Le radici dell’identità. Il mondo del bambino
“Il mondo rappresentazionale del bambino è una raccolta organica di esperienze passate, di impressioni relativamente durature, una costellazione di percezioni e di immagini, che il bambino coglie dalle sue varie esperienze, e che a sua volta fornisce una sorta di mappa cognitiva, una specie di panorama soggettivo nel quale egli può evocare quell’insieme di personaggi e di eventi che costituiscono il teatro della sua esperienza”
( Greenberg J. R. Mitchell S. (1986), Le relazioni oggettuali nella teoria psicoanalitica, Il Mulino, Bologna.)
Lo sviluppo dell’individuo è il frutto delle prime interazioni che si stabiliscono tra il bambino e il suo caregiver. In effetti già a partire dai primi mesi il neonato manifesta forme primitive di intersoggettività che si realizzano attraverso una partecipazione contingente di stati affettivi mediati dalla percezione delle espressioni emotive che l’adulto gli rivolge. Vi è quindi un’esperienza interattiva che il bambino percepisce come un’unità che contiene al suo interno tutti gli attributi significativi e che perlopiù riguarda esperienze di regolazione del Sé, relativamente allo stato somatico, all’intensità degli stati affettivi, al grado di attivazione, alle motivazioni, all’intimità, all’attaccamento: sono infatti le esperienze di essere con un “Altro regolatore del Sé”, quelle più importanti per la costruzione del mondo rappresentazionale.
La base affettiva rappresenta il presupposto per la realizzazione di un’identità autonoma e responsabile verso se stessi e verso gli altri. Molto importante sarà lo sviluppo delle qualità emozionali ed umane, l’empatia e, soprattutto, la competenza di sintonizzazione affettiva e di vicinanza emozionale che forniscono in maniera autentica e spontanea una base sicura e un oggetto costante (per un maggior approfondimento si rimanda agli articoli Nella mente del bambino – L’uso dell’oggetto: alla scoperta del mondo,Lo sviluppo infantile – Le fondamenta della nostra mente; Funzione riflessiva e Sviluppo del Sé – L’importanza di un banale riflesso).
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Il punto di partenza per connettere l’esperienza soggettiva del bambino con l’altro e col mondo è il senso del Sé, ed essendo tale esperienza in continua evoluzione, visto che si forma in relazione all’Altro, è importante che l’ambiente sia favorevole e sintonico, affinché divenga una forma di organizzazione stabile anche se in continuo divenire. L’esperienza di “essere con l’altro” e di interagire con lui rappresenta una delle più significative esperienze della vita sociale. Ciò si completa se il senso di essere con l’altro è considerato una modalità attiva di completamento di due unità (il Sé e l’altro), dove il bambino è parte integrate di una matrice sociale e dove gran parte della sua esperienza consegue alle azioni degli altri. Il percorso di sviluppo è perciò sorretto e strutturato da un principio organizzatore fondamentale, che è il concetto di “essere con”. Mentre il bambino fa esperienza delle diverse modalità di “essere con”, di entrare in relazione con gli altri, viene a formarsi quella struttura mentale che è alla base di tutto il processo di costruzione dell’identità: il senso del Sé.
Resta fondamentale quindi la qualità dell’interazione al fine di poter stabilire le variabili condizionanti e affrontare le determinanti inconsce della relazionalità degli esseri umani nel gioco dell’evoluzione psichica di ogni persona. Secondo Kohut è rilevante per lo sviluppo di una buona relazione e di un Sé indipendente che la madre sia capace di raffigurarsi il bambino come un’entità mentale autonoma. L’evento chiave dell’infanzia sta proprio nello sviluppo della capacità di sperimentare, comunicare, regolare le emozioni le quali, all’inizio della vita, sono regolate dai partner adulti ma poi, nel corso dello sviluppo, diventano auto- regolate anche in rapporto allo sviluppo del sistema nervoso del bambino. La relazione mentale non è un’astrazione ma un’operazione che avviene fra due o più persone. Infatti, gli avvenimenti psichici, le azioni di ogni persona, sono, per così dire, sempre incompleti; essi si completano solo nell’interazione e al cospetto dell’altro a partire dall’ambiente familiare, con particolare rilevanza data alla diade madre- bambino, fino ad arrivare alla considerazione dell’ambiente sociale. Il mondo interno del bambino in crescita si unifica e si stabilizza per la ricchezza comunicativa degli oggetti d’amore incontrati ed interiorizzati. La crescita e la maturazione del sentimento d’identità è frutto di un processo di separazione- differenziazione da cui nasce l’individuazione progressiva del sé. È frutto della introiezione progressiva di una complessa rete di comunicazioni affettive e cognitive che consentono l’elaborazione delle qualità comunicative della mente.È per questo separarsi, differenziarsi ed insieme interiorizzare modelli comunicativi, che il confine identitario, indispensabile alla vita psichica, si fa luogo di scambio e comunicazione con l’esterno. Per la Mahler, il grande regolatore dei processi di crescita è la maturazione del processo introiettivo. Dunque, il bambino cresce bene se nel suo processo maturativo interiorizza degli oggetti d’amore su cui ha proiettato i suoi bisogni di sicurezza. Pertanto se questi sono stati soddisfatti, l’oggetto interiorizzato (l’insieme delle relazioni sperimentate) consente un’apertura profonda verso il mondo della vita. Il movimento della costruzione dell’identità consiste nella costruzione di un perimetro, che nasce dalla separazione ed approda ad una sufficiente integrazione del sé, con tutti i vissuti di coesione, di continuità, di stabilità radicati in un processo introiettivo vissuto come realmente protettivo, animato cioè da identificazioni che danno forza e coesione del sé.
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Per approfondire:
A. De Coro, F. Ortu. Psicologia dinamica. I modelli teorici a confronto, Editori Laterza, 2010
D. N. Stern, Il mondo interpersonale del bambino, Bollati Boringhieri, Torino, 1987.
D. Winnicott. Sviluppo affettivo e ambiente. Studi sulla teoria dello sviluppo affettivo, Armando Editore, 2002
F. Pine, M. Schoenberger, A. Bergman., La nascita psicologica del bambino, Bollato Boringhieri, 1978.
S. Battipede, Le radici dell’identità. La costruzione di una base sicura per un equilibrio interno della vita di un bambino che cresce, Youcanprint, 2018.