La dipendenza affettiva. Legati dall’amore
Il termine love addiction o dipendenza affettiva indica una condizione, molto diffusa nel mondo contemporaneo, sperimentata quando ciò che sarebbe l’oggetto d’amore diventa invece l’oggetto di un’ossessione, che ha un’influenza tale sulla nostra mente da non farci più sentire liberi e farci soffrire.
Cosa succede quando ci si innamora?
L’innamoramento comporta una serie di cambiamenti neurobiologici e psicologi che ci lasciano spesso sconvolti. L’innamoramento fa aumentare di colpo i livelli di dopamina, quel neurotrasmettitore che stimola il piacere, l’eccitazione e l’euforia. La dopamina viene rilasciata nello stesso modo durante l’uso di molte droghe (cocaina, nicotina, anfetamina, ecc.) ed è direttamente coinvolta nei meccanismi di dipendenza.
Per questo l’amore può essere considerata una “droga” e può dare dipendenza. Con le dipendenze da sostanze, l’innamoramento condivide molte caratteristiche: l’insonnia, la perdita del senso del tempo, la perdita di concentrazione per tutto ciò che non sia l’oggetto di amore e anche l’astinenza, quando siamo obbligati a stare lontano dall’amato. Gli studi dell’antropologa Helen Fisher hanno confermato quanto il cervello innamorato e il cervello sotto effetto di cocaina si assomiglino: sono attivati dagli stessi neurotrasmettitori chimici, caratterizzati dagli stessi percorsi neuronali e coinvolti dallo stesso effetto stimolante.
Quando l’amore si trasforma in dipendenza?
In una relazione sentimentale un certo grado di dipendenza tra i partner è assolutamente normale, quasi fisiologico; soprattutto durante la fase dell’innamoramento tutti sperimentiamo un desiderio di fusione quasi totalizzante con il nostro partner. Col passare del tempo, con l’avanzare della relazione (e il suo trasformarsi da innamoramento ad amore maturo), il desiderio di fusione dovrebbe però lasciare spazio ad una equilibrata convivenza dell’individualità e dell’autonomia di ciascuno dei partner.
Nei casi di dipendenza affettiva, invece, la persona non sperimenta questo bisogno di ritrovare la propria autonomia e indipendenza, ma vuole mantenere inalterata la fusione sperimentata nell’innamoramento. Quella dipendenza, inizialmente fisiologica, può assumere caratteristiche così estreme da diventare patologica (simile alla dipendenza da uso di sostanze), anche se questa sindrome non è ancora stata inserita nei manuali diagnostici come una vera e propria dipendenza.
Chi soffre dei sintomi della dipendenza affettiva, infatti, ha un forte bisogno di legame nei confronti della persona sulla quale investe tutte le sue energie, vive costantemente nell’ansia di poterla perdere e ha bisogno di continue rassicurazioni che questo non avverrà. Chi manifesta questi sintomi, spesso ha difficoltà nel riconoscere quali possono essere i propri bisogni e necessità, e mette da parte i propri obiettivi a fronte di quelli dell’altra persona o della coppia. All’interno della coppia tende a fare richieste affettive continue ed esagerate e a non sentirsi comunque amato adeguatamente, e questo molto frequentemente comporta la rottura della relazione sentimentale.
Non sei fragile!
Chi è incastrato in una dinamica di dipendenza affettiva spesso è convinto di essere fragile e incapace di affrontare una determinata situazione da solo. Questa è solo una percezione errata di sé che ha radici molto profonde nella psicologia della persona e che è quindi difficile -ma non impossibile- da sradicare.
Il sentirsi fragili, sempre bisognosi del supporto esterno e non autosufficienti, soprattutto a livello emotivo, finisce per limitare fortemente la libertà di scelta e di azione della persona; finisce per essere intaccata la sua qualità della vita, in generale, e le relazioni che ha con le figure importanti della sua vita, in particolare.
Abbandonare questa particolare fragilità può suscitare molti dubbi ed incertezze, perché vorrebbe dire dover imparare a stare serenamente con noi stessi, solo noi stessi, senza qualcuno a cui guardare, senza qualcuno di cui seguire le indicazioni e i dettami. Sganciarsi da questa persona vorrebbe dire non guardare più solo l’altro, ma guardare noi stessi, le nostre cicatrici e le nostre debolezze.
Scopri la tua forza
Quando si comincia un percorso di cambiamento, la fase iniziale necessiterà di un grande sforzo di volontà e in alcuni momenti potrebbe sembrare un’impresa insormontabile. Una volta affrontate le prime esperienze di indipendenza, però, la percezione di noi stessi come naturalmente capaci di vivere in modo autonomo si costruirà in un batter d’occhio.
Cosa è importante ricordare
- Non scambiare la tua dipendenza! A volte le dipendenze non vengono curate, ma semplicemente sostituite: si sostituisce con la cannabis la dipendenza da alcol, si sostituisce il caffè con la dipendenza dal fumo di tabacco, e così via. Quindi attento, quando cerchi di sganciarti dalla dipendenza da una persona, a non ricadere nella stessa modalità con un’altra figura nella tua vita.
- No ai sensi di colpa. Mettere un po’ di distanza da una persona con cui avevi un legame simbiotico probabilmente scatenerà in te dei sensi di colpa, perché non sei più disponibile perennemente disponibile come lo eri prima.
- Ritrova i tuoi spazi. È importante sperimentarsi anche come “persona” e non solo come “coppia”. Affronta delle esperienze da solo, anche (soprattutto!) quelle che a prima vista ti spaventano, in modo graduale ma che ti consenta un’evoluzione.
- Quali sono i tuoi interessi? Quali sono i tuoi hobby e le tue passioni? C’è qualcosa che ti piaceva fare ma che hai messo da parte, a favore del tempo investito nella coppia? Trova qualcosa che ti appassiona in cui puoi catalizzare le tue energie, mentali e fisiche, e soprattutto da cui trarre soddisfazione.
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Per approfondire:
Gritti, M. C. (2017) La principessa che aveva fame d’amore. Milano: Sperling & Kupfer.
Guerreschi, C. (2005) New Addictions – Le nuove dipendenze. San Paolo Edizioni.
Guerreschi, C. (2011) La dipendenza affettiva. Ma si può morire anche d’amore?. Milano: Franco Angeli