FoMo
La paura di essere tagliatǝ fuori
“Devi sapere che io ho la peggiore FoMo del mondo! Ovvero, anche se sono stanchissima devo uscire ogni giorno, sennò mi perdo qualcosa”.
È diventata virale l’intervista di Victoria De Angelis – bassista dei Måneskin – a Say waaad? il programma della sera di Radio Deejay. Rispondendo a una domanda del presentatore, l’autoironica Vic ha reso pop un termine scientifico coniato una decina di anni fa, apparentemente ignara del potere divulgativo delle sue parole.
Ha usato un acronimo per descrivere una paura arcaica, non propriamente figlia dello sviluppo tecnologico come spesso si tende a far credere, ma che trova nuove e significative espressioni nell’attualità dei social.
La FoMo, acronimo di “Fear of missing out”, è la paura di perdere esperienze potenzialmente gratificanti, di essere tagliatз fuori e sentirsi esclusз. Ha a che fare con il bisogno di essere costantemente aggiornatз e connessз per non rischiare di perdere opportunità.
La FoMo determina una fame di esperienze e di condivisione, perché “condividere” significa sentirsi vivз, incontrare, conoscere l’altrǝ, presentare la propria identità e non sentirsi solз.
Il senso di appartenenza a un gruppo e l’effetto positivo sull’autostima delle gratificazioni social, rafforzano il bisogno di rimanere connessз e danno il là allo strutturarsi di un circolo vizioso tra paure, ricerche di conferme e comportamenti disfunzionali.
In letteratura, in sintesi, si parla di due specifiche sensazioni che muovono risposte comportamentali talvolta disfunzionali come l’iper-connessione ai social network:
- La preoccupazione di essere esclusз da esperienze gratificanti che altrз stanno vivendo
- Il desiderio persistente di rimanere connessз
Negli ultimi anni, la comunità scientifica e le istituzioni hanno acceso i riflettori sulla FoMo, riconoscendone la diffusione principalmente fra adolescenti e giovani adultз e aprendo il dibattito su una probabile correlazione con il dannoso comportamento di abuso dei social network e dei servizi di messaggistica istantanea.
Cosa nasconde la FoMo?
Il principale vissuto psicologico associato è l’ansia. La FoMo si struttura su un’ansia generalizzata e, principalmente, su un’ansia sociale legata ad un’estrema paura di non valere abbastanza, di farsi scoprire come inadeguati, di essere giudicati ed esclusi; spesso l’ansia appare in co-presenza con alterazioni del tono dell’umore e depressione. Alcuni studi sottolineano la correlazione con un tipo di attaccamento insicuro, principalmente ambivalente: un’esperienza ambivalente nella relazione primaria durante lo sviluppo, dunque, ha un ruolo determinante nello strutturarsi della paura di essere esclusз da contesti, esperienze e relazioni significative. In questo quadro, è chiaro come la presenza di tratti narcisistici di personalità possa giocare un ruolo significativo. Il/la narcisista vulnerabilǝ, in particolare, ha paure e bisogni associabili alla FoMo e più spesso ricorre all’uso strumentale o all’abuso dei social network.
Programmare minuziosamente il tempo libero e condividere ogni attimo di quell’esperienza sui social, controllando i like e le visualizzazioni delle storie e scegliendo accuratamente la frase giusta per dare maggiore risalto ad un tratto di personalità nella caption è un comportamento comune, ma non per questo sinonimo di benessere. È diffusa, inoltre, la necessità di rispondere nell’immediato ai commenti, ai messaggi che arrivano su WhatsApp, anche durante un trekking, una cena in compagnia o al cinema. Tali comportamenti vengono identificati come disfunzionali poiché non rendono possibile il disconnettersi e il vivere il presente senza l’ansia di dover rispondere, agire, performare. Appare impossibile concedersi la possibilità di abbassare i livelli di attenzione a causa dell’erronea convinzione che la felicità possa essere dietro l’angolo, come se si dovesse sempre vivere nell’attesa di un altrove e di un domani. Un importante rischio che ne deriva è concentrare le energie su ciò che non si ha, piuttosto che sulle risorse personali a disposizione per affrontare quelle mancanze.
Riusciremo veramente ad accettare ciò che abbiamo, invece di aggrapparci alla paura di perdere un’opportunità e all’illusione di poter vivere sempre qualcosa di meglio, che sia essa un’esperienza, un viaggio, una relazione…?
A noi tutti, ancor più in un’epoca social, tocca il compito di imparare a concedersi la possibilità di vivere anche periodi di tristezza e insoddisfazione, senza rinchiuderci nel timore di non riuscire ad uscirne. Le porte si aprono, le persone si incontrano, il lavoro dei sogni si ottiene e le gravidanze attese arrivano nel momento esatto in cui devono arrivare, si rivela pressoché inutile provare a controllare il successo e il destino.
Nel seguente articolo è stato utilizzato il linguaggio inclusivo attraverso l’uso della desinenza “ǝ” al singolare e al plurale “з” per indicare tutti i generi
Dott.ssa Emanuela Gamba
Psicologa, Psicoterapeuta ed esperta in Psico-Oncologia
Riceve a Roma (zona Prati) e a Villanova di Guidonia (RM)
mail. emanuela.gamba@libero.it – cel. 389.2404480
Per Approfondire
JD Elhai, H Yang, C Montag (2020) “Fear of missing out (FOMO): overview, theoretical underpinnings, and literature review on relations with severity of negative affectivity and problematic technology use”, Brazilian Journal of Psychiatry
Przybylski AK, Murayama K, DeHaan CR, Gladwell V. (2013) “Motivational, emotional, and behavioral correlates of fear of missing out.” Comput Human Behav.
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