Analisi logica delle fantasie sessuali
Tradurre l’eccitazione tra inibizione, conflitto e desiderio
Qui non siamo alla ricerca di soggetto, predicato e complemento oggetto e neanche pretendiamo di insegnare un nuovo lessico amoroso. La saggezza popolare ed il sentire comune sembrano però suggerire come l’eccitazione sessuale, pur non essendo propriamente misurabile o quantificabile, debba mantenersi ad un certo “livello di sicurezza”.
Un calo dell’eccitazione sessuale sarebbe comunemente interpretato come un segnale concreto di difficoltà presenti nella relazione. Eppure, ipotizzando come questo segnale possa orientare il funzionamento della coppia, non si è compreso ad oggi il dove, il come ed il perché tutto ciò avvenga. Ironicamente si tende a credere come un tema del genere non debba essere spiegabile, se non da artisti di vario genere, ma non da psicologi, psichiatri e professionisti della salute. Alcuni studiosi hanno tentato di risolvere la questione richiamando il ruolo della biologia: sarebbero gli ormoni a produrre il desiderio. D.H. Lawrence scrisse che “la vera tragedia è quando hai il sesso nel cervello invece che qualche centimetro più sotto, dove dovrebbe essere”, sottolineando l’intensità e la spontaneità del processo. Altri, al contrario, hanno optato per l’apprendimento di preferenze sessuali che, nell’infanzia, verrebbero sviluppate ed acquisite tramite imitazione e modelli di ruolo. Stiamo forse fraintendendo il ruolo, la funzione concreta delle fantasie sessuali?
Nei vari tentativi di comprensione qualcuno azzarda l’equazione con la barzelletta: se provi a spiegarla perde la sua essenza. Facilmente ci si potrebbe schierare nella fazione di coloro che ribadiscono come l’eccitazione sessuale “si senta” a livello fisiologico, un qualcosa che accade e che non siamo noi a creare. Per quanto verosimile, questa lettura riflette una visione parziale del fenomeno, ma una via di mezzo esiste. In tal senso è la psicologia a spiegare le differenze che distinguono le persone rendendole esseri dotati di preferenze, gusti, credenze proprie. Come suggerisce Michael Bader ne “Eccitazione. La logica segreta delle fantasie sessuali” (Ed. Cortina, 2018) “il Romeo di una persona può essere il Quasimodo di un’altra. Stesso stimolo, risposta diversa. Quando si tratta di eccitazione sessuale, la psicologia fa uso della biologia, non viceversa. La chiave variabile è sempre la psicologia unica della persona che sta rispondendo”.
Le scoperte a cui è giunto Freud appaiono ad oggi in tutta la loro importanza, ma si fondano su concetti che appaiono tanto brillanti quanto confusi e rivoluzionari. Il pensiero autorevole ed autoritario di Freud si scontra ora con le numerose prospettive della psicoanalisi contemporanea che, chiaramente, non si esprime più da un solo megafono. Alcuni psicoanalisti tendono anche a patologizzare la stessa sessualità, suggerendo come le fantasie sessuali appaiano patologiche perché lontane dalle norme convenzionali. Il ruolo svolto da queste fantasie consisterebbe, invece, nel superamento di diverse inibizioni, vissuti di colpa, di separazione, tentando così di reprimere e gestire un desiderio sessuale che appartiene all’essere umano. Si potrebbe pensare anche di dare una definizione univoca, precisa, quasi tecnica di cosa si intenda per fantasia sessuale, ma si rischierebbe di perdere la centralità della funzione svolta dalle fantasie, ovvero il superamento di un perenne conflitto. Potrebbero essere paragonate queste fantasie a veri e propri sogni ad occhi aperti, storie istantanee che vengono utilizzate, non sempre in modo consapevole, per produrre ciò che avvertiamo solo in un secondo momento a livello fisiologico. Molte fantasie sessuali presenterebbero elementi che tentano di contrastare o annullare proibizioni familiari, sociali, culturali veicolate per interi secoli con un messaggio-sentimento unico: il piacere erotico è pericoloso e da evitare.
Un testo immortale come quello di Patty Pravo assieme ad un altro brano indimenticabile come “Pensiero Stupendo” (1978), permettono di comprendere, senza troppi sforzi, quel modo di sussurrare determinate esperienze, pensieri, sogni che contrastano con i dettami della società. In “Pensiero Stupendo” è la stessa autrice a suggerire in suo verso “meglio non dire”, quasi a riflettere la perenne colpa di ammettere ciò che sta pensando, ciò che vorrebbe agire nella realtà. Questi stati d’animo appaiono come veri e propri nemici dell’eccitazione sessuale. Il controllo, la finzione, la debolezza e l’impotenza che governano le fantasie non permettono l’esperienza di reale eccitazione. Nella pratica clinica le storie sono diverse, ma i vissuti appaiono piuttosto comuni. Rovesciare l’impotenza con la fantasia di dominio, la vergogna con la fantasia di essere scoperti sono soltanto alcuni esempi di un compito ormai compreso (ma complesso): risolvere un conflitto profondo ed indicibile.
Un esempio di quanto detto sopra si può osservare prendendo in prestito uno dei numerosi casi clinici presenti nel testo di M. Bader (pp. 25-26), riportato qui integralmente. “Un mio paziente mi ha raccontato, con un po’ di vergogna, una recente fantasia masturbatoria. Faceva sesso con una ragazza adolescente, frizzante e civettuola, che lavorava in un negozio di cibi biologici. Ha immaginato che il sesso tra loro fosse vigoroso e giocoso. Fantasticava – e ne era eccitato- il suo corpo giovane e morbido e il suo atteggiamento allegro e innocente. Ovviamente, la fascinazione sessuale che molti uomini provano per donne giovani e attraenti è un fenomeno culturale diffuso. Allo stesso tempo, per il paziente questi messaggi culturali erano piantati in un fertile terreno psicologico. Era cresciuto con una madre depressa che si sentiva tradita dalla vita. Ha raccontato che a casa sua, quando era piccolo aleggiava sempre un‘ atmosfera pesante. Aveva scelto di sposare una donna che sentiva ugualmente abbattuta. In che modo questa fantasia di Lolita risolveva il suo problema di sentirsi trascinato nell’umore cupo che associava alle donne? Dotava di una giovane donna di caratteristiche fisiche e psicologiche che erano il polo opposto delle donne cupe e oppresse che tendeva a vedere intorno a sé. Mentre sua madre e la sua attuale partner erano gravate e prosciugate dalle difficoltà della vita, la sua fantasia sessuale dipingeva una ragazza sessualmente esuberante, non ferita dalla vita, immacolata e assolutamente felice. A un livello più profondo, la sua identificazione sessualmente eccitante con il corpo idealizzato e lo spirito giovanile di questa ragazza adolescente lo rassicurava perché contrastava l’identificazione angosciante con i sentimenti negativi della sua cupa madre. Si sentiva al sicuro e incoraggiato all’eccitazione”.
In conclusione questo articolo non si pone il compito o l’obbligo di definire cosa sia la sessualità, di categorizzare ciò che è tipico da ciò che è atipico, di normalizzare credenze o rituali particolari, ma di favorire la comprensione di un processo che si suppone tanto immediato quanto naturale. Si tratterebbe, al contrario, di un percorso ostacolato da diversi fattori personali e socio-culturali. Ancora una volta l’inconscio, richiamando poeti e bambini, ci suggerisce di evadere dal razionale e di risolvere la concretezza delle nostre difficoltà con un’arma dai poteri infiniti: la fantasia.
A cura del dott. Rossini Gianluca
Psicologo a Roma
gianlucarossini.psicologo@gmail.com
Per approfondire:
Bader, M. (2017) Eccitazione. La logica segreta delle fantasie sessuali. Cortina Editore
Lawrence, J. (2021) Infedeltà. Scienza delle relazioni e psicoterapia. Cortina Editore.
Quattrini, F. (2015). Parafilia e devianza. Psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale atipico. Giunti