In questo podcast, in collaborazione con Siti scommesse, illustrerò le problematiche legate al gioco d’azzardo patologico, i fattori scatenanti, i diversi tipo di giocatori patologici e gli step da intraprendere per guarire.
“Mi sembra di essere su una ruota che gira e non riesco a scendere mai” oppure “Mi sveglio con un peso allo stomaco ogni mattina”, “sono sempre arrabbiatə” e ancora “Mi sento sfinitə! A tratti disperatə”.
Sono frasi che, ultimamente, capita di sentire fin troppo spesso, in stanza di terapia, nelle storie dei nostri pazienti ma anche nella vita di tutti i giorni. Molti racconti e molte osservazioni convergono in un senso generale di fatica che riguarda la situazione lavorativa ma si estende anche alla sfera privata.
Pubblicazione a promozione del progetto “Rondini. Centro di ascolto psicologico e assistenza legale” finanziato dalla Regione Lazio con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, promosso dall’Associazione Semi di Pace OdV in collaborazione con l’Associazione Il Sigaro di Freud come soggetto terzo – www.semidipace.it/progetto-rondini/
Un verbo semplice che ha il potere di riportarci alla mente ricordi d’infanzia. Quei giochi bramati, attesi, pretesi come momenti di svago, come opportunità di crescita.
Nel gioco ogni bambino ha l’occasione di trasportarsi in un mondo alternativo e divertente fatto di regole e di fantasia. Attraverso le regole ha l’opportunità di sperimentare i propri limiti e riconoscersi e, attraverso la fantasia, di cedere ai desideri onnipotenti e infantili di sovraumanità, potendo controllare la realtà alternativa nell’illusione di controllare il reale (per maggiori approfondimenti si rimanda all’articolo “Il ruolo del gioco nello sviluppo- da 0 a 99 anni”). “Esiste TUTTO nella fantasia”, ripeteva mia madre quando ero piccola.
Il gioco è un bisogno primordiale che non appartiene solo ai bambini: è un’occasione desiderata e ricercata nell’intero arco di vita perché crea una rottura all’abitudine, sollecita pensieri nuovi, gratifica e sa di libertà. Dona l’opportunità – anche agli adulti – di rientrare in contatto con quei pensieri onnipotenti infantili che nella realtà-reale rimangono (nei più) sopiti, scontrandosi con troppi fattori incontrollabili.
Da anni collaboro con un servizio scolastico, lavorando insieme ai bambini. Insieme, non con.
Dirò una cosa banale, ben chiara soprattutto ai genitori o ai professionisti dello sviluppo, nell’affermare che ogni bambino è un ottimo insegnante e un attento genitore. Un bambino ci fa sentire amati e importanti, scopre quando diciamo una bugia, ci fa rispettare quelle regole che in precedenza abbiamo dato, ci permette di cambiare prospettiva mostrandoci le cose attraverso i suoi occhi e di entrare in contatto con le sue emozioni, di viverle e di riviverne di nostre ormai dimenticate.
Un privilegio del mio lavoro è la possibilità di giocare quotidianamente insieme ai bambini: attraverso i nostri giochi, possiamo, insieme, posizionare mattoncino LEGO su mattoncino LEGO, costruendo simultaneamente i muri delle nostre identità.
Giocare è stimolante, utile, divertente e ci permette di sognare e raccontare delle favole che parlano di noi.
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