Il tarocco del Matto
Il Viandante dell’inconscio
Nelle iconografie più classiche dei tarocchi il matto viene rappresentato come un viandante, un errante, con un fagotto attaccato sulla punta di un bastone, che porta sulla spalla e, generalmente, con un cane al seguito, simbolo degli aspetti pulsionali a noi fedeli.
L’archetipo del matto, a prima vista, richiama un senso di assoluta libertà e di un’assenza di radici o schemi precostituiti che possano limitare il proprio viaggio o stravolgimento di vita. La simbologia del tarocco numero zero la possiamo associare al movimento sovvertivo che ritroviamo nel carnevale o nella figura dei giullari del passato o dei folli del presente.
È un tempo interno in cui ci è concesso di rinunciare a schemi imposti per sovvertire l’ordine delle cose, mettendo in discussione tutto ciò che pensavamo di sapere di noi e del mondo. È la rinuncia alla logica e al razionale, per riscoprire l’irrazionale dell’inconscio, che realmente ci guida verso l’ignoto.
In molte opere letterarie, fra cui Shakespeare, Pirandello o Nietzsche, il matto diviene personaggio portatore di una verità assoluta, quella più autentica e priva di filtri dettati dalle impostazioni sociali o culturali. Rappresenta, dunque, un personaggio che ci invita a conoscere noi stessi mediante un viaggio folle nell’ignoto che è l’inconscio, per riscoprire le proprie ferite e angosce ataviche, le difese che spesso ci proteggono e sabotano il nostro cammino e le pulsioni creative, risorse utili per sublimare le nostre angosce e curare le proprie ferite.
L’arcano del matto porta con sé il numero 0, andando a rappresentare, nel ciclo degli arcani maggiori, l’inizio e l’epilogo, ma anche un’entità Jolly con cui è possibile sintonizzarsi in qualsiasi periodo della propria vita. È quel bisogno, a volte fondamentale, di azzerare tutto e ricominciare, oppure di intravedere nuove possibilità o percorsi mai considerati.
Entrare in contatto con la simbologia del matto, e le tematiche annesse, è fortemente consigliato per le persone perfezioniste, controllanti, che come la carta dell’imperatore, cercano a tutti i costi di avere il dominio sul proprio inconscio, senza rendersi conto di andare contro sé stessi. Il tentativo di controllare le proprie pulsioni e pensieri inconsci (percepiti talvolta come pensieri intrusivi) nasce dalla profonda paura di lasciarsi andare all’ignoto dell’inconscio e fidarsi di quest’ultimo. C’è una profonda paura e giudizio nel diventare, per l’appunto, Matti.
Il Matto, in questi termini simbolici, è in realtà un invito a rinunciare al giudizio verso le proprie pulsioni interne per accoglierle e conoscerle; ma, attenzione, è ancora lontano il tempo dell’AGIRE, per il momento dobbiamo esplorare e scoprire gli scenari che abitano dentro di sé stessi e accoglierli con stupore e curiosità.
Il matto rappresentata il primo passo, un passo nuovo verso una porta che si apre verso sé stessi.
È l’inizio di un viaggio che è tempo di iniziare verso l’esplorazione del mondo interiore alla riscoperta degli altri personaggi interni.
Ed una volta che il matto, nel suo viaggio interiore scopre le risorse a sua disposizione, è lì che scopre la magia e diviene il Mago.
Per approfondire
Claudio Widmann – Gli arcani della vita. Una lettura psicologica dei tarocchi – Edizione Magi – 2018
Dott. Dario Maggipinto
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