Di che segno sei? Perchè l’Astrologia
A chi non è mai capitato di andare a leggere l’oroscopo del giorno della settimana o del mese a ridosso di un evento importante? Chi, non è mai andato a curiosare, almeno una volta, sulle caratteristiche del proprio segno o la compatibilità con altri segni zodiacali? Sicuramente molti, se non tutti, almeno una volta a ridosso del nuovo anno, per credenza scaramanzia o per semplice curiosità, siamo andati a sbirciare sulle previsioni astrologiche per anno che verrà?
Il termine astrologia viene dal greco antico e letteralmente significa “discorso sulle stelle”. È un’arte divinatoria le cui prime testimonianze risalgono a molti millenni fa, in Mesopotamia, secondo la quale le posizioni e i movimenti dei corpi celesti rispetto alla Terra influiscano sugli eventi umani collettivi e individuali. Mai sentito qualcuno che si lamentasse di imprevisti nella propria vita attribuendo la responsabilità a “Saturno contro”? Il regista Ferzan Özpetek ha prodotto un film con questo titolo, richiamando la credenza collettiva che l’avere il pianeta della perseveranza in posizione opposta al proprio segno zodiacale, genererebbe non pochi scombussolamenti nella nostra quotidianità.
Ronald Reagan, l’ex presidente americano, quando era alla Casa Bianca, non prendeva mai un appuntamento senza aver consultato la sua astrologa di fiducia, proprio come una volta facevano re e imperatori, che prima di intraprendere qualsiasi azione di governo dovevano conoscere il parere delle stelle.
E cosa ben più strana, anche oggi molte aziende si affidano ai profili personali astrologici per scegliere il personale. Qualche anno fa, per esempio, una giovane neo laureata ha denunciato un’azienda di Torino che l’aveva scartata dopo aver saputo il suo segno zodiacale e calcolato l’ascendente.
Lo stesso Jung, padre della psicologia analitica, a 36 anni scriveva a Sigmund Freud: “Di sera sono molto impegnato con l’astrologia. Sto facendo dei calcoli di oroscopi per rintracciarvi un certo grado di verità psicologica. Fino ad ora ci sono alcune cose strane che a Lei sicuramente devono sembrare incredibili.»
Sempre Jung, in una lettera a un astrologo indiano, il professor Raman, scrisse: «Nei casi di diagnosi psicologiche difficili di solito faccio fare l’oroscopo per acquisire un ulteriore punto di vista da una visuale completamente diversa. Debbo dire che molto spesso ho trovato che i dati astrologici spiegavano certi punti che altrimenti sarei stato incapace di capire… Da tali esperienze ho dedotto che l’astrologia è di particolare interesse per lo psicologo. Si basa su un fatto dell’esperienza psichica che chiamiamo “proiezioni”, cioè sono per così dire contenuti psichici che troviamo nelle costellazioni degli astri. Originariamente nacque così l’idea che questi contenuti venivano dagli astri, mentre sono semplicemente in un rapporto sincronistico …».
Che i pianeti influenzino il carattere e la personalità è una credenza molto più accettata del fatto che nelle stelle si possa leggere una qualche forma di futuro.
Lo stesso Lars von Trier dà la sua singolarissima interpretazione della malattia depressiva attraverso il film “Melancholia”, attribuendo al misterioso pianeta che minaccia di avvicinarsi alla terra la responsabilità del temperamento della protagonista prima e della sopravvivenza di tutti gli uomini poi.
Ma perché tanto interesse per previsioni e profili caratteriali con dubbio fondamento scientifico?
Tutti questi esempi sono certamente rappresentativi del fatto che dalle origini fino a oggi l’uomo è sempre stato affascinato e attratto dalla possibilità di poter prevedere e quindi in qualche modo controllare la realtà e, ancor di più, l’ignoto e quindi la sua più sublime espressione: il fato. Così come studiamo la geologia per poter prevedere eventi naturali che potrebbero avere portata catastrofica come maremoti e terremoti, allo stesso modo abbiamo bisogno di avvicinarci all’ignoto per avere l’illusione di poterlo controllare. A tali fini nasce la pratica della consultazione dell’oroscopo, che può avere due manifestazioni: la consultazione dell’oroscopo per cercare di conoscere il proprio futuro prossimo o venturo da una parte, e la ricerca delle caratteristiche del segno e delle eventuali compatibilità con altri segni zodiacali. Questa seconda dimensione, che rientra ugualmente nel bisogno di esercitare un controllo sulla realtà, si focalizza su una conoscenza della stessa attraverso una categorizzazione chiara e ben definita. Abbiamo bisogno di crearci degli script, dei modelli di funzionamento della realtà, al fine di renderla appunto familiare, meno angosciante e persecutoria, per sopravvivere in sostanza. Così nascono i cosiddetti stereotipi. Lo stereotipo è rappresentato da qualsiasi schema precostituito e generalizzato, non acquisito sulla base di un’esperienza diretta e che prescinde dalla valutazione dei singoli casi. Il rischio dello slittamento da uno stereotipo a un pregiudizio (un giudizio preventivo su un evento una persona o un gruppo) è molto elevato (per un approfondimento si rimanda all’articolo “Una rosa se non si chiamasse rosa – Di stereotipi e pregiudizi” de Il Sigaro di Freud).
Un simpatico meme che gira nel web in questo periodo recita “Occhio agli anticoncezionali a Febbraio che poi nascono Scorpione!”. In fondo, perché fare tanta fatica per analizzare e capire l’altro, quando basta un semplice profilo zodiacale per sapere chi ci sta di fronte?
Come sostiene Dane Rudhyar nella sua pubblicazione “L’astrologia della personalità” del 1936 che ha rivelato che “l’astrologia non è lì per prevedere eventi futuri, ma piuttosto per contribuire ad ordinare le nostre vite”.
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Per approfondire
Hamaker K. (1990) The psychology behind astrology
Rudhyar D. (1936) L’astrologia della personalità
Von Trier L. (2011) Melancholia
Ozpetek F. (2006) Saturno Contro