Psicologia in Musica. Costruire di Niccolò Fabi
“Costruire” di Niccolò Fabi è divenuta fin da subito una di quelle canzoni che, in maniera lampante, ti guida nel migliore percorso da poter fare nella vita. Proprio per la sua semplicità, per niente banale, il brano e le parole del cantante entrano immediatamente in risonanza con i vissuti emotivi di qualsiasi ascoltatore, trattando, per l’appunto, una tematica universale: la vita.
Niccolò apre la canzone invitando l’ascoltatore ad una regressione, portandolo in una sua visualizzazione guidata: “Chiudi gli occhi ed immagina una gioia”. L’inizio stesso della canzone, dunque, lancia un messaggio ben preciso: questa canzone parla di te, chiunque tu sia, e della tua vita, dei tuoi vissuti emotivi e delle tue gioie. Il cantante prosegue suggerendo all’ascoltatore una delle gioie più “archetipiche” dell’essere umano: la partenza, intesa però non come distacco o separazione, ma piuttosto come una rinascita o l’inizio di un proprio percorso interiore (Per un maggior approfondimento si rimanda all’articolo: “Il Viaggio – Sul bisogno di occhi nuovi“).
Ed è proprio collegandosi all’esordio di qualsiasi percorso di rinascita, che Niccolò, in maniera empatica, si collega a tutte quelle sensazioni da “prima volta”, vissute sempre con estrema eccitazione:
ah si vivesse solo di inizi
di eccitazioni da prima
tutto ti sorprende e
nulla ti appartiene ancora
penseresti all’odore di un libro nuovo
a quello di vernice fresca
a un regalo da scartare
al giorno prima della festa
al 21 marzo al primo abbraccio
a una matita intera alla primavera
alla paura del debutto
al tremore dell’esordio
In queste strofe emerge forte il desiderio di ognuno noi di vivere costantemente emozioni forti, che facciano sentire viva la persona. Quella ricerca costante di emozioni forti che nei casi più patologici sfora nei sensation seeker (Per un maggior approfondimento si rimanda all’articolo “Sensation Seeking – Sento quindi sono“), ossia coloro per cui ogni emozione deve essere amplificata più del normale e in maniera perenne, così da poter permettere uno stato di felicità assoluta.https://www.youtube.com/embed/mhH0X7RtZyM?wmode=transparent&autoplay=0&mute=0&theme=dark&controls=1&autohide=0&loop=0&showinfo=0&rel=0&enablejsapi=0
È anche il desiderio e la sensazione delle persone in stato ipomaniacale, che, in perenne fuga dai propri vissuti depressivi, ricercano costantemente nuovi eventi, nuove occasioni per rilanciarsi, come in una roulette russa. Senza però sfociare nella psicopatologia, il cantante, in queste parole, rievoca tutte quelle prime volte che, in realtà, ci permettono di ricordare le prime volte passate, e che ci mettono in contatto con noi stessi, come delle continue epifanie del proprio percorso di vita.
Niccolò Fabi, nel citare queste piccole epifanie di tutti i giorni, introduce l’ascoltare nel reale messaggio della canzone, che viene palesemente esplicitato nel ritornello:
ma tra la partenza e il traguardo
nel mezzo c’è tutto il resto
e tutto il resto è giorno dopo giorno
e giorno dopo giorno è
silenziosamente costruire
e costruire è potere e sapere
rinunciare alla perfezione
In queste poche righe, il cantante, racchiude talmente tanti messaggi da dover riascoltare la canzone più e più volte per poterli cogliere. Innanzitutto pone l’accento sull’importanza del costruire, dunque sul viaggio della vita in quanto tale, così come il pellegrino effettua il cammino di Santiago non tanto per la meta ma per il viaggio stesso (Per un maggior approfondimento si rimanda all’articolo Il cammino di Santiago – Un’agognata metamorfosi). Tra l’inizio e la futura fine, dunque, c’è un costruire la propria vita in maniera silenziosa. Il “silenziosamente costruire” lascia presupporre alla tendenza di ognuno di noi nel vivere una vita senza essere consapevoli, giorno dopo giorno, di ciò che si sta vivendo, poiché si è costantemente focalizzati verso la ricerca di un Io Ideale, un Falso Sé ( Per un maggior approfondimento si rimanda agli articoli “Il Falso Sè – Modellati nell’ambizione” e “Il Falso Sè – Sul sentimento di autenticità“), verso la perfezione. Ed è qui che emerge un secondo messaggio, fondamentale per comprendere la verità del proprio viaggio: bisogna “rinunciare alla perfezione”. Ossia rinunciare alla possibilità di cercare un appagamento ed una felicità costante, ma accettare, con i giusti tempi, le proprie perdite, i propri lutti, le proprie “disabilità”, con la consapevolezza che non c’è la perfezione del bello, ma un armonia di vissuti profondamente piacevoli assieme ad altri terribilmente angoscianti. Ed è qui che il cantautore, dopo aver parlato di inizi, presenta anche l’estrema importanza che ognuno di noi dà ai finali:
ma il finale è di certo più teatrale
così di ogni storia ricordi solo
la sua conclusione
“La conclusione di una storia” si presenta in una modalità insatura. Il cantautore non lascia intendere unicamente una storia sentimentale, ma anche una storia di vita, dunque un lutto, oppure un frammento di vita che ormai si è concluso:
così come l’ultimo bicchiere l’ultima visione
un tramonto solitario l’inchino e poi il sipario
tra l’attesa e il suo compimento
tra il primo tema e il testamento
Nel momento in cui subiamo il lutto di quella “storia”, siamo subito invasi da un’angoscia di perdita di una parte di Sé, poiché quella “storia” era carica di propri investimenti emotivi. E così, molte volte, l’angoscia della perdita copre e colora con tonalità scure, tutti i ricordi legati a quella “storia” (Per un maggior approfondimento si rimanda all’articolo “Il lutto – Della morte e di altre perdite“), non potendo più accedere a ciò che si era costruito.
così come l’ultimo bicchiere l’ultima visione
un tramonto solitario l’inchino e poi il sipario
tra l’attesa e il suo compimento
tra il primo tema e il testamento
L’ultima strofa è simbolicamente un contenuto insaturo, lasciando libera la possibilità d’interpretazione a chiunque l’ascolti:
ti stringo le mani
rimani qui
cadrà la neve
a breve
In linea con quanto scritto finora, lascia presupporre che, a breve, il cantautore stesso potrà prepararsi ad una rinascita, proprio attraverso la neve che, simbolicamente, può rappresentare una sorta di tavola bianca da cui rinascere, se si sa tollerare la giusta attesa (“cadrà.. a breve”), senza però dimenticare il proprio passato. Come affermato da Niccolò Fabi stesso, questa canzone è stata per lui un percorso di vita per la rinascita e, questo percorso, così come nelle migliori fiabe, il Cantautore è riuscito a proiettarlo nella canzone, per permettere a chiunque l’ascolti di poter rinascere e riconciliarsi con le proprie angosce ed i propri lutti.
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Per Approfondire:
Guevara E (“Che”), 1992. I diari della motocicletta
Coelho P, 1987. Il cammino di Santiago
Shirini Amini con Niccolò Fabi. 2010. Immagini e Parole di Lulù, Kowalski