Sport e DCA
Atleti/e e Rapporto con il Corpo
“Lo sport consiste nel delegare al corpo alcune delle più elevate virtù dell’animo” (Jean Giraudoux) ma, bisogna aggiungere, perché questo accada, il Corpo deve essere in salute e la Mente in armonia.
Sappiamo ormai della profonda connessione tra corpo e mente e della necessità di considerare il benessere come un continuo bilanciamento tra esigenze psicologiche e somatiche. Nello Sport questa ricerca di Equilibrio dovrebbe essere centrale e prioritaria ma, sia nei settori educativi che in quelli professionistici, purtroppo non è sempre facile perseguirla.
Tale disequilibrio si può manifestare con una certa quota di insofferenza a livello corporeo e in un rapporto complicato con il cibo e con il proprio corpo, seppur con modalità diverse, sia nei settori professionistici che in quelli agonistici giovanili.
In alcuni casi si tratta di un’attenzione estremizzata al corpo e a tutto ciò che lo riguarda che può portare a comportamenti ossessivi, scrupolosità, difficoltà di accettazione delle naturali modificazioni corporee o ricerca di uno specifica forma del corpo. In altri casi tale controllo può sfociare in comportamenti alimentari disfunzionali, in genere con strategie restrittive e vissuti di ansia rispetto al cibo.
Ma quali sono i possibili fattori di rischio per l’insorgenza di tali difficoltà? Sono molteplici e possono essere rintracciati in:
1. Aspetti psicologici
- Autostima bassa
- Rapporto con il proprio corpo
- Difficoltà nella Gestione della Pressione e dello stress
- Tendenza al Perfezionismo
- Fasi di vita (pubertà, adolescenza)
- Transizioni di carriera (cambio di categoria, avviarsi del fine carriera)
- Traumi
- Infortuni sportivi
3. Aspetti Relazionali e di Contesto
- Modelli familiari (relazioni e abitudini alimentari)
- Stile di leadership dell’allenatore/allenatrice
- Orientamento al risultato e aspettive elevate
- Commenti che riguardano il peso e il corpo
4. Aspetti socio culturali quali influenza dei media, standard fisici ed estetici e società prestativa
5. Aspetti biologici e vulnerabilità genetica
6. Fattori Sport specifici relativi alle richieste della disciplina che si pratica. Ad esempio gli Sport più “a rischio” sono quelli in cui c’è
- controllo del peso frequente come ad esempio gli sport a categoria di peso o quelli che enfatizzano la ricerca di una fisicità particolarmente “leggera” in associazione a un miglioramento di performance
- Maggiore esposizione del corpo come sport in costume o con divise che sottolineano le forme del corpo
- Presenza della componente estetica
Quali possono essere gli outcome più rischiosi?
DCA: Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa e Binge Eating riconosciuti dalla Comunità scientifica e classificati nei manuali diagnostici (DSM 5 e ICD 11)
Altri Disturbi del comportamento alimentare non ancora classificati ma che richiedono attenzione clinica:
Vigoressia: un disturbo caratterizzato da un’importanza eccessiva per la propria massa muscolare che causa disagio clinicamente significativo.
Anoressia atletica: disturbo che colpisce molti giovani atleti, spesso di sesso femminile in cui la riduzione della massa corporea e la perdita di massa grassa hanno come fine principale il miglioramento della propria performance
Overtraining: condizione di affaticamento fisico e mentale che deriva da sforzi fisici intensi e troppo ravvicinati
Come prevenire e operare per intervenire al meglio?
Nello sport il corpo non è solo uno strumento per ottenere risultati ma anche un meraviglioso mezzo per esprimere se stessi.
Trattare il corpo e la persona con delicatezza e rispetto, vuol dire poter contare su un alleato fidato a lungo termine. In quest’ottica sarà sempre più necessario costruire contesti sportivi che sappiano essere all’altezza di questo prezioso compito.
La priorità potrebbe essere quella di sensibilizzare tutta la comunità (famiglie, allenatori, istruttori, docenti e staff medico) sui temi, in modo da ridurre l’impatto degli aspetti socio culturali sugli atleti, soprattutto delle fasce giovanili. Inoltre risulta fondamentale predisporre screening per i disturbi del comportamento alimentare all’interno dei contesti educativi (sportivi e non) per identificare precocemente rischi o prime avvisaglie di sintomi.
In ultimo ma non in ordine di importanza, costituire Equipe di lavoro integrato che comprenda tutte le professioni di cura (psicologi, fisioterapisti, preparatori, nutrizionisti, medici ecc.) a supporto di atleti/atlete e coach perchè la priorità venga sempre data alla ricerca di quell’equilibrio mente corpo che è alla base della salute e della crescita armonica della personalità.
Dott.ssa Sara Raffaele
Psicologa Clinica e dello Sport
Riceve a Roma e a Viterbo