Il disagio del Narcisismo
Così forte e così debole
Comincia sempre da te; in tutte le cose e soprattutto con l’amore. Amare è portare e sopportare se stessi. La cosa comincia così. Si tratta veramente di te; tu non hai ancora finito di ardere; devono arrivarti ancora altri fuochi finché tu non abbia accettato la tua solitudine e imparato ad amare. (C.G. Jung)
La differenza tra i livelli di narcisismo sano e narcisismo patologico è molto difficile da cogliere. Certi comportamenti possono essere patologicamente narcisistici in un individuo, mentre in un altro sono semplicemente la manifestazione di una sana autostima. A complicare ulteriormente le cose c’è il fatto che viviamo in una cultura narcisistica. Siamo servilmente devoti ai mezzi di comunicazione di massa ignorando sostanza e profondità. Dato questo ambiente culturale, è spesso problematico determinare quali tratti indichino un disturbo di personalità narcisistico e quali siano semplicemente adattamenti culturali.
Il legame di attaccamento che si instaura sin dai primi mesi di vita influenza l’intero sviluppo del bambino, con conseguenze che si manifesteranno in seguito, e che da adulto influenzeranno il suo sviluppo fisico, emotivo, sociale e cognitivo, con ripercussioni inevitabili nelle relazioni che instaurerà nel corso della sua vita. Esiste un ampio consenso nel ritenere che l’origine della formazione di personalità narcisiste vada individuata essenzialmente in carenze relative alla prima fase della vita dell’essere umano, in relazione con il rapporto diadico madre- bambino che è stato disfunzionale, caratterizzato da mancanza di sintonizzazione emotiva e da traumi di cui non resta spesso memoria autobiografica perché verificatesi lungo la fase preverbale.
Continuamente la diade madre- bambino negozia le transizioni tra i vari stati cognitivi e comportamentali, emotivo e affettivi. Ad esempio, se il bambino, dopo aver sperimentato un’esperienza negativa, impara che è possibile gestire e superare la negatività se la madre attiva il processo di riparazione di quella esperienza negativa attraverso affetti positivi, è possibile che la mancanza di sintonizzazione emotiva possa essere recuperata. Se la vicinanza, l’affetto, la cura sono stati negati, ma anche se il genitore è iperprotettivo, ansioso, incongruo perché non facilita lo sviluppo del bambino della distinzione tra sé e l’altro, se il genitore non è disponibile, per quanto fisicamente presente, se i messaggi relativi all’affetto e alle emozioni sono stati contraddittori, il bambino che li avevi ricercati disperatamente potrà da adulto fare sforzi altrettanto disperati per evitare l’abbandono. Non avendo potuto dipendere positivamente da un genitore buono e accogliente, il bambino difensivamente è costretto a negare ogni forma di bisogno, di tenerezza e di dipendenza. Questa posizione difensiva verrà in seguito adottata inconsciamente non soltanto verso i genitori, ma verso tutti quelli che, nella vita, gli proporranno amore e dipendenza.
All’origine del narcisismo c’è il fallimento del rapporto con l’altro. Un attento esame della qualità delle relazioni interpersonali può aiutare ad identificare le forme patologiche di narcisismo. Nelle relazioni sane si possono individuare alcuni tratti fondamentali, come l’empatia e la preoccupazione per i sentimenti degli altri, un sincero interesse per le loro idee, la capacità di tollerare l’ambivalenza nei rapporti di lunga durata, la capacità di riconoscere il proprio contributo nei conflitti interpersonali. Al contrario, l’individuo con un disturbo narcisistico di personalità si accosta agli altri trattandoli come oggetti da usare o abbandonare a seconda dei suoi bisogni, incurante dei loro sentimenti. Gli altri non sono percepiti come persone che hanno un’esistenza separata o esigenze specifiche.
A un primo superficiale impatto il narcisista si mostra, nella vita e nel lavoro, una persona affascinante. Dietro però a questa facciata accattivante, si nasconde una persona fredda e dura che manifesta una buona dose di insensibilità per i diritti altrui. Le persone che lo circondano sono infatti idealizzate se disposte a fornirgli ammirazione e consensi, mentre sono considerate prive di valore e addirittura disprezzate quando non sono manipolabili e utilizzabili per il proprio tornaconto. Il narcisista sembra essere totalmente incapace di provare tenerezza, ammirazione, dolore e pena per l’altro. Non avendo potuto sperimentare l’accoglienza della propria debolezza da parte di una madre contenitiva, queste persone non sanno loro stesso accogliere tali aspetti fragili e poveri dentro di sé e sono costrette a negarle e a liberarsene, proiettandole all’esterno per poi attaccarle e distruggerle con violenza in coloro che le manifestano. A causa dell’incapacità del narcisista di provare affetto e tenerezza verso chiunque, chi si lega a lui sarà destinato a vivere una grande povertà di sentimenti e una continua sottomissione al volere dispotico. Quando ci si imbatte in questa categoria di persone ad “alta tossicità”, non sempre si riesce ad identificarle nell’immediato a causa della loro capacità di incantare, raggirare, manipolare.
L’incontro terapeutico oltre ad essere un’esperienza di contenimento, rappresenta l’occasione per fare luce sui propri vissuti: offre la possibilità di rivivere, di riconoscere e di riparare le esperienze dolorose del passato. Aiuta a pensare, cioè a trasformare le proprie esperienze prive di significato in esperienze che acquistano senso, valore e possono essere utilizzate per costruire altri pensieri. Poiché la mente è relazionale, attraverso la relazione terapeutica si consentirà al narcisista di attuare e stabilizzare un cambiamento personale significativo e di conseguenza anche la comunicazione personale diventerà più rispettosa di sé, degli altri e dell’interazione tra se e gli altri.
Dott.ssa Francesca Veccia
Psicologa, Psicoterapeuta – Riceve su appuntamento a Roma
tel. 3382756190 – mail veccia.francesca@gmail.com
Per Approfondire
Aquilar F. (2013) Parlare per capirsi. Strumenti di psicoterapia cognitiva per una comunicazione funzionale. Franco Angeli
Cerato M. (2011) Incontri ravvicinati. Psicoanalisi: un viaggio attraverso le parti più intime di sé e dell’altro. Effatà Editrice
Gabbard G. O. (2005) Psichiatria Psicodinamica. Raffaello Cortina Editore
Scaglioso C. M. (2019) Violenza domestica. Una perversione sociale. Armando Editore
ammirazione, disprezzo, idealizzazione, insensibilità, narcisismo, sottomissione
melania
Brava !
Articolo vero e interessante.
Posso confermare il tutto nella mia esperienza di vita, a contatto con persone con queste caratteristiche lacunose.