Desiderare
Distogliere lo sguardo dalle stelle
«Cos’è la sofferenza psichica?»
«è quando una vita si accorge di essersi allontanata dalla legge del suo desiderio. Di essere andata in un’altra direzione».
(M. Recalcati)
Il verbo latino «desiderare» deriva dal composto della particella de – che indica l’atto di distogliere lo sguardo dalle stelle, dunque implica una mancanza. Il cielo stellato è costituito da una moltitudine di costellazioni dunque quando guardiamo in alto nel cielo contempliamo un agglomerato di astri che simbolicamente possono farci pensare alla complessità della nostra mente che è insita nell’atto stesso di desiderare.
Spesso parliamo di desideri ma sempre meno siamo soliti effettuare una riflessione su quanto il desiderio non sia affatto una questione semplice e quanto spesso desideriamo altro rispetto a ciò che realmente ha a che fare con noi stessi, con la propria autenticità.
Lacan parla di altruismo permanente che accade quando la dimensione dei nostri desideri si offre in sacrificio per la soddisfazione del desiderio dell’Altro. In questo senso avviene una sostituzione dei nostri desideri con quelli degli altri più o meno imposti e ci si allontana dalla legge che struttura il reale e proprio sistema del desiderare andando incontro alla generazione di una sofferenza psichica per aver direzionato le nostre azioni in un altro senso.
Il sintomo si va a costituire partendo proprio dall’agire ripetutamente (coazione a ripetere) allontanandosi dal desiderio quindi andando in una direzione altra che sia arricchire la mancanza dettata dall’assenza di un cielo stellato da continuare ad ammirare con lo scopo di prenderne almeno una, di stella.
Dunque l’esperienza della psicoterapia implica una restituzione di contatto con le parti di Sè ove abitano i desideri che le compongono.
Il desiderio è una potenza che appartiene all’inconscio e che contribuisce a dare significato all’esistenza dell’essere umano per la sua dimensione vitale. Se esso appartiene ad una dimensione profonda e spesso recondita, ogni volta che si affaccia alla dimensione della consapevolezza, l’Io è soggetto ad un indebolimento e al rischio di vacillamento quindi la situazione può apparire meno controllata in quanto essa sfugge alla sfera cognitiva ed è impossibile eseguire un discernimento in quanto l’essere umano non ha la possibilità di governare il suo desiderio che è artefice di uno sconfinamento del territorio conosciuto dell’Io.
A questo punto possiamo riflettere su quanto sia difficile uscire dall’altruismo permanente di cui parla Lacan, dalla nevrosi causata da una mancanza di desiderio quando il desiderio è una forza che bussa alla porta dell’inconscio e scuote le regioni più intime del Sè, è secondo Freud una intrusione nel campo identitaria dell’Io.
Il desiderio esiste nella misura in cui proviamo angoscia per la sua stessa esistenza.
L’angoscia si presenta come un turbinio di emozioni, come un disorientamento, una sensazione di improvvisa perdita del nostro consueto ancoraggio. Non ci resta che distogliere un attimo lo sguardo dai nostri conosciuti punti di riferimento per agire nella direzione che più sentiamo ci appartenga perché agire, secondo Lacan, è un modo per strappare all’angoscia la sua certezza e la fuga da quella stessa angoscia alimenta l’incertezza e il senso di indefinitezza in cui è complicato nonché doloroso stare.
Questa lettura del desiderio ci permette di essere consapevoli dell’impotenza di fissare le stelle lontane, di saperla attraversare per poter sperimentare l’angoscia di distogliere lo sguardo da luci di riferimento, sperimentare la mancanza/angoscia per poter accogliere istintualità che ci possano condurre verso oggetti del desiderio arricchenti.
In questo senso, se non possiamo governare il desiderio perché esterno al nostro Io, anzi rappresentante di minaccia dello stesso, possiamo essere responsabili delle nostre capacità e di ciò che desideriamo Responsabili della scelta non di cosa desiderare, ma di consolidare il talento di perseguire il personale percorso verso ciò che è atteso.
Dott.ssa Ilaria Pellegrini
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Per approfondire:
- Freud, S. (1920). Al di là del principio del piacere
- Nevo, E. (2010). La simmetria dei desideri
- Recalcati, M. (2012). Jacques Lacan. Desiderio, godimento e soggettivazione
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