L’inconscio sulla Pelle. Ai confini del non-elaborato
La pelle, il traghettatore più all’avanguardia di messaggi inconsci. Verso l’amico, la compagna, il nemico, il genitore, o forse l’analista? Il più delle volte in ognuno trova appoggio uno stadio del processo soggettivo di elaborazione. Una sorta di proiezione del proprio senso di frammentazione che non si disgrega fino allo psicoticismo, per i segni che si fanno simbolo permanente. Non è un caso che proprio l’adolescente, nella fase evolutiva in cui il senso interno di continuità vacilla al maremoto di nuove pulsioni, cerca, modificando il proprio corpo, di vedere fuori, disegnato o inciso, il confine del turbinìo emotivo.