Anorgasmia. Il piacere negato

L’orgasmo è un evento neurofisiologico e soggettivo, caratterizzato da sensazioni di piacere di variabile intensità. La risposta orgasmica è scatenata da stimoli genitali, somatici e/o mentali, mediata dall’attivazione di centri cerebro-midollari e caratterizzata da risposte riflesse.

Fino ad oggi, nessuno studio è riuscito a dare una spiegazione convincente del perché nella donna non è quasi mai presente l’associazione tra l’evento riproduttivo e la ricompensa orgasmica, come invece per l’eiaculazione maschile. A seconda del periodo storico, l’orgasmo femminile è stato connotato di valenze diverse. Nel 1700, ad esempio, in Europa era diffusa la credenza che, per poter concepire, la donna dovesse provare un orgasmo. Dopo la seconda metà del 1800, invece, si credeva che una donna potesse rimanere incinta anche se non aveva provato piacere, o addirittura senza consapevolezza.

La sessualità umana in generale, ma quella femminile in particolare, è il risultato dell’interazione di moltissimi fattori fisiologici, neurologici, psicologici e relazionali, con cui vanno ad interagire anche le numerose esperienze di vita della persona, la sua struttura di personalità, i suoi valori morali, e molto altro.

In realtà, ancora oggi la comunità scientifica non è sicura che ogni donna -psicologicamente e fisiologicamente sana- sia effettivamente in grado di raggiungere l’orgasmo con stimolazione coitale, pur essendo in grado di ottenerlo attraverso la stimolazione clitoridea.

L’intensità dell’orgasmo femminile non sembra dipendere necessariamente dalla modalità del suo raggiungimento: alcune donne, con la masturbazione, riportano di provare sensazioni più intense rispetto alla penetrazione. Secondo le statistiche, solo il 30% delle donne riesce a raggiungere l’orgasmo con il coito, ma che comunque viene utilizzata la stimolazione clitoridea (e di altre zone erogene).

L’orgasmo, per ogni donna, è impregnato di una serie di valori simbolici, individuali e relazionali. Dal punto di vista individuale, l’orgasmo rappresenta un’affermazione del proprio corpo, della propria identità e della propria indipendenza. Dal punto di vista relazionale, l’orgasmo rappresenta un indice del benessere della coppia e della qualità del rapporto coniugale; per il/la partner, l’orgasmo offre una rassicurazione e una conferma della propria prestanza sessuale e se viene quindi a mancare crea insicurezze in entrambi i partner.

Con il termine anorgasmia intendiamo una difficoltà o una impossibilità a raggiungere l’orgasmo nonostante un’adeguata stimolazione eccitatoria. L’anorgasmia viene considerata primaria se la donna non ha mai sperimentato un orgasmo (nei vari tipi di rapporti sessuali o nella masturbazione) e secondaria se la capacità di provare un orgasmo è stata presente ma è poi andata perduta in un momento particolare della vita.

Tra le difficoltà sessuali che riguardano le donne, l’anorgasmia è la più diffusa. Circa il 50% delle donne riporta di avere una qualche difficoltà orgasmica e il 10% delle donne lamenta di non aver mai provato un orgasmo.

Le difficoltà a provare un orgasmo possono essere legate a varie aspetti biologici, psicologici e relazionali, e non sempre, durante l’assessment, è semplice distinguere tra cause organiche o psicogene.

La carenza di ormoni androgeni può determinare modificazioni delle componenti muscolari, vascolari e neurologiche che contribuiscono all’orgasmo, comportando una maggiore difficoltà nell’avere un orgasmo. Dopo i 60 anni, una donna possiede la minore percentuale di androgeni della sua vita (un quarto di quanti ne aveva in giovinezza) e questo contribuisce alla diminuzione dell’intensità dell’orgasmo con l’aumentare dell’età.

L’utilizzo di alcuni farmaci, in particolare gli antidepressivi, può inibire la risposta orgasmica. Anche l’utilizzo di droghe o alcol deve essere valutato, perché queste sostanze tendono ad avere un effetto depressivo sul sistema nervoso centrale. Altre patologie (alterazioni della tiroide, malattie vascolari o neurologiche) o condizioni iatrogene (interventi chirurgici, radioterapia, ecc.) possono contribuire ad una maggiore difficoltà o un’impossibilità per la donna di avere un orgasmo.

Le cause psicogene di difficoltà sessuali attengono a vari aspetti della psiche o della cultura in cui la donna vive.

  • L’ansia da prestazione non è limitata al mondo maschile! Con ansia da prestazione intendiamo quell’ansia “anticipatoria” che porta la donna a riconcorrere la risposta orgasmica come fosse una dimostrazione d’amore per il proprio partner, impedendone però il naturale fluire dell’eccitazione. L’ansia di dimostrare, di riuscire, di fare “bella figura” finisce per portare la donna ad una totale attenzione al risultato, però sempre più lontana dalla dimensione del piacere e quindi dall’orgasmo.
  • Lo spectatoring consiste nell’abitudine, durante la sessualità, a guardarsi dall’esterno, ad auto-osservarsi: questo atteggiamento finisce per portare la persona a giudicare e criticare ciò che sta facendo, compromettendo la serenità necessaria per arrivare all’orgasmo.
  • Le donne che non hanno ricevuto un’educazione affettiva e sessuale, o che addirittura hanno ricevuto un’educazione sessuofobica, nell’età adulta potrebbero avere idee distorte o falsi miti rispetto alla sessualità; queste interpretazioni erronee saranno causa (ma anche conseguenza) di esperienze negative, in un circolo vizioso che farà sentire la donna sempre più inadeguata.
  • Se una donna ha un rapporto ambivalente con il proprio corpo, la propria fisicità, o una mancanza di sicurezza e autostima, probabilmente nel rapporto sessuale si sentirà goffa e impacciata, insicura e inesperta. Se non si è a proprio agio con la propria corporeità, con le sensazioni che il proprio corpo può offrire a noi stessi e al nostro partner, non riusciremo a vivere la sessualità con la giusta serenità e appagamento che possono poi portare all’orgasmo.
  • Le false credenze sulla stimolazione clitoridea e sulla differenza tra orgasmo vaginale e orgasmo clitorideo sono ancora molto diffuse tra le donne. Molte donne ritengono la stimolazione clitoridea -e le sensazioni che ne seguono- come fossero di serie B, o provano al riguardo imbarazzo e vergogna, soprattutto quando si tratta di chiedere al proprio partner di stimolarle durante i rapporti sessuali. Il clitoride, invece, ha un ruolo fondamentale per il raggiungimento dell’orgasmo, anzi il ruolo chiave, e la rinuncia ad una sua partecipazione alla sessualità della donna porterà molto probabilmente ad un quadro di difficoltà orgasmica.

In conclusione, spesso l’anorgasmia è legata ad una difficoltà nel lasciarsi andare liberamente alle proprie sensazioni, nel godersi appieno il piacere legato alla sessualità, alla relazione con l’altro ma anche con se stessi.

Se una donna è eccessivamente focalizzata sul raggiungimento del risultato e dell’obiettivo, rischia di perdere il giusto coinvolgimento e la serenità necessaria per raggiungere un orgasmo. Nella sessualità non possono esistere risultati da raggiungere o standard da mantenere, perché porla sul piano del dovere ci allontana automaticamente dal piano del piacere. Se si sposta troppo l’attenzione dal percorso alla meta, quest’ultima diventerà sempre più irraggiungibile.

Goditi il viaggio, non la meta.

Dott. Francesco Artegiani

Riceve su appuntamento a Perugia
(+39) 347 6449741
francescoartegiani@gmail.com

Per Approfondire:

Consolo, I. (2017). Il piacere femminile. Scoprire, sperimentare e vivere la sessualità. Giunti Editore.

Dèttore, D. (2001). Psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale. New York: McGraw-Hill Education.

Jannini, E. A., Lenzi, A. & Maggi M. (2017). Sessuologia medica. Trattato di psicosessuologia, medicina delle sessualità e salute della coppia. Edizioni EDRA.

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