Il vero ruolo degli assistenti sociali. I mille volti del servizio sociale

Quando mi è stato proposto di scrivere questa rubrica, la prima cosa che ho pensato è stata: “finalmente potrò spiegare cosa fa veramente un assistente sociale!”. Molte persone hanno un’idea sbagliata sul ruolo dell’assistente sociale ed altre proprio non ne sono a conoscenza; questo per pregiudizi ormai radicati nel tempo e per un’ informazione spesso distorta da parte dei mass media. Dopo questo primo articolo introduttivo, nei prossimi appuntamenti, trattando argomenti che possano essere d’aiuto ai più, analizzeremo meglio i vari campi d’azione e le funzioni di questa figura polivalente.

Nel sesto e settimo articolo del Codice Deontologico degli assistenti sociali troviamo l’essenza del mandato professionale.

“La professione è al servizio delle persone, delle famiglie, dei gruppi, delle comunità e delle diverse aggregazioni sociali per contribuire al loro sviluppo; ne valorizza l´autonomia, la soggettività, la capacità di assunzione di responsabilità; li sostiene nel processo di cambiamento, nell´uso delle risorse proprie e della società nel prevenire ed affrontare situazioni di bisogno o di disagio e nel promuovere ogni iniziativa atta a ridurre i rischi di emarginazione.”

“L´assistente sociale riconosce la centralità della persona in ogni intervento. Considera e accoglie ogni persona portatrice di una domanda, di un bisogno, di un problema come unica e distinta da altre in analoghe situazioni e la colloca entro il suo contesto di vita, di relazione e di ambiente, inteso sia in senso antropologico-culturale che fisico.”

Accogliere, affiancare e sostenere nel valorizzare l’autonomia, per permettere alla persona in stato di bisogno di focalizzare la vera criticità ed affrontarla con strumenti adeguati. Questo, in grandi linee, è il compito degli assistenti sociali.

Spesso i problemi non permettono alle persone di vedere le cose con lucidità ed a volte quello che ci sembra un problema insormontabile è soltanto una conseguenza di piccoli problemi sommati tra loro, che possono essere superati senza troppa fatica con il sostegno adeguato.

Il professionista affianca le persone nel decidere gli obiettivi, le azioni, i tempi e gli impegni reciproci che dovranno essere attivati per rispondere al bisogno e perseguire gli scopi condivisi.

L’assistente sociale, quando è possibile, cerca sempre di attivare le reti di soggetti che sono vicine alla persona portatrice del problema; che siano queste, reti parentali, amicali, lavorative o di qualsiasi altro genere.

Le relazioni sono una componente essenziale delle nostre vite; per questo coinvolgere le persone importanti e farle partecipi della soluzione di qualsiasi eventuale problema è sicuramente uno strumento imprescindibile per l’assistente sociale.

Il raggio d’azione di questa professione è veramente molto ampio; possiamo incontrare la figura dell’assistente sociale se trattiamo di minori, di disabilità, di anziani, di adulti fragili, di tossicodipendenze e di molte altre condizioni sociali.

Anche per questo si è deciso di chiamare questa rubrica “I mille volti del servizio sociale”; per enfatizzare l’unicità di ogni persona e di conseguenza, di ogni problema che porta con sé.

Donne o uomini con problemi apparentemente molto simili, avranno sicuramente contesti familiari molto diversi fra loro, o contesti lavorativi altrettanto diversi e così via. Questo fa si che il piano d’aiuto e di sostegno debba necessariamente tener conto dell’unicità dei mille volti, ed anche più, delle difficoltà sociali.

I Cappello a Cilindro (gruppo musicale laziale scioltosi nel 2014) cantavano nel ritornello della loro “Il vento forte”:

“e se uno va tra il dire e il fare non c’è più di mezzo il mare si sa
ma il vento forte e i pesci cane e il mal di mare si sa
il vento forte, i pesci cane e il mal di mare
e le onde storte
le due bracciate e il mal di mare”

Personalmente ho sempre pensato che questo ritornello rappresentasse molto bene le paure che le persone hanno prima di mettersi in gioco, prima di iniziare con il primo passo verso il fare.

Ci potrebbe essere il vento forte, potrebbero esserci i pesci cane, oppure onde troppo alte da affrontare, si potrebbe tentare di nuotare, ma dopo due bracciate potremmo essere sopraffatti dal mal di mare; quindi meglio desistere e non partire nemmeno.

Il rischio che tra il dire ed il fare ci siano difficoltà c’è, e spesso le persone vengono bloccate dalle paure preferendo tenere per loro i problemi, convivendo malamente con essi piuttosto che affrontarli.

L’assistente sociale, nelle varie situazioni di criticità, lavora su un processo di empowerment della persona, ovvero lavora sulla consapevolezza della persona stessa, sulla sua autoefficacia ed autodeterminazione. Sostiene la persona nella scoperta o riscoperta dei propri punti di forza, delle proprie capacità, che possono essere d’aiuto per superare il vento forte ed il mal di mare.

Questa rubrica nasce per avvicinare le persone al sociale e per dare informazioni utili e spendibili nel quotidiano rispetto all’assistenza sociale, ma questo non toglie che qualsiasi domanda o richiesta specifica su eventuali argomenti trattati o da trattare sarà accolta con grande entusiasmo!

Vive, joder, vive.

Y si algo no te gusta, cámbialo.

Y si algo te da miedo, supéralo.

Y si algo te enamora, agárralo.

Tengo que, nunca es un buen comienzo. No
hagas nada que empiece por estas palabras.

Quiero/amo/me flipa/voy/puedo, es la mejor
manera para construir tus frases, tus días
y toda tu vida.

[Patricia Benito]

Vivi, cavolo, vivi.

E se qualcosa non ti piace, cambiala.

E se qualcosa ti fa paura, superala.

E se qualcosa ti fa innamorare, afferrala.

Devo, non è mai un buon inizio. Non
fare nulla che inizi con questa parola.

Voglio/amo/mi fa impazzire/vado/posso, è il miglior
modo per costruire le tue frasi, i tuoi giorni
e tutta la tua vita.

[Patricia Benito]

Dott. Diego Bonifazi

Assistente Sociale di Roma
(+39) 3296614580

Email: diego.bonifazi@yahoo.it

Per Approfondire:

CODICE DEONTOLOGICO DELL’ASSISTENTE SOCIALE Testo approvato dal Consiglio Nazionale nella seduta del 17 luglio 2009. In vigore dal 1 settembre 2009.

Commenti (1)

  • Le modalita in base alle quali il contributo attribuito all’Ambito territoriale e da questo suddiviso assegnandolo ai Comuni che ne fanno parte ed eventualmente all’Ambito stesso sono state definite con Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali 4 febbraio 2021, n. 15. Successivamente, acquisiti i prospetti presentati dagli ambiti relativamente alla previsione degli assistenti sociali in servizio nel 2021 in termini di equivalenti a tempo pieno, in numero eccedente il rapporto di 1 ogni 6.500 abitanti e fino al raggiungimento del rapporto di 1 a 4.000, il decreto ministeriale del 25 giugno 2021 ha suddiviso tra i medesimi ambiti sociali, ovvero fra i comuni che ne fanno parte, il contributo per l’assunzione di assistenti sociali secondo la tabella allegata al decreto, per un totale di euro 66.905.066. Per quanto riguarda la procedura relativa alle assunzioni, in deroga ai vincoli di contenimento della spesa di personale, si prevede che, per il potenziamento dei servizi sociali, a valere sulle risorse del Fondo poverta (per una quota massima di 180 milioni ), e nel limite delle stesse, nonche dei vincoli assunzionali vigenti, i comuni possono effettuare assunzioni di assistenti sociali, con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, fermo restando il rispetto degli obiettivi del pareggio di bilancio. Inoltre, fino al 31 dicembre 2023, le amministrazioni, possono indire procedure concorsuali riservate (anche su base regionale, in misura non superiore al 50 per cento dei posti disponibili), al personale non dirigenziale con qualifica di assistente sociale che possieda determinati requisiti. Infine, dal 2021, e incrementata di 2 milioni di euro annui la dotazione del Fondo poverta, mentre, corrispondentemente, e ridotto il Fondo nazionale per le politiche sociali di 2 milioni di euro a decorrere dal 2021 .

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