Genitorialità
La relazione genitore- bambino

Ad un certo punto della loro vita, io credo, la maggior parte degli esseri umani desidera avere dei bambini e desidera anche che i propri figli crescano sani, felici e fiduciosi di Sé. Impegnarsi a fare i genitori significa perciò mirare in alto”
John Bowlby         

​Il percorso di un nucleo familiare può essere individuato nella costruzione formale della coppia che rappresenta, attraverso la decisione di andare a convivere o attraverso il matrimonio, il primo evento di transizione significativo in cui l’intero sistema è coinvolto. Si formalizza, dunque, l’incontro tra due storie familiari che, nel nuovo nucleo, vengono in contatto, creando un terzo modo di essere famiglia. 

Il nucleo familiare, dovrebbe rappresentare, per un bambino, il luogo più importante per la sua sicurezza e serenità e il fondamento su cui andrà a costruire la propria personalità. È nell’ambiente domestico, infatti, che i figli sperimentano i primi contatti con l’altro, fanno esperienza del diverso da sé e comprendono di essere soggetti unici e irripetibili. La relazione tra genitore e figlio è un legame affettivo complesso, che non ha una struttura lineare, tale per cui di fronte alle azioni di uno sia possibile avere una reazione unica e diretta da parte dell’altro, ma va intesa come una struttura circolare in cui ogni atto e ogni risposta si influenzano e si trasformano attraverso processi relazionali più articolati e profondi. La qualità relazionale che si instaura tra genitore e figlio ha un impatto sullo sviluppo del Sé. 

La nascita di un figlio porta un importante cambiamento nella coppia introducendo per sempre, un ruolo e un legame, quello genitoriale. L’acquisizione del ruolo genitoriale richiede al singolo partner la capacità di ridefinire la propria identità e rappresenta un momento di verifica del proprio percorso di maturazione ed individuazione, del suo essere stato figlio e del tipo di relazione che ha avuto con i propri genitori. Gli studi di Mary Main basati sulla teoria dell’attaccamento, individuano una stretta correlazione tra le esperienze vissute dai genitori quando questi erano piccoli e il legame che essi instaurano a loro volta con i propri figli. Il tipo di attaccamento avuto con i propri genitori porta a costruire un modello operativo interno (MOI) che una volta stabilizzatosi va ad influenzare il modo di essere genitore. Nel relazionarsi con il proprio figlio, ogni genitore mette in atto determinati atteggiamenti, condotte e strategie. L’insieme di questi comportamenti e le modalità con cui questi si esplicano prendono il nome di “stile genitoriale”. La prima a effettuare una classificazione sistematica degli stili genitoriali è stata Diana Baumrind la quale ha individuato tre modelli, ognuno dei quali sembra avere particolari conseguenze sui figli. Secondo l’autrice i genitori autoritari sono molto controllanti, si aspettano che i figli facciano quello che loro dicono e contrattano raramente; i figli tendono più degli altri ad essere ribelli, socialmente incompetenti e dipendenti. I genitori permissivi sono amorevoli ma controllano poco il comportamento della prole e la sottopongono a poche richieste; di conseguenza, i figli tendono ad essere poco interessati ai risultati e poco orientati all’autoaffermazione. Lo stile più positivo nel ruolo di genitore è quello autorevole in cui il calore e l’affetto si combinano con un saldo controllo. I genitori autorevoli sono fermi nella disciplina al pari di quelli autoritari, ma a differenza di questi sono amorevoli e partecipativi con i loro figli, tenendo conto del punto di vista e coinvolgendosi nella loro vita. Il risultato di questo felice quadro familiare è costituito da figli socialmente responsabili, sensibili, autonomi, dotati di un buon livello di autostima. Questo tipo di stile è molto positivo per la crescita dei figli, perché essi sanno di poter contare su delle figure che rappresentano dei saldi punti di riferimento ai quali possono ispirarsi come modello comportamentale da seguire. 

Una delle condizioni indispensabili affinché il processo educativo venga a realizzarsi con efficacia è caratterizzato dalla coesione educativa ossia dalla capacità dei genitori di mantenersi uniti e concordi nella gestione della relazione educativa che è possibile realizzare attraverso un reale dialogo all’interno della coppia. Gli effetti della mancata coesione educativa possono determinare confusione e disorientamento dei figli a causa di risposte contrastanti l’una dall’altra da parte dei genitori, continua improvvisazione nell’intervento educativo dei genitori, favorisce atteggiamenti oscillanti tra il rigido autoritarismo e il debole permissivismo aumentando ulteriormente confusione, manipolazione e rabbia nei figli. Anche quando si vive una relazione in crisi o si è separati, due genitori responsabili dovrebbero distinguere la relazione di coppia da quella genitoriale e sforzarsi di trovare un accordo come genitori. 

Diventare genitori, dunque, rappresenta una grande opportunità di crescita come individui, perché si ritorna, anche se con un ruolo diverso, all’interno di una relazione genitore- figlio.

Un figlio che nel rapporto con i propri genitori ha raggiunto una buona solidità personale e un buon livello di individuazione è maggiormente predisposto a rappresentare un valido riferimento per i propri figli e ad entrare in contatto con i loro bisogni affettivi ed emotivi. Una mancata e profonda comprensione della propria storia può far si che il genitore rimanga dipendente e vincolato al modello che ha appreso e non si dia il permesso di trovare modi adeguati al presente nell’educazione dei figli. Esperienze non completamente elaborate possono dare origine a questioni non risolte o lasciate in sospeso: questi stati della mente impediscono di pensare lucidamente e di mantenere atteggiamenti flessibili e influenzano le interazioni con i figli e le modalità con cui ci si relaziona con loro. Coloro che non riescono almeno in parte a chiarire le origini dei loro comportamenti e delle intense reazioni emotive non possono essere consapevoli delle questioni non risolte e dell’ambivalenza parentale che tali questioni contribuiscono a creare. Avere una profonda conoscenza e comprensione di se stessi e della propria storia può liberare dai modelli del passato che imprigionano il presente. 

Dott.ssa Francesca Veccia

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cell. (+39) 3382756190

Email: veccia.francesca@libero.it

Per maggiori approfondimenti:

– Barone L., Lingiardi V., 2016. Famiglie moderne. Genitori e figli nelle nuove forme di famiglia. Edra 

– Gambini P. 2007. Psicologia della famiglia. La prospettiva sistemico- relazionale. Franco Angeli, Milano

– Maggi M., Ricci A. 2021. Educare alla genitorialità. Manuale operativo a uso formativo e autoformativo per potenziare e sostenere le competenze genitoriali. Franco Angeli, Milano

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