Lasciarsi cadere nell’altro. La fiducia nelle relazioni
Qualche sera fa, all’evento “Buskers in town” svoltosi nel quartiere centocelle di Roma, un artista di strada, che si esibì con delle acrobazie su di un palo tenuto in piedi da corde tirate da otto volontari, chiuse la sua esibizione coinvolgendo una bambina…
La fece mettere ai piedi del palo e lui si arrampicò fin sulla cima, si capovolse a testa in giù e le disse che lei avrebbe dovuto prendergli la testa al suo arrivo, per evitare che battesse a terra. La bambina, evidentemente impaurita da tutta quella responsabilità, protese le mani in avanti in attesa di ospitare l’arrivo dell’artista. L’acrobata terminò il numero lasciandosi scendere dal palo,sempre a testa in giù, prima velocemente, poi rallentando per farsi accogliere dalle braccia della bambina, che liberò un sorriso pieno di gioia.
Tra gli applausi del pubblico l’artista, abbracciò la bambina e le disse: “Hai visto? Questo spettacolo è stato possibile grazie alla fiducia. Mi sono fidato di otto sconosciuti per sostenere il mio palo, e mi sono fidato di te per l’ultimo numero. Senza la fiducia negl’altri non avrei potuto eseguire questo spettacolo. Torna a casa e abbi sempre fiducia negl’altri e nel futuro.”
Bhè, quella bambina lo guardò e gli sorrise facendo trapelare l’evidente confusione generata da quella frase. Magari quella sera la piccola non riuscì a cogliere il messaggio che le fu mandato, ma per chi osservò con attenzione tutta la scena, sicuramente quella scena può aver dato il via a grandi spunti di riflessione.
Il modo migliore per scoprire se ci si può fidare di qualcuno è dargli fiducia.
(Ernest Hemingway)
La fiducia è il tassello fondamentale di tutte le relazioni importanti; le amicizie, gli amori o i legami familiari. Poche dimensioni psicologiche sono così complesse, ma allo stesso tempo così produttive, come fidarci di un’altra persona e consegnare a quest’ultima parte di noi stessi.
A pensarci bene, tutte le nostre relazioni, anche quelle più superficiali, hanno al loro interno una buona dose di fiducia. Salendo su un autobus ci fidiamo delle capacità di guida dell’autista; andando dal medico ci fidiamo dei suoi consigli e della sua esperienza; e così potremmo portare centinaia di altri esempi.
Se non fosse così, se fossimo costantemente timorosi e diffidenti, correremmo seriamente il rischio di cadere in una serie di disturbi psicologici che non ci permetterebbero più di instaurare relazioni sane con gli altri e sostanzialmente non ci permetterebbero di svolgere nessuno dei nostri impieghi o hobbies.
Gli esseri umani sono per natura socievoli e quando le relazioni non sono proficue, o peggio ancora ci deludono o tradiscono, il cervello elabora tutto questo come una profonda dolorosa ferita, difficile da rimarginare.
Infatti la neuroscienza ci spiega che l’ossitocina sarebbe in realtà l’autentico collante delle nostre relazioni sociali. È essa che forma il vincolo della fiducia, è essa che ci fa essere generosi e che interpreta gesti come positivi e favorevoli. Quando proviamo esattamente il contrario, il cervello interpreta ciò come una minaccia, favorendo il rilascio di cortisolo: l’ormone dello stress e dell’ansia.
Qualsiasi processo sociale al quale attribuiamo un valore positivo stimola immediatamente una precisa area del cervello: la corteccia prefrontale mediale. Quest’area del cervello è associata alle ricompense e alle emozioni positive. Inoltre, è anche la zona in cui consolidiamo molti di quei ricordi associati alle nostre relazioni per prendere decisioni riguardo ad esse. Si è potuto notare che la qualità di tutti i processi basati sulla socializzazione positiva conformano un cervello più forte, con una minore sensazione di paura, di incertezza e di angosce esistenziali. Tuttavia, a volte basta vivere un tradimento affinché parte di quest’attività neurobiologica si alteri completamente. Le delusioni emotive, infatti, stimolano le stesse aree del dolore associate ad una sofferenza fisica. Tutto ciò ci porta senza ombra di dubbio a concludere che il comportamento prosociale più sincero e le relazioni di fiducia più intime sono fondamentali per il nostro benessere. Sperimentare il contrario ci fa vivere sconnessi dalla vita per un determinato periodo di tempo.
La fiducia è un atteggiamento nei confronti della vita. Tutti abbiamo provato in prima persona le emozioni che emergono da una delusione. Sappiamo che sapore ha e perché il nostro cervello interpreta questa mancanza di armonia come una scottatura, come la disgregazione di un bene prezioso che pensavamo fosse indistruttibile e duraturo. È normale sentirci umiliati e ancora peggio, pensare di essere i responsabili di un simile risentimento, dato che ci siamo fidati. Ma siamo molto lontani dalla realtà. Lo sbaglio non sarà mai di chi si fida, poiché questa è la nostra natura, fidarsi è una necessità istintiva del cervello. Al di là di come ci trattino alcune persone in certi momenti, dobbiamo essere capaci di guardare oltre. È necessario capire che la fiducia è un atteggiamento verso la vita in generale, non verso alcune persone in concreto che ci hanno fatto soffrire in un determinato momento del nostro passato. Vivere, avanzare e crescere implica assumere che, a volte, ci sono dei rischi.
Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, famoso cantautore romano, nella sua “mi fido di te” tratta il tema della fiducia.
Forse fa male eppure mi va
Di stare collegato
Di vivere di un fiato
Di stendermi sopra al burrone
Di guardare giù
La vertigine non è
Paura di cadere
Ma voglia di volare
Mi fido di te
Io mi fido di te
Ehi mi fido di te
Cosa sei disposto a perdere
Anche Jovanotti parla della fiducia pensando a tutti i rischi che questa porta con sé, ma alla fine, qualunque sia il prezzo da pagare, “Io mi fido di te”.
Dare fiducia agl’altri significa anche avere fiducia in sé stessi, sapere c’ho che si vuole ed essere pronti a mettersi in gioco per ottenerlo; essere consapevoli che se dovesse andar male si saprà come rialzarsi e tentare nuovamente.
A tal proposito i Florence and the machine, gruppo musicale britannico, nella loro “rabbit heart”, affrontano molto bene il tema della lotta interna che ognuno di noi può trovarsi ad affrontare per riuscire a tirare fuori il coraggio di rischiare, e “lasciarsi cadere nell’altro”.
Was that the wrong pill to take? (raise it up)
Era la pillola sbagliata da prendere? (Sollevalo)
You made a deal and now it seems you have to offer up
Hai fatto un patto e ora sembra tu debba fare un’offerta
But will it ever be enough? (raise it up, raise it up)
Ma sarà mai abbastanza? (Sollevalo, sollevalo)
It’s not enough (raise it up, raise it up)
Non è abbastanza (Sollevalo, sollevalo)
Here I am, a rabbit-hearted girl
Eccomi qui, una ragazza con il cuore di un coniglio
Frozen in the headlights
Pietrificata nei fanali
It seems I’ve made the final sacrifice
Sembra io abbia fatto il sacrificio finale
We raise it up, this offering
Noi la solleviamo, questa offerta
We raise it up
La solleviamo
This is a gift, it comes with a price
Questo è un regalo, viene con un prezzo
Who is the lamb and who is the knife?
Chi è l’agnello e chi il coltello?
Midas is king and he holds me so tight
Mida è il re e mi stringe così forte
And turns me to gold in the sunlight
E mi trasforma in oro nella luce del sole
I look around, but I can’t find you (raise it up)
Mi guardo intorno, ma non riesco a trovarti (Sollevala)
If only I could see your face (raise it up)
Se solo potessi vedere il tuo volto (sollevala)
Instead of rushing towards the skyline (raise it up)
Invece di affrettarmi verso l’orizzonte (sollevala)
I wish that I could just be brave
Vorrei essere semplicemente coraggiosa
I must become a lion-hearted girl
Devo diventare una ragazza cuor-di-leone
Ready for a fight
Pronta a combattere
Before I make the final sacrifice
Prima di fare il sacrificio finale
La fiducia è una risposta, un atteggiamento verso il presente che ci permetterà di raggiungere un futuro più felice, più libero, più completo.
Assistente Sociale a Roma
(+39) 3296614580
Email: diego.bonifazi@yahoo.it
Per Approfondire:
PNL E COACHING – La chimica della fiducia
Jovanotti – Mi fido di te
Florence and the machine – Rabbit heart