Essere insieme
Il ciclo della vita di coppia
Per capire perché l’amore è così importante nella vita di ciascuno di noi, partiamo con un’esperienza che con ogni probabilità abbiamo vissuto tutti, o che quanto meno siamo tutti in grado di intuire: l’innamoramento. Quando siamo innamorati viviamo un evento imprevedibile accompagnato da forti emozioni. L’incontro tra due persone che si innamorano è un evento complesso che avviene su due diversi livelli del funzionamento affettivo. Da un lato c’è quello dell’organizzazione libidica, il cosiddetto “ideale dell’Io”: questo fa si che scegliamo nell’altro ciò che di lui consapevolmente ci attira e ci piace. Dall’altro lato c’è un livello prevalentemente inconscio, meno evidente e consapevole, che è legato alla storia del nostro sviluppo.
Bowlby ritiene che la capacità di amare e di vivere relazioni amorose affondi le proprie radici nel rapporto di attaccamento con la figura primaria e punta la sua attenzione sul fatto che la mancanza di cure materne adeguate o uno scambio affettivo povero possano generare nel bambino disturbi che continueranno ad agire e a riproporsi nel tempo, anche in modo latente, nelle relazioni intraprese in età adulta. L’incontro col partner e il tipo di legame che si costruisce non è affatto casuale, bensì una scelta che si orienta e si concretizza sulla base delle esperienze di attaccamento di ciascuno, della capacità di negoziazione, del grado di consapevolezza e coscienza di sé. Va da sé che si sceglie presumibilmente come partner qualcuno che confermi la propria visione del mondo e di sé.
Ogni relazione di coppia, proprio come ogni singolo individuo, si sviluppa e progredisce attraverso precise fasi evolutive. Quando i membri della coppia si innamorano, entrano nello stadio della simbiosi. In questa prima fase i partners tendono ad accentuare le somiglianze che li caratterizzano e a minimizzare le loro differenze. C’è una forte tendenza all’idealizzazione e spesso l’isolamento della coppia dal mondo esterno. Il legame tra i due è intenso, caratterizzato da complicità e affetto corrisposto. Con il tempo i partners iniziano a riconoscere le loro differenze e si verificano i primi conflitti: è il momento della differenziazione. Non ci si riconosce più, si fatica a comunicare, non si vedono più le qualità positive dell’altro di cui ci si è innamorati e si ha la sensazione di non essere capiti. La coppia vive un momento di disillusione, sperimenta il desiderio di spazi individuali e separati, oltre a sentimenti di perdita, rabbia e delusione. Questa fase è l’espressione del bisogno di ognuno di ritrovare se stesso all’interno della relazione. È uno stadio che espone a un effettivo rischio di rottura della relazione se i partners non si prendono cura delle proprie ferite. Una volta trovata la propria identità all’interno della coppia, ciascuno approfondisce la ricerca di se stesso e la propria autonomia all’esterno di essa. Coloro che avranno raggiunto una sana autonomia e saranno capaci di rispettare quella dell’altro riusciranno a gestire i conflitti, mentre le coppie che non hanno attraversato una sana simbiosi e una buona differenziazione rischiano di allontanarsi o separarsi. Per tale ragione nella fase di cambiamento è importante imparare ad accettare i compromessi per far fronte alle difficoltà oggettive della vita e garantire alla coppia di restare salda nel tempo.
Tendiamo a credere e a volere che una relazione d’amore sia duratura, eppure, in realtà, l’amore non è uno stato duraturo e una condizione immutabile. Per far si che la relazione sia duratura, viva e vitale nel tempo è necessario mettere in discussione la falsa convinzione della “coppia felice per sempre”. Il passaggio dall’innamoramento all’amore permette di creare nel tempo un rapporto fondato su comprensione ed empatia e rappresenta un’opportunità evolutiva della coppia.
“Il piccolo principe strappò anche con una certa malinconia gli ultimi germogli di baobab. Credeva di non tornare mai più. Ma tutti quei lavori consueti, quel mattino, gli sembravano estremamente dolci. E quando, innaffiò per l’ultima volta il suo fiore, e si preparò a metterlo a riparo sotto una campana di vetro, scoprì che aveva una gran voglia di piangere.
Addio, disse al suo fiore.
Ma lui non gli rispose.
Addio, ripeté.
Il fiore tossì. Ma non era perché fosse raffreddato.
Sono stato uno sciocco, disse infine al fiore. Scusami e cerca di essere felice.
Restò colpito dalla mancanza di rimproveri, e rimase lì sconcertato, con la campana di vetro sospesa per aria. Non riusciva a capire quella dolcezza.
E sì, ti amo, disse il fiore. Tu non lo hai saputo per colpa mia. Questo non ha alcuna importanza. Ma tu sei stato sciocco quanto me. Cerca di essere felice e lascia quella campana di vetro. Io non lo voglio più.
(…) Poi aggiunse: Non indugiare ancora, è fastidioso. Hai deciso di partire. Allora vai.
Non voleva che io lo vedessi piangere. Era un fiore così orgoglioso…”
(Antoine De Saint-Exupery – Il Piccolo Principe)
Per Approfondire:
Di Capua G, Lombardi M. (2017) Tantra e Amore. Il corpo e l’anima. Nuovi strumenti per la relazione. Anima Edizioni
Giusti E., Bianche E. (2021) Evolvendo rimanendo insieme. Ricerche sulla longevità dei rapporti di coppia per consolidare l’amore e recuperare l’intimità. Sovera
Miglianese C. M. (2020) Risposami. Crisi e rinascita della coppia. Edizioni Ares