E tu, quando metti su famiglia?
Come nasce un’aspettativa sociale

Alexander Pope

“Beato chi non si aspetta nulla dagli altri, perché non resterà mai deluso”

E tu, quando metti su famiglia?

Questa domanda spesso è seguita, nell’arco della vita, da altre fantastiche domande come: quando vi sposate? Non è ora di avere dei figli? Altre volte invece è preceduta da: quando ti laurei? Non è ora di trovarti un lavoro stabile?

Possiamo dire che più o meno a tutti e tutte è capitato di sentirsi rivolgere queste domande, provenienti da quelle aspettative sociali secondo le quali a ogni età corrisponde parallelamente uno status relazionale e/o formativo/lavorativo, ma da dove vengono queste aspettative?

: E tu, quando metti su famiglia?
Come nasce un’aspettativa sociale

Il modello della percezione sociale di Fiske ci dice che appena conosciamo una persona, la includiamo in una specifica categoria.

Se dovessimo scegliere di non approfondire il rapporto con questa persona, la categoria rimarrebbe sempre la stessa, mentre se decidessimo di conoscere meglio chi abbiamo appena incontrato, avremmo la possibilità di scoprire qualcosa che ci potrebbe portare a cambiare la categoria inizialmente assegnata.

Questo avviene perché abbiamo la necessità di semplificare i nostri rapporti con gli altri. Avere un’idea di come rapportarci con le persone con cui ci interfacciamo ci aiuta, anche se questo processo di categorizzazione è tutt’altro che preciso ed infallibile. Queste categorizzazioni ci permettono di creare idee sulle persone che ne fanno parte e da qui, essendoci creati una nostra idea appunto, inizieremo ad avere anche delle aspettative!

Le aspettative sociali sono “credenze riguardanti futuri stati di cose”, così le definivano gli psicologi sociali Roese e Sherman.

I due sostenevano che in ogni momento della giornata, in ogni situazione, conosciuta o nuova, le aspettative sociali ci permettono di considerare il mondo circostante, più prevedibile. Non ce ne accorgiamo, ma queste “credenze” spesso dirigono le nostre scelte ed i nostri comportamenti.

Il sociologo Robert K. Merton rispetto a questo sosteneva che le previsioni diventano una parte integrante della situazione e per questo influiscono inevitabilmente sugli sviluppi successivi.

Roese e Sherman individuarono cinque parametri sulla base dei quali definirono la natura di un’aspettativa.

Il primo parametro è la probabilità. La stima di chi ha un’aspettativa, che un determinato fatto, previsto, accada o non accada. Più è alta la probabilità stimata, più probabile sarà che essa influenzi il comportamento e i pensieri successivi.

Il secondo parametro è la fiducia, ovvero il grado di fiducia che diamo alla nostra credenza. Quanto ci fidiamo del nostro giudizio rispetto a quel determinato fatto.

Come terzo parametro per valutare un’aspettativa viene considerato il suo grado di astrattezza. Si valuta se l’aspettativa sia stata creata a partire da esperienze concrete e circostanziali oppure a partire da generalizzazioni astratte, che riportano all’esperienza fatta a partire da molti fatti, persone e situazioni.

Il quarto parametro è l’accessibilità. Per accessibilità si intende la facilità con la quale l’aspettativa tende ad innescarsi in una particolare situazione, portandoci ad agire e pensare in conseguenza di essa. Questo avviene in conformità con quanto recentemente e con quale frequenza l’aspettativa presa in considerazione si è attivata nel tempo in situazioni simili.

L’ultimo parametro con cui si può valutare un’aspettativa è la sua chiarezza. Più si riesce a verbalizzare un’aspettativa, più questa potrà essere definita chiara e potrà essere utilizzata con consapevolezza. Qualora non si riesca a verbalizzarla, il soggetto la possederà interiormente e la utilizzerà in modo del tutto inconsapevole.

Questi parametri ci aiutano a capire come nasce e come si “nutre” un’aspettativa!

Adeguarsi alle aspettative fa parte dell’adattamento sociale. Ci aiuta a costruire relazioni, a pianificare ed a organizzare i comportamenti, ma non sempre corrisponde a quello che realmente siamo. Sapere come nasce e come agisce un’aspettativa però, ci permette di intuire quali sono le aspettative che ci guidano in una determinata circostanza e di prendere coscienza del loro influsso sulle nostre decisioni ed i nostri comportamenti.

E quindi, come potremmo rispondere alla domanda: e tu, quando metti su famiglia?

Dott. Diego Bonifazi

Assistente Sociale a Roma

(+39) 3296614580

Email: diego.bonifazi@yahoo.it

Per Approfondire:

www.stateofmind.it

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