Tag: psicoterapia

Il pos e la psicoterapia. invasione del campo analitico?

“Dottoressa oggi lo ha portato il pos?” La mia risposta, laconica, è stata “No.” 

Con la nuova legge finanziaria le prestazioni sanitarie devono essere pagate in modo tracciabile. Per tale ragione nello spazio della terapia è entrato questo oggetto, il cui acronimo rappresenta le parole anglosassoni Point Of Sale, punto di vendita, che rischia di tramutare il campo analitico in un non-luogo di consumo. Vale la pena recuperare la definizione di “non luogo” di Marc Augé, dal suo libro “Non-lieux. Introduction à une anthropologie de la surmodernité” del 1992, per designare le strutture necessarie alla circolazione delle persone e degli oggetti, come centri commerciali, aeroporti, e mezzi di trasporto. Si tratta di zone in cui gli individui si incrociano senza entrare in relazione gli uni con gli altri, per consumare o andare altrove. Luogi senza tempo, né storia o cultura relazionale, in cui si è destinati ad essere soltanto clienti. Elementi di passaggio senza identità.

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La Giusta Distanza
Né troppo vicini, né troppo lontani

 

Copyright immagine: Liz Climo 

“Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono il dolore delle spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali: il freddo e il dolore. Tutto questo durò finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione”. -Arthur Schopenhauer-

Come riusciamo a sopravvivere nelle relazioni?

Domanda esistenziale.

Domanda esistenziale per ognuno di noi.

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L’incontro impossibile. Annotazioni di psicoterapia con pazienti “difficili”

Adamo ed Eva trovano il corpo di Abele, 1826 –  William Blake. Tate Britain, London
http://freechristimages.org

Da diversi anni seguo alcuni pazienti che Malcom Pines (1975) avrebbe definito “difficili”. Cosa si intende per paziente difficile?

Per descriverlo citerò le parole di uno di essi, un giovane di 27 anni affetto da disturbo borderline di personalità. Dopo alcuni anni di terapia questo paziente mi riportò il proprio disagio e la propria rabbia a seguito della proposta che gli avevo fatto di considerare una terapia farmacologica. Sentiva che volevo “sbarazzarmi” di lui, e per farlo ricorrevo al farmaco. Lui non poteva accettare di dipendere dal farmaco e sentiva che io lo stavo rifiutando perché troppo “grave”.

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La Psicoterapia Online
Pratica Clinica tra Reale e Virtuale

Esercitare la professione di psicologo e di psicoterapeuta in un’era digitalizzata, pone obbligatoriamente di fronte a grandi interrogati sulla funzione di internet e dei nuovi strumenti tecnologici nei percorsi di cura.

Sappiamo come internet sia un ottimo veicolo per comunicare: ci permette di sentirci vicini anche a distanza, presenti nelle relazioni anche in assenza di presenza fisica. È uno strumento che non possiamo fare a meno di impiegare quotidianamente nelle nostre relazioni significative. È dunque necessario interrogarsi sui significati che assume il suo utilizzo nella pratica clinica e che effetti determina nella relazione terapeutica.

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La Malattia Oncologica
Il Caos nell’Anima

Con il termine cancro si definisce un insieme di malattie con eziopatogenesi multifattoriale, caratteristiche cliniche e prognosi diverse, che hanno in comune un’alterazione del normale processo di riproduzione cellulare. Ci si ammala quando una “mutazione maligna” altera il regolare meccanismo di morte cellulare programmata (apoptosi) per cui i gruppi di queste “cellule impazzite” iniziano a moltiplicarsi in maniera incontrollata.

La malattia oncologica viene vissuta, inconsciamente, nella nostra cultura, come una “condanna a morte” poiché nel nostro immaginario collettivo la parola “cancro” è associata automaticamente all’idea di morte (cancro=morte è una classica equazione simbolica).

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Quando l’Altro Sparisce
Psicologia del Ghosting

Il Ghosting è una strategia indiretta, immatura e aggressiva per porre fine ad una relazione.

Vuol dire letteralmente “rendersi un fantasma per l’altro”, sparire, dissolversi, diventare nebbia improvvisamente…

Maggiormente frequente nei rapporti di coppia, il Ghosting è  un fenomeno che coinvolge relazioni di qualsivoglia natura (amorose, amicali, terapeutiche,  di lavoro…); una pratica indiretta, immatura e aggressiva in quanto implica una scelta unilaterale e il rifiuto di comunicare con l’altro.

Sparire è  una strategia da sempre utilizzata per chiudere le relazioni, soprattutto d’amore. Negli ultimi anni se ne registra un notevole incremento tanto che, ad oggi, si stima che circa un 80% delle relazioni vengano interrotte con un’azione di Ghosting.

Più o meno tutti noi , dunque, ne siamo stati vittime o carnefici.

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La coppia perfetta. il punto di vista della psicologia

people-2583943_1920 courtesy of LITRO.co.uk

Conoscere le probabilità di riuscita di un rapporto di coppia, fin dall’inizio di una nuova relazione, è un desiderio che accomuna molte persone. In tanti vorrebbero essere a conoscenza delle probabilità che la propria storia ha di proseguire nel tempo, oppure di interrompersi per diverse ragioni, tra cui un’incompatibilità di carattere o per aspettative divergenti.

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Il Gioco D’Azzardo
L’illusione di Controllare il Destino

Giocare.

Un verbo semplice che ha il potere di riportarci alla mente ricordi d’infanzia. Quei giochi bramati, attesi, pretesi come momenti di svago, come opportunità di crescita.

Nel gioco ogni bambino ha l’occasione di trasportarsi in un mondo alternativo e divertente fatto di  regole e di fantasia. Attraverso le regole ha l’opportunità di sperimentare i propri limiti e riconoscersi e, attraverso la fantasia, di cedere ai desideri onnipotenti e infantili di sovraumanità, potendo controllare la realtà alternativa nell’illusione di controllare il reale  (per maggiori approfondimenti si rimanda all’articolo Il ruolo del gioco nello sviluppo- da 0 a 99 anni”). “Esiste TUTTO nella fantasia”, ripeteva mia madre quando ero piccola.

Il gioco è un bisogno primordiale che non appartiene solo ai bambini: è un’occasione desiderata e ricercata nell’intero arco di vita perché crea una rottura all’abitudine, sollecita pensieri nuovi, gratifica e sa di libertà. Dona l’opportunità – anche agli adulti – di rientrare in contatto con quei pensieri onnipotenti infantili che nella realtà-reale rimangono (nei più) sopiti, scontrandosi con troppi fattori incontrollabili.

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