Autore: Valeria Colasanti

“Lights out” Abbiamo tutti paura del buio

Martin ha otto anni, vive con sua madre ed ha appena perso suo padre, deceduto prematuramente in circostanze misteriose. Anche la mamma è davvero strana in questo periodo. Passa ore da sola, al buio, parlando con qualcosa che Martin non vede, ma che lo spaventa al punto da non lasciarlo dormire. La sua sorellastra Rebecca sa bene di cosa si tratta, perché lei ha visto quella cosa che si nasconde nell’ombra, e che ha bisogno del buio per spostarsi e uccidere. Quella presenza è reale, anche se Rebecca negli anni si è sforzata di credere che si trattasse soltanto di un incubo infantile. Ma è stata proprio quella presenza ad uccidere il padre di Martin. Rebecca è l’unica che può aiutarlo ed è l’unica disposta a credergli.

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It Follows
Quando il male cammina con te

Jay è un’adolescente che si affaccia alla vita, non è più una bambina, non è ancora un’adulta. È come un germoglio delicato, su cui il sole non si è ancora posato del tutto. Muove i suoi primi passi nel mondo, sperimentando nuove relazioni, e ovviamente, il primo innamoramento. E il sesso, per la prima volta. Hug sembra gentile, anche se ha qualcosa di strano, come quando le chiede di andare via dal cinema perché una donna lo sta fissando, una donna che Jay non riesce a vedere. Probabilmente Jay aveva immaginato la sua prima volta in molti modi, forse sul sedile posteriore dell’auto di Hug, ma, verosimilmente, non aveva pensato di essere sedata con del cloroformio e di essere legata con del nastro adesivo ad una sedia da ufficio.

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La pazza gioia
Amicizia e sanità mentale

“Ogni uomo aspira a strappare al fluire del tempo le componenti più preziose della propria effimera esistenza, a estrinsecarle e a renderle in qualche modo eterne… Nell’amicizia si realizza questo desiderio fondamentale “ (S. Kracauer).

Beatrice e Donatella non potrebbero essere più diverse. La prima millanta amicizie potenti, veste come se fosse appena tornata da un cocktail party al Rotary Club e rappresenta perfettamente quello che nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali è definito disturbo istrionico di personalità. Donatella invece è cupa, il suo corpo muscoloso e sottopeso è pieno di tatuaggi, che raccontano fin troppo del suo turbolento passato, più di quanto lei vorrebbe dire di se stessa. Per creare il suo personaggio, il regista Paolo Virzì (Ovosodo; La prima cosa bella), si è ispirato alle opere di Egon Schiele, regalando agli spettatori un ritratto femminile profondo e intenso. Queste due donne così diverse sono unite dal vivere all’interno di una comunità psichiatrica, dalla quale fuggiranno per assaporare la libertà del “manicomio a cielo aperto” del mondo dei sani. Il film “La pazza gioia” è stato presentato il 14 maggio nella sezione Quinzaine des Réalisateurs del festival di Cannes e arriverà nelle nostre sale il 17 maggio. Il film racconta il disagio mentale – aggiunge Virzì – una cosa che riguarda tutti ma che spesso si vuole tenere distante da noi per paura. Io credo che non si debba temere la pazzia, ma si debba aver paura di chi ha paura della pazzia”. Virzì racconta con poetica maestria un’amicizia profonda e fuori dalle convenzioni sociali del mondo dei cosiddetti sani di mente.

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Il caso Spotlight
Il riconoscimento dell’abuso

Thomas McCarthy decide di portare sul grande schermo un film inchiesta duro, accademico e rigoroso, sul tema pedofilia nella chiesa, ripercorrendo i fatti che tra il 2001 e il 2002 hanno travolto la diocesi di Boston, ottenendo il premio per il miglior film agli Oscar dello scorso febbraio. Il film introduce un tema scottante; la negazione dell’abuso. Una negazione che viene agita molto spesso e a più livelli. Dai familiari delle vittime, fino all’intero contesto sociale in cui l’evento va a inserirsi. Chi paga il prezzo di questa negazione sono ovviamente le vittime.

Estate 2001, i giornalisti investigativi riuniti nel team denominato “Spotlight” di Miami conoscono il loro nuovo direttore, Marty Baron, e le loro vite sono destinate a cambiare. Perché Marty vuole che il giornale torni ad occuparsi di tematiche scomode, ad esempio di pedofilia. Il primo caso di cui si interessano infatti è relativo all’accusa rivolta ad un sacerdote locale, sospettato di aver abusato di numerosi bambini e giovani della sua diocesi, nel corso di trent’anni, lasciato agire indisturbato dalla Curia. Il nuovo direttore è convinto che il cardinale di Boston ne fosse al corrente, ma che abbia fatto tutto ciò che poteva per insabbiare lo scandalo che rischiava di minare la sua chiesa dall’interno. 

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“Forever Young”. La fobia della senescenza nel mondo dei social network

«Tentiamo tutti, fino alla fine, di fare i giovani. Non ci sono più le zie e nemmeno nonni, anzi i nonni si sono proprio estinti, perché oggi vanno a rimorchiare. Mia nonna mi faceva le marmellate fatte in casa e aveva l’età che ha oggi la Ferilli, che nel mio film rimorchia eccome» Con queste parole Fausto Brizzi commenta il suo film, in cui Franco, Angela, Diego e Giorgio, il più anziano dei quali ha ben ottant’anni, tentano in tutti i modi di negare il trascorrere degli anni, ricorrendo a colpi bassi di ogni genere, in particolare intrattenere relazioni sentimentali con compagni di trent’anni più giovani. Con gli stilemi tipici della commedia italiana il regista dipinge in modo caustico quelli che egli definisce i “Nuovi mostri”.

La giovinezza ha assunto un valore assoluto in una società in cui l’immagine non è più simbolo, ma è diventata sostanza. Un epoca storica unica, nel bene e nel male, in cui apparire equivale all’essere, in un contesto culturale mediatico in cui il tempo dedicato alla conoscenza dell’altro da sé è inferiore ai trenta secondi. Social media e televisione ci offrono un mondo immaginario in cui nessuno invecchia, e anche se invecchia conserva status sociali e comportamenti propri dei più giovani.

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“Room”
Il trauma e la resilienza

Room – 2015 Telefilm Canada Film4, Irish Film Board, Ontario Media Development Corporation, Element Pictures/No Trace Camping, Duperele Films
Image courtesy of Universal Pictures

Jack è un bambino, un bambino che vive da solo con Ma’, in una casa in cui esistono la lampada, il lavandino e il lucernaio, i suoi amici. La casa di Jack in realtà è la sua prigione, dove è nato, a seguito delle violenze sessuali subite da sua madre, una ragazza di diciassette anni rapita da uno psicopatico. Quelle quattro anguste mura sono tutto il suo mondo. Quello reale di mondo è visibile soltanto dalle feritoie di una piccola finestra. La madre di Jack gli ha insegnato ad amare quella casa, a vederla come un luogo accogliente, in cui poter vivere le gioie del loro rapporto, unica condizione è quella di nascondersi dentro l’armadio quando Old Nick si infila nel letto di Ma’ ogni notte.

Eppure Ma’ racconta a Jack anche del mondo di fuori, quel mondo a cui sono stati sottratti entrambi dalla follia di un mostro e al quale riusciranno a fare ritorno, ad ogni costo, grazie all’infinito coraggio di un bambino che non ha mai visto la luce del sole.

resilienza, staking, violenza, violenza sulle donne

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“Star Wars: Il risveglio della Forza”
Il cinema e l’eredità del mito, tra eroi, spade laser e archetipi junghiani

Star Wars the force awakens – 2015 Lucasfilm, Bad Robot Productions Distribuzione Walt Disney Studios
Image courtesy of Walt Disney Distribution

“Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…” è questo l’incipit di ogni episodio della saga di Star Wars, il cui settimo capitolo “Il risveglio della Forza”, è uscito nelle sale italiane lo scorso dicembre. Sono passati trent’anni dalla battaglia di Endor e dalla distruzione della seconda Morte Nera, e l’eroe della saga, Luke Skywalker, è scomparso.

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“Quel fantastico peggior anno della mia vita”

L’adolescenza: un duello epico tra la vita e la morte psichica

Me & Earl & the Dying Girl – 2015 Indian Paintbrush, distribuzione 20th Century Fox
Image courtesy of 20th Century Fox

Greg ha un sogno. Passare inosservato e indenne attraverso gli anni del liceo. Al college non vuole andare, perché lì dovrebbe difendersi dalle prese in giro dei compagni di corso per ventiquattr’ore al giorno e non reggerebbe lo stress. Galleggia sulla superficie delle cose, senza stringere veri rapporti con nessuno. Anche il suo migliore amico, Earl, Greg lo definisce un collega, perché condivide con lui la passione per il cinema d’essai, a cui fanno il verso nelle loro parodie cinematografiche. Ma poi Greg frequenta Rachel. È sua madre a costringerlo a farlo, perché Rachel ha il cancro, una forma acuta di leucemia. È per questo che il ragazzo inizia ad andare a casa sua ogni pomeriggio. E continuerà a farlo per un anno intero. Un anno in cui Greg sarà costretto ad entrare in rapporto con Rachel, e con se stesso. Il confronto tra la sua vita, ancora da cominciare, e quella della ragazza, che potrebbe dover finire, lo costringono a prendere una decisione, una direzione e ad esistere una volta per tutte.

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The visit. “You have to laugh to keep the deep darkies in the cave.”

the visit – 2015 Blinding Edge Pictures, Blumhouse Productions, distribuzione Universal Pictures
Image courtesy of Universal Pictures

Becca e Tyler sono fratelli, lei è un’adolescente, lui ha appena otto anni. Lei ha la passione della regia, lui vuole fare il rapper. Lei non si guarda mai nello specchio, neanche quando si lava i denti; lui ha la fobia dei germi, da quando il padre li ha abbandonati per andare a vivere a Los Angeles. La madre si sta costruendo una nuova vita, con un nuovo compagno e dopo quindici anni sta tentando di riallacciare i rapporti con i proprio genitori, interrotti quando aveva deciso di sposare l’uomo che ora l’ha lasciata per una ragazza conosciuta in uno Starbucks e che loro non hanno mai accettato.  Per una settimana i due fratelli andranno a stare dai nonni che non hanno mai conosciuto, a Masonville, una sperduta comunità agricola in Pennsylvania. Sarà una settimana di puro divertimento, l’unica regola è non uscire dalla propria stanza dopo le nove e trenta. Per Becca è l’occasione perfetta per girare un documentario sulla sua famiglia d’origine, peccato non sappia di star girando un film horror.

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