Essere una pecora nera
Inadeguatezza o nuove possibilità?

Basta con la storia che io sono quella sbagliata, quella diversa, la pecora nera, siete voi che siete tutti uguali con lo stesso difetto.

Lucrezia Beha

Essere accettati per chi siamo e/o per ciò che facciamo all’interno della famiglia non è sempre facile.

Molte volte si viene riconosciuti come “La pecora nera”, come una persona che si muove diversamente dal gruppo di appartenenza e che mette al primo posto il bisogno di sentirsi liberi e ribelli da tutto ciò che ci hanno da sempre insegnato.

La fase della ribellione inizia in genere in età adolescenziale e si propaga nel tempo con due possibilità: il passaggio ad una fase di vita più “tranquilla”, nel quale si riconoscono come propri i valori e le credenze a cui ci siamo ribellati oppure si sceglie di mantenere nel lungo periodo lo stato di rivolta contro gli insegnamenti proposti dai modelli educativi.

Molte persone, seppure sentono emozioni di dolore e dispiacere, nell’essere riconosciuti come “il diverso”, come colui/lei che “va sempre al contrario”, decidono di perseguire nel progetto, con la forte consapevolezza che il suo pensiero risulta in contrasto con quello altrui, motivo per il quale si sente il bisogno di un cambiamento.

Quindi, l’essere etichettato come la pecora nera, è un bene o è un male?

Il senso di inadeguatezza che sperimenta “la pecora nera” di fatto, si dimostra lo slancio verso una condizione migliore per sé.

La persona ribelle ha l’occasione di essere l’elemento di cambiamento e che, quindi apporta il nuovo: comportamenti diversi, così come le scelte e le idee.

L’espressione “sei la pecora nera” la maggior parte delle volte viene utilizzata con un accezione negativa ma la maggior parte delle volte è grazie a loro se i gruppi come le famiglie o gli amici si riscoprono dopo un momento morto…esse riportano movimento e anche se con fatica, il gruppo che poi, in qualche modo, si adegua alle nuove regole.

Senso di inadeguatezza o nuova possibilità? In realtà vengono testate entrambi le fasi; la prima, in cui vengono sperimentati sentimenti come tristezza e rabbia, è fondamentale per il passaggio all’atto, ovvero alla scelta concreta della volontà di cambiare marcia e di andare contro corrente. In questa seconda fase la persona verrà chiamata ad affrontare stati emotivi contrastanti che gli permettono di essere in pace con se stesso ma in lotta con la realtà che lo circonda. Solo in una terza fase, si trova il coraggio di lasciar andare gli altri con le loro decisioni, proprio perché in contrasto con le proprie, andando incontro ad un processo che porta verso l’ individualizzazione del sè.

Dott.ssa Lisa Maccarone, Psicologa

Riceve su appuntamento a Chieti Scalo (CH)

tel. 3285776623

Per Approfondimenti

https://www.guidapsicologi.it/articoli/del-gregge-amo-solo-la-pecora-nera-riflessioni-sulla-diversita

benessere, consapevolezza, psicologia, relazione, relazioni

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