La prospettiva della morte. Altri sentieri per la vita

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​Copyright immagine: Istituto italiano Design

Conversazione tra Giove e Mercurio, Giove spiega a Mercurio cosa significhi assumere sembianze umane per fare l’amore con una donna mortale:

“Lei userà poche espressioni e questo amplierà l’abisso tra di noi…Dirà “ Quando ero piccola” o “Quando sarò vecchia” o “Mai in tutta la vita”. Questo mi colpisce profondamente Mercurio…Ci stiamo perdendo qualcosa Mercurio- il pathos della caducità- l’implicazione della mortalità- quella dolce tristezza dell’afferrare qualcosa che non si può trattenere?” tratto da Amphitryon 38 di Jean Giraudoux.

Mentre scrivo questo articolo, guardo la data e realizzo improvvisamente che oggi è l’ anniversario del primo DPCM (parola a me prima sconosciuta) che di fatto rendeva tutta la Penisola un’unica zona rossa; iniziava il tunnel della pandemia. Mi piace pensare a questo periodo come a una finestra che si affaccia saltuariamente sulla vita, come la conoscevamo, che però allo stesso tempo  ha aperto maggiori prospettive rispetto alla dimensione del lutto e della morte in senso stretto.

 Secondo un articolo apparso su “The economist” e poi riproposto sulla rivista “Internazionale”, sembra che il mondo occidentale, attraverso la pandemia e il conseguente innalzamento del tasso di mortalità (per molti molto vicina), si sia avvicinato maggiormente al concetto di morte, compiendo una virtuosa, direi quasi doverosa esorcizzazione. Quando dico “avvicinato” vorrei cogliere sia l’accezione più motoria e fisica della faccenda oltre che l’aspetto maggiormente mentale. Questo è in parte già esiste in altre realtà, come ad esempio nei Caraibi, in cui si ha un concezione del lutto e delle pratiche di celebrazione della morte  molto diverse da quelle occidentali ( si veda l’articolo Una morte festosa-approcciare il Lutto).

 Mi spiego meglio; l’elevato numero di morti, che ha toccato, dopo tanto tempo la popolazione occidentale sembra abbia cambiato le usanze relative alla morte e al lutto.

Infatti, sembra che molti, quelli che possono, preferiscano passare le ultime fasi della loro vita in casa con i propri cari rispetto alle pratiche di ospedalizzazione o di ospizi; inoltre è aumentato il numero di persone che ha fatto testamento e ha già iniziato a pensare alle sue pratiche post-mortem (funerale, sepoltura ecc). Tutto questo, ha esorcizzato enormemente questo tema, visto sempre, nella società Occidentale come un taboo; spesso evitato, lasciato nei meandri più reconditi dei nostri pensieri. Lo ha esorcizzato a tal punto che si sono diffusi i cosidetti Death Cafè (nati già dal 2011); dove si può parlare, tra un thè e un caffè di tutto ciò che riguarda la morte.

Questo risponde un po’ al principio “ se si legalizza non si abusa”, tradotto “se si parla di morte non si muore (?).  Questa riflessione, sviluppata in seno alla mortalità dovuta al COVID, in realtà è stata nutrita da elementi maggiormente legati alla pratica psicoterapica. Irvin Yalom, nel libro Psicoterapia Esistenziale, annovera la morte tra le quattro preoccupazioni ultime dell’uomo, accanto alla Libertà, L’isolamento e l’Assenza di senso. In una brillante riflessione, lo psicoterapeuta statunitense, ripropone, con esempi tratti dalla sua pratica clinica, il senso dell’articolo citato in precedenza; solo affrontando la morte possiamo vivere appieno con pienezza il corso della nostra vita. Infatti, nel testo ripropone casi di suoi pazienti, malati di cancro o persone che hanno sfiorato la morte, i quali dopo aver affrontato questo tema sono riusciti a vivere con maggiore consapevolezza e a prendere decisioni in maniera più autentica.

Forse, è per questo Giove parla della condizione umana quasi con invidia; realizzare appieno che questa ha dei confini temporali la rende forse più intensa, rende più percettibili le sue sfumature permettendoci di salire e scendere le sue montagne russe in maniera più autentica e consapevole.

Postfazione dell’autrice; l’idea di questo articolo nasce dopo la perdita di una persona che ha reso intense e brillanti diverse giornate della mia vita e nonostante tutto lo sta facendo ancora. 

Dott.ssa Chiara Moriglia

Psicologa e Psicoterapeuta in formazione a Perugia

(+39) 346 7294890

Per Approfondire:

https://www.internazionale.it/notizie/2020/10/16/covid-tabu-morte

Yalom. I. D., 2020. Psicoterapia Esistenziale. Neri Pozza Editore.

elaborazione del lutto, Morte, nuove prospettive.

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