La coppia perfetta. il punto di vista della psicologia

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Conoscere le probabilità di riuscita di un rapporto di coppia, fin dall’inizio di una nuova relazione, è un desiderio che accomuna molte persone. In tanti vorrebbero essere a conoscenza delle probabilità che la propria storia ha di proseguire nel tempo, oppure di interrompersi per diverse ragioni, tra cui un’incompatibilità di carattere o per aspettative divergenti.

Molti psicologi hanno tentato di fornire una risposta a questi quesiti, in particolare il dottor John Gottman, fondatore del “Love Lab” di Seattle, un centro all’avanguardia per lo studio delle dinamiche di coppia. Gottman e James Murray, matematico della Washington University hanno elaborato una formula matematica in grado di stimare la probabilità di fallimento di una relazione.

La formula è il risultato di uno studio iniziato negli anni ’90, basato sull’osservazione longitudinale di centinaia di coppie appena sposate. L’osservazione, di tipo microscopico, assegnava punteggi a comportamenti quali lo scambio di sorrisi, e lo sguardo di sostegno, e il contatto fisico, mentre le disconferme verbali, il non rispettare i turni per parlare, i segnali non verbali di insofferenza facevano perdere punti. Da questa grande mole di dati i due studiosi hanno elaborato l’Equazione dell’Amore. Questa formula misura la reazione emotiva che i partner sperimentano rispettivamente durante un’interazione verbale. Secondo l’ipotesi dei due studiosi, le probabilità di far durare la relazione nel tempo dipende dalla qualità di queste reazione.

La formula si presenta in due versioni, per lui e per lei, e descrive la reazione del soggetto al comportamento del partner. La formula misura la reazione emotiva del soggetto da solo; l’umore alla presenza dell’altro e infine l’influenza esercitata dal partner.

Secondo quanto emerso da questo studio, la risultante dell’applicazione della formula ai rapporti di coppia affermerebbe che il dialogo è l’ingrediente fondamentale per far funzionare una relazione. La comunicazione efficace, basata sulla possibilità di avere uno scambio verbale in cui i tre canali comunicativi, verbale, non verbale e paraverbale siano il più possibili coerenti, in cui non si facciano inferenze sullo stato emotivo dell’altro, in cui è possibile comunicare all’altro il proprio stato emotivo e i propri bisogni, senza far sentire l’altro manchevole aiuterebbe a garantire la durata di una relazione. Facile a dirsi, ma il professor Gottman ha creato il Love Lab proprio a questo scopo. Vengono organizzati dei workshop della durata di un weekend per apprendere le migliori strategie per uno stile comunicativo più efficace e adatto a salvaguardare il legame di coppia.

Sempre secondo Gottman esistono altresì 4 indicatori comportamentali che predicono la durata di una relazione. Secondo lo studioso Nordamericano esisterebbero i cosiddetti “quattro cavalieri dell’apocalisse”, quattro comportamenti così distruttivi da essere in grado di mettere fine al benessere della coppia. Questi atteggiamenti tendono ad emergere quando i partner non sono in grado di gestire le proprie emozioni. Il primo indicatore è la CRITICA: questo indicatore è inteso da Gottman come la volontà di fornire un giudizio sull’altro, che non prende di mira il comportamento ritenuto inadeguato, ma l’intera persona che lo ha messo in atto, la sua personalità e il suo modo di vedere il mondo. Secondo Gottman è molto importante fornire feedback sul comportamento del nostro partner, ma in una modalità empatica ed efficace, che faccia notare la propria reazione emotiva al comportamento dell’altro, distinguendo in modo efficace tra l’altro, e il comportamento che questi ha messo in atto, stando attenti a non generalizzare o attribuire etichette al partner (es. sei un incapace vs questo comportamento è inadeguato e mi ferisce).

Il secondo indicatore, o cavaliere, è il DISPREZZO. Il disprezzo nasce dalla mancanza di interesse e rispetto per l’altro, e le sue caratteristiche. Il terzo indicatore è lo STARE SULLA DIFENSIVA, costruendo un muro invalicabile all’altro, magari dopo una critica o un feedback negativo. Difendersi dal conflitto ci impedisce allo stesso tempo di risolverlo in modo costruttivo, andando a ledere le possibilità di confronto con il partner, che si sentirà di non poter parlare con noi degli aspetti critici della nostra relazione.

L’ultimo descrittore è l’OSTRUZIONISMO. Con questo termine Gottman intende la tendenza a evitare il conflitto abbandonando di colpo la discussione, evitando di rispondere, punendo l’altro con il silenzio, la distanza affettiva e l’incuria nei confronti dell’altro. Questo indicatore è ritenuto il più dannoso dallo psicologo statunitense, perché letteralmente boicotta la nostra relazione di coppia.

image courtesy of www.gottman.com

La domanda che sorge spontanea è come fare allora per tutelare la propria relazione. Anche questa volta Gottman ha la risposta pronta, derivante da quasi trent’anni di osservazione clinica di coppia sposate o conviventi. La prima regola è aumentare le tenerezze che riserviamo al nostro partner; dare segnali di stima reciproca; avvicinarsi facendo sapere all’altro che teniamo a lui o lei nel quotidiano, senza bisogno di gesti eclatanti.

Una regola fondamentale da seguire per una vita di coppia serena è lasciarsi influenzare dal partner. Durante una discussione è importante ascoltare cosa ci sta dicendo di costruttivo l’altro e non restare sulle nostre posizioni, o peggio ancora entrare in una dinamica simmetrica di colpevolizzazioni reciproche. Poter discutere di ciò che viene notato dal partner è fondamentale per la salute del rapporto. Altra indicazione che ci fornisce Gottman è sperimentarsi nella risoluzione di problemi risolvibili, insieme. Questioni alla nostra portata che con la collaborazione del partner possiamo gestire. Promuovere i compromessi senza incolpare l’altro dei problemi, affermando sempre quello che noi proviamo, senza parlare per l’altro. Al di là delle formule, matematiche o magiche che siano, nella riuscita di una relazione di coppia entrano in gioco tanti fattori; le nostre vicende emotive e relazionali familiari, i nostri bisogni, le nostre aspettative, ma aprendoci all’altro, senza bisogno di nascondere il nostro vero Sé dietro aspetti idealizzati dell’Io permettiamo all’altro di entrare davvero in intimità con noi.

Dott.ssa Valeria Colasanti

psicologa psicoterapeuta

Roma

colasantivaleria@gmail.com

3488197748

Per Approfondire:

Gottman “What makes love last” Nan Silver, 2014

www.gottman.com

coppia, psicoterapia

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