L’identità sessuale
L’incontro tra emozioni, erotismo e cultura
La sessualità è l’ambito più complesso del genere umano e coinvolge dimensioni profondamente connesse con il nostro sé. Da una parte ci sono tutti gli aspetti relativi alla finalità riproduttiva ma la sessualità investe aspetti legati alla psicologia, all’erotismo, alla percezione di noi stessi e alla cultura. Il nostro vivere la sessualità quindi ci mette nella condizione di connetterci all’aspetto più insito del nostro essere che coinvolge emozioni, percezioni, sensazioni e sentimenti.
É proprio da qui che nasce il significato più profondo che noi stessi diamo al vivere la sessualità.
Ma cos’è la sessualità?
Esiste una definizione?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha provato ad inquadrarla e fino adesso rimane la definizione ufficiale del termine sessualità: “La sessualità è un aspetto centrale dell’essere umano lungo tutto l’arco della vita e comprende il sesso, le identità e i ruoli di genere, l’orientamento sessuale, l’erotismo, il piacere, l’intimità e la riproduzione. La sessualità viene sperimentata ed espressa in pensieri, fantasie, desideri, convinzioni, atteggiamenti, valori, comportamenti, pratiche, ruoli e relazioni. Sebbene la sessualità possa includere tutte queste dimensioni, non tutte sono sempre esperite o espresse. La sessualità è influenzata dall’interazione di fattori biologici, psicologici, sociali, economici, politici, etici, giuridici, storici, religiosi e spirituali”.
Da questo inquadramento che ci fornisce l’OMS comprendiamo quanto sia complessa la sessualità umana e di quante dimensioni comprenda: emotiva, corporea, psicologica, culturale, biologica.
Tutto ciò viene filtrato attraverso le lenti con cui ognuno di noi legge il mondo: da qui nasce la nostra “identità sessuale”.
L’identità sessuale è un costrutto multidimensionale che è di carattere soggettivo e rappresenta l’esito di un processo che è influenzato da fattori biologici, psicologici, educativi e socio-culturali che sono in interazione tra loro.
Le attuali teorie della sessuologia, in ottica bio-psico-sociale, considerano l‘identità sessuale formata da quattro componenti:
- Il sesso biologico ovvero l’appartenenza biologica al sesso maschile o femminile derivante dai cromosomi sessuali (XX; XY);
- L’identità di genere ovvero l’identificazione primaria come maschio o femmina, la percezione della propria mascolinità o femminilità; in altre parole “il senso di se stessi” (per un approfondimento, si rimanda all’articolo “Il gender – Questo frainteso”);
- I ruoli di genere ovvero l’insieme dei ruoli, delle aspettative, degli atteggiamenti e dei comportamenti che caratterizzano l’uomo e la donna in un dato periodo storico e in una data cultura;
- L’orientamento sessuale ovvero l’attrazione sessuale verso persone del sesso opposto (eterosessualità), dello stesso sesso (omosessualità) o di entrambi i sessi (bisessualità) e la capacità di costruire una relazione affettiva.
Approfondendo queste componenti, l’identità di genere è la convinzione individuale di base di essere un maschio o una femmina, si riferisce alla percezione e alla consapevolezza che la persona ha di sé. L’identità di genere si definisce nel periodo dell’infanzia (dalla nascita ai tre anni) ed è una delle componenti principali del processo di costruzione dell’identità della persona.
Essa, quindi fa riferimento all’insieme del vissuto di appartenenza al genere maschile o femminile o in modo ambivalente ad entrambi; quindi si esprime con comportamenti atteggiamenti o vissuti di identificazione che possono essere coerenti o meno al sesso biologico.
Potremmo descriverla come l’opinione che ognuno ha di se stesso in quanto appartenente ad un sesso o all’altro indipendentemente dall’orientamento sessuale e dal ruolo di genere che comunica agli altri in maniera consapevole o no.
Il termine “transessuale” viene utilizzato per quelle persone, uomini o donne che hanno iniziato o concluso un percorso di riattribuzione chirurgica del sesso in modo che l’aspetto corporeo sia coerente con l’identità di genere. Tale percorso è subordinato alla verifica delle condizioni psicologiche e fisiche della persona che devono risultare adeguate.
Il termine “transgender”, invece, è un termine “ombrello” che viene utilizzato su tutte quelle persone che non si riconoscono all’interno dei due generi (maschile e femminile) che vengono considerati come due estremi di un’identità in movimento tra i due poli di maschio e femmina.
I ruoli di genere, invece, sono un insieme di caratteristiche culturalmente definite che caratterizzano in un determinato periodo storico gli uomini e le donne. Sulla base delle norme culturali, ci si aspetta che una persona si comporti coerentemente al sesso biologico di appartenenza e cioè che i maschi agiscano con modalità percepite come mascoline e le femmine con modalità percepite come femminili.
Le modalità che definiscono ciò che è appropriato per un maschio e per una femmina è un insieme di atteggiamenti, comportamenti che possono riguardare alcune dimensioni come per esempio aspetti della personalità e dell’apparenza fisica.
Ogni cultura, ogni società ed ogni periodo storico che viviamo definisce i criteri di appropriatezza relativi ad un genere o all’altro “tipizzando” atteggiamenti e comportamenti; per questo motivo, per esempio, un uomo insicuro o appassionato di moda verrà percepito, probabilmente, come meno virile di altri, così come una donna che utilizza un linguaggio scurrile o ha una scarsa attenzione all’igiene personale verrà percepita probabilmente come meno femminile.
Quindi con il concetto di “ruolo di genere” si intende tutto ciò che una persona dice o fa per mostrare lo status di uomo o donna.
Il ruolo di genere include quindi anche la sessualità, intesa come senso dell’erotismo, le fantasie sessuali ma non si limita solo ad essi: coinvolge anche le preferenze negli interessi, gli argomenti di discussione, il contenuto dei sogni, i comportamenti manifesti, gli atteggiamenti e le credenze.
La formazione del ruolo di genere avviene, tendenzialmente, tra i 18 mesi e i 3 anni e la mascolinità e la femminilità vengono concettualizzate lungo un continuum in cui una persona esprime la propria mascolinità a discapito della femminilità e viceversa.
In conclusione possiamo affermare che il ruolo di genere rappresenta ciò che una persona dice o fa per indicare a sé e agli altri il suo grado di mascolinità o femminilità, ed è quindi l’espressione esteriore dell’identità di genere, che riflette gli stereotipi dominanti in una determinata cultura, società e periodo storico.
Gli atteggiamenti e i comportamenti che deviano dagli stereotipi di genere vengono considerati inappropriati; secondo diverse ricerche la società e la nostra cultura di riferimento tollera di più una deviazione dal ruolo di genere femminile piuttosto che maschile. In conclusione il ruolo di genere è niente meno che la percezione che i propri atteggiamenti e comportamenti siano coerenti alle definizioni culturali e sociali di mascolinità e femminilità.
L’orientamento sessuale è l’attrazione affettiva e sessuale verso una persona e comprende sia una parte affettiva (caratterizzata da sensazioni e preferenze) sia da una parte sessuale (l’insieme degli atti e delle pratiche sessuali).
Si parla, pertanto, di orientamento eterosessuale quando siamo attratti da una persona del sesso opposto, orientamento omosessuale quando l’attrazione è verso una persona dello stesso sesso ed orientamento bisessuale quando si è attratti da persone di entrambi i sessi.
Anche l’orientamento sessuale, come l’identità di genere, non è dicotomico ma viene definito come un continuum in cui agli estremi abbiamo l’orientamento eterosessuale esclusivo e un orientamento omosessuale esclusivo passando per degli stadi intermedi che prevedono un orientamento prevalente in direzione di un polo o dell’altro.
In conclusione possiamo affermare che l’identità sessuale è quel processo in cui sesso biologico, riferimenti sociali e culturali e valori personali rivolti alla sessualità influenzano le percezioni di sé il vissuto delle nostre emozioni e il senso di noi stessi che ci caratterizzerà nel vivere la nostra sessaulità,
Dott. Francesco Artegiani
Per approfondire
Kaplan, H. S. (2013) Manuale illustrato di terapia sessuale. Casa editrice Feltrinelli.
Dettore, D. (2003) Psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale. Casa Editrice McGraw – Hill