?. E quello risponde: E poi a me le uova chi me le fa?. Beh, credo che corrisponda molto a quello che penso io dei rapporti uomo/donna (*nota dell’autrice: tutti i rapporti intimi*): e cioè che sono assolutamente irrazionali, e pazzi, e assurdi… Ma credo che continuino perché la maggior parte di noi ha bisogno di uova.”
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