Disperato Erotico Stomp
I molteplici significati della masturbazione
“Prima di salir le scale mi sono fermato a guardare una stella
Sono molto preoccupato
Il silenzio mi ingrossava la cappella
Ho fatto le mie scale tre alla volta
Mi son steso sul divano
Ho chiuso un poco gli occhi
E con dolcezza è partita la mia mano”.
Lucio Dalla – da “Disperato Erotico Stomp”
La masturbazione è una pratica non frequentemente raccontata oppure spesso narrata attraverso luoghi comuni che purtroppo creano una sorta di ottundimento rispetto alla complessità di significati e alla simbologia che esso racchiude.
Vorrei proporvi una narrazione diversa da solito, fatta di domande e risposte che spero vi restituiscano diversi spunti di riflessione e magari riescano a rendere questa dimensione della sessualità interessante e coinvolgente quasi quanto le note poetiche di Lucio Dalla.
Quindi iniziamo andando per gradi.
Come possiamo definire la masturbazione?
L’ enciclopedia Treccani definisce la masturbazione come una “Pratica erotica, auto-erotica o etero-erotica, tendente alla provocazione dell’orgasmo e del piacere sessuale al di fuori dell’accoppiamento, mediante l’eccitamento manuale degli organi genitali. E’ detta anche ipsazione e, sia pure impropriamente onanismo.” Ci focalizzeremo successivamente su questo termine; per ora, intanto, aggiungo che viene fatta una distinzione tra COMPORTAMENTO MASTURBATORIO e STRUTTURA CARATTERIALE MASTURBATORIA che approfondirò nel corso dell’articolo.
Masturbazione e autoerotismo sono la stessa cosa?
Spesso questi due termini vengono usati come sinonimi; in realtà bisogna considerarli come fenomeni diversi. Infatti la masturbazione non sempre ha come fine il piacere erotico e non è esclusivamente diretta ai genitali; questa ha una molteplicità di significati che variano a seconda dell’età e quindi dalla funzione che gli viene attribuita. La masturbazione in età infantile, ad esempio, può essere letta come un segnale di malessere; in adolescenza può essere letta come uno strumento di conoscenza ma anche di ribellione. Nell’Età adulta e nella terza età può assumere una funzione antidepressiva ,ansiolitica ,sostitutiva e compensativa e di allontanamento di componenti aggressive.
Quando si inizia a parlare e studiare di masturbazione ?
Si inizia a parlare e studiare di masturbazione nel 700 quando nascono le prima specializzazioni in igiene. I primi studi venivano effettuati unicamente su pazienti psichiatrici; successivamente, anche grazie all’ apporto della Psicoanalisi, dove il sesso è un elemento centrale, lo studio si ampliò grandemente. La masturbazione per molto tempo è stata considerata un tabù, non tanto dalla Chiesa Cattolica, ma dalla Comunità scientifica stessa.
Cos’è l’Onanismo?
Onanismo è un termine coniato proprio nel 700 che indica, erroneamente, la masturbazione; in realtà, il termine è legato a Onan, un personaggio biblico, secondo figlio di Giuda che sposò Tamar, la vedova di suo fratello. Quindi per evitare di avere figli con lei usava il metodo del coito interrotto, quindi questo sostantivo è maggiormente legato a questa pratica che alla masturbazione ed è spesso usato con accezione negativa, soprattutto da parte della Comunità Cattolica.
La masturbazione è diretta solo ai genitali?
No, possono esserci diversi tipi di pratiche masturbatorie e non tutte sono dirette all apparato genitale.
Infatti esiste la MASTURBAZIONE ORALE: rivolta a zone come capelli, dita.
La MASTURBAZIONE MAMMARIA: rivolta prevalentemente alla zona dei capezzoli.
La MASTURBAZIONE ANALE.
La MASTURBAZIONE PSICHICA: ovvero tutte le forme di fantasie di ripristino che intervengono per darci sollievo in momenti di particolare crisi.
Quali sono i significati che si possono celare dietro ad una pratica masturbatoria?
Come ho già accennato prima la masturbazione non ha solamente una valenza erotica; ovvero non è solo un modo per ricercare piacere. Infatti può assumere diversi significati in relazione alla storia personale del paziente. Ad esempio può essere visto come un gesto di ribellione, un atto di conoscenza e esplorazione di sé stessi.
Masturbarsi può essere considerato un sintomo di qualche patologia?
La masturbazione come gesto di per sé non deve mai essere considerato un SINTOMO. Rientra nella sfera di una possibile patologia quando questo avviene con una certa ripetitività e implica una limitazione della libertà di scelta individuale. Qui è bene differenziare tra COMPORTAMENTO MASTURBATORIO, ovvero un’abitudine anche TRANSITORIA che nasce da un’esigenza incontrollabile contraddistinta dal ripetersi compulsivo di atti masturbatori e STRUTTURA CARATTERIALE MASTURBATORIA. Quest’ultima viene definita come un comportamento non transitorio che va al di là del singolo comportamento masturbatorio.
Ci sono differenze tra la masturbazione femminile e quella maschile?
Questa a mio avviso è fra tutte la regina delle domande sul tema; infatti per molto, tanto tempo (e credo che succeda ancora adesso) si associava la masturbazione unicamente al sesso maschile. Questo in un’ottica costante, a volte implicita della nostra società patriarcale, di costante abnegazione del piacere femminile. Il primo luogo comune che ne segue è che il maschio si masturbi più frequentemente della donna; questo è legato unicamente alla persona, indipendentemente dalla sua appartenenza sessuale anche se bisogna considerare dei fattori puramente biologici. Infatti i genitali maschili sono maggiormente accessibili, sono sempre in “bella vista” o meglio “ a portata di mano” mentre quelli femminili non sono così evidenti ma anzi, piuttosto nascosti. Ne consegue un’altra faccenda; ovvero che le donne possono avere forme di masturbazione più varie e complesse proprio per la maggiore complessità anatomica dei genitali. In qualche modo tutto ciò che è complesso richiede più possibilità e sfaccettature di manipolazione.
Ovviamente da queste possono nascere ulteriori domande, questioni con relative riflessioni, pensieri e possibili dissertazioni; tuttavia il mio intento era solo fornirvi degli imput per farvi salire le scale tre alla volta e andare a fare le vostre ricerche o magari chi lo sà….rimettervi ad ascoltare il grande cantautore Bolognose.
Lucio, infatti, con l’ironia della sue parole, che sembrano quasi saltellare davanti a noi mentre le ascoltiamo ripropone la complessità non solo dell’erotismo e dell’autoerotismo ma anche della condizione umana nel suo complesso. Una complessità, come abbiamo visto, è veramente una caratteristica di questa pratica e Lucio è così abile da percorrerla su una strada che si snoda tra realtà e immaginazione che realmente sono le due protagoniste di questo fenomeno.
Dott.ssa Chiara Moriglia
Psicologa e Psicoterapeuta
morigliachiara@gmail.com