Voler bene ai propri sintomi. La riconciliazione psicosomatica
Avete presente quell’emicrania così forte da non riuscire a tollerare luce e rumori, la gastrite da piegarsi in due dal dolore, la cervicale da non riuscire ad alzarsi dal letto, la colite da passare tutto il giorno in bagno (eccetera eccetera eccetera) che arrivano puntualmente il venerdì sera, al termine di un’impegnativa settimana di lavoro, e subito prima dell’inizio di un week end all’insegna dello svago. Probabilmente sì, ognun* di noi ha fatto esperienza delle proprie somatizzazioni, dei propri sabotaggi sintomatologici (per approfondire si rimanda all’articolo “I meccanismi di difesa – Quei garanti della sopravvivenza”).
L’approccio performance-based alla malattia di questa nostra società frettolosa ed efficiente vuole farci tornare il prima possibile alla normalità, negando il significato del sintomo quindi tentando di eliminarlo attraverso la farmacologia, anche se sappiamo bene che la liberazione dal sintomo non equivale alla guarigione: è una soluzione temporanea che silenzia quel rumore di sottofondo rappresentato dal sintomo.
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