L’ipercura. Quando il troppo stroppia

“… E’ bene dare quanto si è richiesti, ma è meglio dare quando, pur non essendo richiesti, si comprendono i bisogni degli altri. Tutto ciò che hai un giorno o l’altro sarà dato via: perciò dà adesso, così che la stagione del dare sia la tua, non quella dei tuoi eredi”.

(G. Kahlil Gibran)

Accudire un figlio, allevarlo, crescerlo ed educarlo è un percorso ricco di incognite, potremmo accostarlo d un labirinto: si conosce l’entrata, è probabile che si incontrino degli ostacoli, ma c’è un’uscita? Fino a quando è necessario accudire un figlio? Qualcuno risponderebbe per sempre. Un genitore “buono” resta genitore fino a quando è in vita ma le competenze genitoriali che questo attiva e mette a disposizione del figlio non sempre sono necessarie e non sempre sono funzionali alla crescita o al rapporto tra il genitore e il figlio. Un genitore non smette all’improvviso di essere accudente ma ci si aspetta possa mettere in atto un diverso tipo di accudimento. La sopravvivenza fisica del figlio superati i primi mesi, ad esempio, non dipende più dalla madre. Sì, è vero che è necessario che i genitori garantiscano al figlio quelle attenzioni e quelle cure necessarie per farlo crescere, ma quando queste cure diventano un problema? Madri particolarmente ansiose, ad esempio, tendono ad allagare la vita del figlio, essendo troppo presenti, ipercontrollanti, decidendo per lui anche quando questo è in grado di sapersi gestire in autonomia. Una mamma abituata e decidere per il proprio figlio in età adolescenziale, ad esempio, è una mamma che ha in sé una quota d’ansia tale che non le permette di instaurare un rapporto di fiducia con questo. I casi limite come quello di “una mamma per amica” ( vedi articolo “Forme alternative di genitorialità-Una mamma per amica: Mai, forse, dipende…”)sono casi in cui la diade è riuscita a trovare un equilibrio caratterizzato dall’esserci ma non troppo e se ci sono ci sono se e quando tu mi vuoi. Chi sono le mamme iperaccudenti? Sono le mamme che non si fidano delle insegnanti, che non accettano che il proprio bambino venga rimproverato perché lui non sbaglia mai, sono quelle mamme che non accettano che il proprio bambino non abbia avuto la parte da protagonista nella recita scolastica e che vanno in tilt se questo viene semplicemente inserito nel coro con gli altri … No, mio figlio non è come tutti gli altri, è speciale. Il bambino cresce, pertanto, con la convinzione di essere speciale, diverso. Connotazioni tutt’altro che positive se portano il bambino a interiorizzare aspettative verso se stesso tendenti alla megalomania: non c’è nessuno più bravo di me. È molto probabile che questo bambino oltre a sviluppare un narciso onnipotente possa isolarsi dal gruppo dei pari: potrebbe pensare che gli altri non siano alla sua altezza e non imparare, ad esempio, il gioco condiviso, portandolo, così a sperimentare precocemente vissuti di isolamento e quindi a essere depresso. Il caso più grave di ipercura si rileva in quelle madri che fanno ammalare il figlio per ricevere un compenso dall’esterno, anche in termini economici: e mio figlio sta male tutte le attenzioni saranno rivolte verso di me. La sindrome di Munchausen per procura è una malattia psichiatrica che mette a repentaglio la vita del figlio portandolo a sviluppare una sintomatologia dapprima inesistente e di conseguenza continuamente all’ospedalizzazione. In tal senso l’abuso materno non è solo emotivo ma anche fisico. Queste madri con vissuti paranoidi totalizzanti rischiano, infatti, la perdita della podestà genitoriale. I bambini ipercurati sono soggetti a sviluppare disturbi legati alla sfera dell’alimentazione e del sonno; bambini, inoltre che avranno difficoltà nei processi legati al decision making perché c’è sempre un altro che decide al posto loro. Molti studi dimostrano che questi bambini rischiano di sviluppare fobie, ipocondrie, disturbo di conversione e difficoltà legate alla sfera sessuale prima dell’adolescenza. E ancora ci sono madri che non accettano che il proprio figlio sviluppi una sfera legata all’intimità in cui è presente un’altra donna: un’altra che non sono io, lui è solo mio. Madri incapaci di mettersi da parte che sovrastano e annientano quei confini funzionali e definire il rapporto madre-figlio. A tal proposito viene intaccato e alterato lo sviluppo del sistema motivazionale legato al piacere sensuale e sessuale di cui parla Lichtenberg.

Ogne scarrafone è bell’ a mamma soja

a C.

Dott.ssa Gabriella Papadia

gabriellapapadia@gmail.com

Per Approfondire:

Lichtenberg, J. D. (2006). Psicoanalisi e sistemi motivazionali. R. Cortina.

Merzagora Betsos, I. (2003). Demoni del focolare: Mogli e madri che uccidono. Centro Scientifico Editore.

Sarracino, D. (2010). Joseph Lichtenberg ei sistemi motivazionali: una nuova teoria psicoanalitica della motivazione.

http://www.stateofmind.it/2014/11/sindrome-munchhausen-per-procura-psicologia/

https://www.riza.it/psicologia/tu/5783/quando-l-amore-materno-diventa-soffocante.html

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