Il potere della condivisione. I gruppi di Auto Mutuo Aiuto

“Ho chiamato te perchè ti sento vicina; perchè so che al mio posto proveresti le mie stesse emozioni, avresti i miei stessi dubbi. Ho chiamato te perchè puoi capire quello che provo e quello che dico.”

Questo è quello che dissi non troppo tempo fa ad una persona a me cara, quando la chiamai per condividere con lei pensieri e preoccupazioni su di un determinato argomento.

Lei venne a casa mia, parlammo, ci confrontammo, mi diede la sua lettura della situazione e mi disse cosa avrebbe fatto al mio posto.

Quella sera non si risolsero i miei dubbi e tanto meno svanirono le mie preoccupazioni, ma mi sentii meglio; avevo condiviso quello che sentivo con qualcuno che poteva capire le mie emozioni rispetto ad un determinato argomento. Ho diviso il peso di quei miei pensieri con qualcun’altro.

Ma se la mia rete amicale/familiare non fosse stata molto presente, o semplicemente non le fosse stato possibile essere d’aiuto in quella determinata situazione specifica? Avrei potuto trovare un altro tipo di sostegno?

Nel 1935 negli Stati Uniti, Bill e Bob, un agente di borsa ed un chirurgo, decidono di unirsi per superare il loro problema di uso eccessivo di alcol. Visto l’esito felice di questa loro esperienza decidono di formare il primo gruppo di “alcolisti anonimi”.

Questo gruppo, ormai diffuso nella maggior parte dei Paesi, è stato il punto di riferimento per molti altri gruppi nati per contrastare problematiche specifiche, come il gioco d’azzardo, patologie alimentari o la dipendenza dal fumo. In Italia il primo gruppo di Auto/Mutuo Aiuto(AMA) si forma nel 1978 a Trieste per contrastare problemi legati all’alcol. 

I gruppi AMA sono formati da persone che hanno vissuto esperienze problematiche simili; ciò permette di creare facilmente legami tra i membri e di sviluppare la coesione per aiutarsi reciprocamente. La capacità di aiutare gli altri rinnova l’autostima. Questi gruppi sono focalizzati sulle persone ed il loro problema. I membri hanno un identico status ed entrano nel gruppo autonomamente. Sono gruppi aperti che possono generarne altri e che continuano nel tempo. Rispondono al bisogno delle persone di uno spazio protetto/neutro dove parlare dell’esperienza comune, esprimere emozioni e scambiarsi consigli. 

Riessman sosteneva che nei gruppi AMA siano presenti molteplici punti di forza, ognuno legato all’altro. Uno di questi è l’innesco di un processo di reciprocità che promuove il principio dell’ ”helper therapy”, dove è chi aiuta a trarre il beneficio maggiore.

La possibilità di offrire un aiuto vissuto con positività migliora nei membri la propria autostima e la propria immagine di sé.

Secondo punto fondamentale di questi gruppi viene dall’esperienza comune dei protagonisti. Chi si rivolge a questi gruppi, lo fa perchè nella sua vita è presente un determinato problema e sa che anche gli altri partecipanti stanno vivendo o hanno vissuto la stessa situazione. Questo permette la formazione di un clima democratico, che va oltre differenze di genere, di classe o di età.

Il terzo punto nodale riguarda il ruolo che ognuno ha nel gruppo. Ogni partecipante diventa un consumer as producer. La partecipazione al gruppo presuppone la disponibilità a coinvolgersi emotivamente e praticamente. Nessuno potrà avere un ruolo passivo; ciascuno comunicherà in modo libero i propri sentimenti ed i propri punti vista senza sentirsi giudicato, ed al tempo stesso ognuno dovrà ascoltare con attenzione gli altri.

Analizzando questi tre punti fondamentali possiamo dedurre che la funzione principale dei gruppi di Auto Mutuo Aiuto è quella di fornire aiuto e sostegno ai vari membri del gruppo, supportando il fronteggiamento dei loro problemi ed il miglioramento delle loro competenze. La fonte di aiuto principale risiede, quindi, nelle abilità dei vari membri posti in relazione paritaria.I membri vivono al tempo stesso una duplice condizione (consumer as producer): ricevono e offrono aiuto valorizzando quel tipo particolare di conoscenza che scaturisce dall’aver vissuto in prima persona la condizione problematica su sé stessi. Offrendo aiuto agli altri si accresce la propria competenza interpersonale ed il senso della propria autoefficacia. Ricevendo aiuto dagli altri membri si è stimolati ad accrescere le proprie capacità di problem solving, in quanto si ha la possibilità di osservare le proprie situazioni problematiche da punti di vista differenti. 

Riporto un passo della canzone “Somos” degli Jarabedepalo, gruppo spagnolo rock latino, nel quale secondo me possiamo leggere lo spirito dei gruppi AMA.

Voglia di lasciare il passato alle spalle, voglia di cambiamento, e consapevolezza che chiedendo e dando aiuto il percorso risulterà meno difficile.

Lo que sí te digo, amigo
Es que ya estoy preparado
No me gusta lo que veo
Voy a empezar a hacer algo

Voy a empezar a quererte
Sin que importe lo que haya pasado
Voy a empezar a ser libre
Estrechándote la mano

En la vida algo me he propuesto
Seguir adelante sin miedo
Vivir y avanzar compartiendo
Con la gente a la que yo quiero

A pesar de nuestros defectos
Algunas virtudes tenemos
Somos ángeles, somos buenos
So, so, so, somos lo que somos

quel che ti dico amico
è che sono già preparato
non mi piace quel che vedo
vado ad iniziare a far qualcosa
vado ad iniziare ad amarti
senza che abbia importanza quel che ho passato
vado ad iniziare ad essere libero
stringendoti la mano

nella vita mi sono prefissato qualcosa
andare avanti senza paura
vivere e avanzare dividendo quel che ho
con la gente che amo
nonostante i nostri difetti
abbiamo anche delle virtù
siamo angeli, siamo buoni
siamo quel che siamo


Oltre a promuovere la presenza dei gruppi AMA nella comunità, il ruolo dell’assistente sociale nelle dinamiche di questi gruppi può essere anche quello del facilitatore. Scrivo “può” perchè non sempre è necessaria la presenza di un moderatore esperto, anzi spesso si preferiscono volontari, familiari o persone interessate al problema, piuttosto che degli specialisti; questo proprio per il carattere 

a-professionale che caratterizza questi gruppi.

L’operatore sociale è utile alla causa solo se si dimostra empatico e sinceramente interessato alle persone ed al problema trattato. Sicuramente può avere un ruolo determinante a livello organizzativo, e per affiancare i partecipanti nella scelta di obiettivi condivisi.

In buona sostanza i gruppi di Auto Mutuo Aiuto possono e dovrebbero essere una risorsa importante per ogni comunità/territorio.

In caso di necessità sono facilmente reperibili in rete, o chiedendo al segretariato sociale della vostra zona. 

 Da soli possiamo fare così poco;

insieme possiamo fare così tanto

(Helen Keller)

Dott. Diego Bonifazi

Assistente Sociale a Roma

(+39) 3296614580

diego.bonifazi@yahoo.it

Per Approfondire

Allan Gartner e Frank Riessman – Self Help in the Human Services ,  Jossey-Bass publishers

www.alcoholics-anonymous.org

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