Dissociazione e trauma. Come se non fosse mai accaduto
Se decidessi di incentrare buona parte del mio discorso su cosa si intenda o no per traumatico, probabilmente finirei con l’esaurire l’intero spazio a mia disposizione, visto e considerato che la definizione di trauma ha già in se tutti gli estremi necessari all’apertura di un vero e proprio dibattito sul “peso” che gli aspetti oggettivi versus quelli soggettivi dell’evento scatenante posseggono nella sua determinazione. Un po’come se, per sciogliere la spinosa questione, dovesse necessariamente prevalere la componente esterna su quella interna dell’esperienza. O viceversa. Rimandando la complessa trattazione sul trauma ad un prossimo e opportuno approfondimento, ai fini di una sua prima comprensione potremmo forse propendere per una interdipendenza dei due aspetti, in virtù della quale gli eventi della realtà esterna e la struttura intrapsichica di base si generano e s’influenzano l’un l’altra. Una persona può esser sottoposta a situazioni così strabordanti sul piano fisico e/o mentale (siano esse circostanze isolate o ripetute nel tempo) che la normale capacità di elaborarle ne viene duramente inficiata, specie se quell’elaborazione ha un costo psichico in termini di dolore o angoscia non tollerabile.