Stealthing
Un abuso mascherato

Lo stealthing, dall’inglese traducibile in “farlo di nascosto”, è una pratica in cui l’uomo, durante il rapporto sessuale, sfila il preservativo di nascosto alla propria partner.

Una ricerca di Alexandra Brodsly, per il National Women’s Law Center pubblicata nel 2017, evidenzia come questo comportamento sia più diffuso di quanto si pensi (sia in ambiente eterosessuale che omosessuale). Nel 2021 dei dati raccolti in USA dal Washington Post mostrano che il 12% delle donne dai 21 ai 30 anni ha subito questo abuso, mentre il 10% degli uomini dichiara di averlo fatto almeno 4 volte nella vita.

Il termine stealthing è stato coniato in Gran Bretagna  nei primi anni duemila, quando questo tipo di pratica  conquistò, negativamente, una certa ribalta mediatica. Nel paese anglosassone divenne un problema a tal punto da essere riconosciuto legalmente, in poco tempo, come un vero e proprio abuso sessuale. Considerazione che verrà fatta in seguito da altri paesi europei.

Purtroppo, negli ultimi anni, anche l’Italia non è stata risparmiata dalla diffusione di questo tipo di comportamento.

Perché viene messo in atto questo comportamento?

Statisticamente sono più gli uomini a metterlo in pratica rispetto alle donne (anche se esistono esempi in cui è la partner a cercare di danneggiare il preservativo di nascosto, ma sono più rari). Perché lo fanno? Ovviamente non esiste una risposta diretta e univoca a questa domanda. Secondo le ricerche effettuate le motivazioni principali sembrano essere due.

La ricerca di un maggiore piacere. Statisticamente agli uomini non piace molto l’utilizzo del preservativo, considerato come un ostacolo nel provare sensazioni più piacevoli. Lo stealthing, dunque, diventa un comportamento attraverso il quale ottenere un piacere più appagante dal rapporto sessuale.

Il secondo motivo, invece, è una dinamica di potere che si mette in atto con l’altro. Attraverso lo stealthing si aggira il consenso dell’altra persona, sperimentando la sensazione di violare qualcosa, mettendo in atto un comportamento che spesso viene sottovalutato. Dalle persone che hanno ammesso di aver esercitato questo tipo d’ azione emerge raramente un senso di colpa. Riconoscono di essere stati scorretti e aver fatto qualcosa che, in qualche modo, ha invaso i confini dell’altro, ma tendono a sminuirlo etichettandolo come un comportamento tutto sommato normale e poco rischioso.

Entrambe queste motivazioni derivano da distorsioni cognitive piuttosto diffuse che possono rivelarsi anche pericolose. Il preservativo, considerato nemico del piacere, è spesso legato a una semplice questione di abitudine e può, anzi, rivelarsi uno strumento divertente e stimolante da usare con il proprio partner. Consideriamo poi che esistono tipologie diversissime ormai adatte a ogni tipo di fantasia, piacere e comodità.

La seconda problematica riguarda il sottovalutare un comportamento che può portare a conseguenze anche molto gravi, come gravidanze indesiderate (rispetto alle quali emerge purtroppo un senso di deresponsabilizzazione da parte dell’uomo, come se l’eventuale conseguenza non lo riguardasse) e l’esposizione al rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili. Il preservativo resta il miglior metodo contraccettivo per difendersi dal contagio di eventuali malattie sessuali. (per un maggiore approfondimento leggere Toxic Masculinity – Liberarsi dell’uomo violento).

La zona grigia in cui finisce chi lo subisce.

Come abbiamo visto lo stealthing è un comportamento violento classificabile come un vero e proprio abuso, atto a ledere la libertà dell’altro. Purtroppo, però, viene spesso sottovalutato, non solo da chi lo mette in atto ma anche da chi lo subisce. La “vittima”, non appena si accorge di quello che è accaduto, riconosce la sensazione di essere stata violata, può provare disagio e malessere. A questo, però, si accompagnano spesso sentimenti di vergogna, paura di deludere l’altro o di apparire troppo rigida/o. In poche parole chi subisce lo stealthing  può soffocare la rabbia relativa all’atto, arrivando anche a sminuirlo, pur riconoscendo di aver subito qualcosa di estremamente spiacevole.

Ricordiamo che il consenso non è un optional. Lo stealthing è un atto che va riconosciuto e condannato per quello che è, ovvero un comportamento abusante. Il consenso, durante il sesso, legalmente, deve perdurare per l’intero rapporto e lo stealthing va a minare proprio le basi sul quale c’è stato l’accordo sessuale (implicito o esplicito) iniziale, modificando il contesto rispetto al quale abbiamo dato il nostro consenso (ovvero che se ci avessero chiesto di non usare il preservativo avremmo detto di no fin dall’inizio). Il sesso necessita di regole che vanno condivise e soprattutto rispettate; non bisogna scendere a compromessi, per vergogna o per far contento l’altro, mettendo a rischio la propria salute. Dobbiamo rispettare il nostro corpo, che ci appartiene e sul quale solo noi abbiamo totale libero arbitrio. Dobbiamo ricercare il nostro benessere, riconoscendo i nostri confini, mostrandoli agli altri e allontanando chi cerca di violarli egoisticamente. Non dobbiamo aver paura di riconoscere di aver sbagliato o di esserci fatti ingannare, tiriamo fuori le nostre sensazioni e diamo voce a quello che sentiamo dentro, trasformando quello che proviamo in strumenti che possano proteggerci.

Ricordiamo che un no è sempre un no, senza eccezioni.

“Segui sempre le 3 “R”: Rispetto per te stesso, Rispetto per gli altri, Responsabilità per le tue azioni.”– Dalai Lama –

Dott. Luca Notarianni

Psicologo, riceve su appuntamento a Roma

cell.3804739760

email: luca.notarianni@alice.it

Per approfondire

Brodsky, Alexandra “Rape-Adjacent”, Columbia Journal, 2017

Brodsky, Alexandra “Sexual Justice”, Metropolitan Books, 2021

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