La personalità isterica
Ossessionati dall’apparire
Almeno una volta nella vita avremo sentito darci degli isterici da qualcuno, alludendo ad una situazione di forte nervosismo e stress. (per un maggior approfondimento si rimanda all’articolo L’isteria – Psicopatologia dei sessi ). Nel contesto clinico, però, la personalità isterica si discosta molto dalla visione comune di “persona fuori dalle righe”, in quanto la sua “patologia” nasce dalla sua urgente esigenza di adeguarsi al contesto sociale, per apparire accettabile e ligia al bon ton: per capirci, un classico esempio di personalità isterica è Bree Van De Kamp, della nota serie televisiva “Desperate Housewives”. I sintomi che possiamo ritrovare nelle personalità isteriche sono prettamente di natura psicosomatica e si caratterizzano con manifestazioni psicomotorie, sensoriali o vegetative, senza una causa organica, mediante una conversione dallo psichico al soma. Il contenuto manifesto dell’isteria è una esagerazione patologica di certi modi normali d’espressione e tutti i sintomi e i disturbi sono manifestazioni non verbali dell’emozione non espressa. La personalità isterica parla il linguaggio del corpo e vive le metafore, concretizzandole, piuttosto che usarle nel linguaggio (Es. Non voler vedere aspetti traumatici della propria vita che si ripresentano nella quotidianità viene convertito in una cecità isterica).
Gli aspetti fondamentali sono:
- Suggestionabilità: La personalità isterica è molto sensibile alle forme di suggestione, come l’ipnosi; inoltre è molto influenzabile perché la sua personalità non si realizza nell’autenticità di una identità personale definita, ma piuttosto si modella in un’identità sociale impeccabile.
- Mitomania: Con le commedie e le menzogne falsifica i suoi rapporti con gli altri. Le menzogne sono dette per nascondere i propri lati “oscuri”, o eventuali errori, per evitare il rimprovero dell’altro. Si “concede” all’altro come uno spettacolo, ossia come un’esistenza che appare agli occhi degli altro in una varietà di scene e avventure
- Disordini della sessualità: L’espressione delle emozioni e delle passioni hanno qualcosa di teatrale ed eccessivo che contrasta con la forte inibizione sessuale;
- Inconsistenza della persona: L’Io isterico non è giunto ad una organizzazione conferme e ad una identificazione della propria persona. La maschera del personaggio nasconde completamente la persona, portandola a vivere un’esistenza “falsa”, improntata principalmente sull’apparire al meglio in società;
- Rimozione, amnesia degli avvenimenti reali: I ricordi sono spesso sostituiti da lacune o menzogne.
- Falsificazione dell’esistenza: Finisce per vivere “realmente” il suo mondo artificiale e fittizio, trovando il suo quadro naturale nel teatro, cinema o atelier dell’alta moda.
- I disagi emotivi vengono espressi sul corpo: Nei casi gravi con paralisi, epilessia e spasmi, in casi meno gravi con emicranie, gastriti, o un’eccessiva attenzione all’aspetto fisico, sino ad arrivare a vigoressia, chirurgia plastica o disturbi alimentari.
- Il vissuto principale esperito dalla personalità isterica è il senso di colpa “senza motivo”.
Quando si parla di personalità isterica si pensa subito al corpo e allo psicosoma. Ciò avviene poiché si verificano disturbi nella comunicazione interpersonale del soggetto, ossia non è in grado di condividere con l’altro (e con se stesso) i propri vissuti più intimi, carichi di vergogna e imbarazzo. In assenza di una comunicazione verbale ripropone il corpo come fonte di comunicazione, cercando di trasformare il proprio senso di colpa e di inadeguatezza con il ruolo di “malato” che richiede attenzioni ( Un malato non può essere rimproverata). Il soggetto ritrova l’antico linguaggio corporeo e agisce i propri rapporti attraverso tale linguaggio, come il bambino prima della conquista del linguaggio comunica il suo mondo affettivo con il corpo. Il corpo, quindi, sostituisce la parola e dice, con la sua malattia, ciò che la parola non sa e non può comunicare.
Freud dedusse che nell’isteria l’affetto è separato dal ricordo di eventi traumatici. Il corpo e il sintomo rifletto l’incapacità di affrontare il desiderio, un desiderio rimosso che appartiene al passato. L’isterica fa vedere il corpo e il sintomo per negare questo rapporto con l’immaginario. Il desiderio rimosso può risalire a traumi di natura sessuale subiti in passato, oppure a dinamiche edipiche non risolte a causa di un padre seduttivo o fedifrago, dove la sessualità in famiglia viene percepita come minacciosa, oppure dove c’è una famiglia scissa, con il padre che si allea con la figlia e la madre con il figlio. A ciò si aggiunge un’educazione repressiva, dove, soprattutto la donna, deve rispettare determinati tabù, come il parlare di sesso. Il sintomo isterico diviene, dunque, la rappresentazione simbolica di un desiderio indiretto e allo stesso tempo della punizione per il desiderio provato.
Nella struttura isterica si ripropone questa scissione: Le emozioni da una parte e i Fatti dall’altra, il corpo sta nel mezzo. Il ricordo delle emozioni va dimentico, e rimane a livello cosciente soltanto l’evento, privato dal contenuto emotivo o sostituito con un ricordo di copertura. L’isterica ha paura di ricordare e l’angoscia scissa dal ricordo e rimossa, non potendo essere espressa psichicamente, viene scaricato sull’apparato scheletrico, muscolare, gastrointestinale, cardivascolare o endocrino, creando un disturbo della conversione, oppure sugli aspetti limiti della coscienza, creando un disturbo dissociativo (svenimento, amnesia, fuga dissociativa, sonnambulismo).
A differenza delle persone alessitimiche ( per un maggior approfondimento si rimanda all’articolo Alessitima – Quando il corpo mette in scena le emozioni) le personalità isterica conservano nei propri disturbi psicosomatici un simbolo, ossia una chiave di lettura da cui poter risalire per poter accedere a quei desideri ed emozioni rimossi.
Ognuno di noi, nella nostra vita, ha sperimentato dei tratti isterici, nel tentativo di debuttare in società con la nostra maschera migliore, per paura di mostrare noi stessi, i nostri desideri e le nostre emozioni. L’unico modo per fronteggiare il profondo senso di inadeguatezza e di colpa riguardo ai nostri desideri sta nel dialogare con la nostra parte giudicante, nel prezioso tentativo di divenire più indulgenti verso noi stessi, riscoprendo il valore di ciò che siamo e delle proprie emozioni.
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Per Approfondire:
S. Freud (1901), Il caso di Dora, in Opere, Cit., vol. IV.
S. Freud, (1905), Tre saggi sulla teoria sessuale , in Opere, cit., vol. IV
P. Barbetta (2005), Anoressia e isteria, una prospettiva clinico-culturale, Ed. Cortina Raffaello