Autore: Gabriella Papadia

Genitori Tossicodipendenti. Amore tossico

Sempre di più oggi viene utilizzato il termine Addiction per indicare la dipendenza da droghe/sostanze psicotrope, caratterizzata da compulsione a ricercare la sostanza, perdita di controllo nell’assunzione della stessa e presenza di uno stato umorale prevalentemente negativo quando la sostanza non è disponibile. A livello neurobiologico comporta l’iperattivazione della asse ipotalamo-ipofisi-surrene e il conseguente rilascio di cortisolo nel sangue. In termini evolutivo-clinici, questo meccanismo può essere altrimenti spiegato come un retaggio di esperienze traumatiche vissute in infanzia e non mentalizzate. Le analisi del 2012 in Italia sul consumo di sostanze stupefacenti condotte su un campione rappresentativo di circa 19.000 italiani riportano il numero totale dei consumatori (intendendo con questo termine sia quelli occasionali che con dipendenza da sostanze con uso quotidiano) pari a 2.327.335 (Dipartimento Politiche Antidroga, 2012). Dati provenienti da alcuni studi forniscono un quadro dettagliato in merito all’entità del problema: negli Stati Uniti le donne che fanno uso di cocaina e altri oppiacei in gravidanza sono circa il 3% del totale, dati simili si sono registrati in Australia, mentre è stato calcolato che tra l’11 e il 16% delle donne in gravidanza in carico ad ambulatori neonatali di Londra fanno uso di droghe.

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Genitorialità pretermine. Nato all’improvvisio: i vissuti traumatici delle mamme e dei papà pretermine

Una particolare attenzione nei confronti dei bambini nati prematuri infatti rientra nei doveri

di una società attenta a tutti, e in particolar modo ai più deboli.

E al contrario il convincimento di alcuni che la loro vita non debba essere soccorsa per il timore di una eventuale disabilità futura può portare verso nuove e pericolose disuguaglianze,

verso un mondo diviso fra chi è “fit” e “unfit”, adatto o inadatto ad esistere.

Nell’affrontare questo delicato tema non dobbiamo però dimenticare i genitori. A loro, in un momento di  difficoltà e ansia estreme come quello di cui parliamo, deve essere garantito tutto l’aiuto e il supporto possibile ,perché possano sentirsi sostenuti nell’accoglienza e nell’amore verso il loro bambino”.

(Manifesto dei Diritti del Bambino Nato Prematuro, Ministero della Salute)

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Allattamento e attaccamento
Viaggio nel mondo delle mamme moderne

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dichiara: “Lo stato di salute e di nutrizione della mamma e del bambino sono intimamente legati, poiché essi formano una sola unità sociale e biologica. La promozione dell’allattamento al seno, riconosce nella corretta informazione in alcuni momenti prenatali e neonatali un’importanza fondamentale nell’offrire alla madre ed al neonato condizioni più favorevoli al successo-soddisfacimento dell’allattamento naturale. Pediatri e nutrizionisti sono d’accordo nel definire che il latte materno rappresenti il miglior alimento per i neonati, in quanto è in grado di fornire tutti i nutrienti di cui hanno bisogno nella prima fase della loro vita, come per esempio certi acidi grassi polinsaturi, proteine, ferro assimilabile. Inoltre, contiene sostanze bioattive e immunologiche che non si trovano nei sostituti artificiali e che invece sono fondamentali sia per proteggere il bambino da eventuali infezioni batteriche e virali, sia per favorire lo sviluppo intestinale”. La fase dell’allattamento costituisce una delle fasi più importanti del trend di sviluppo del bambino ed è cruciale per la costruzione delle relazioni diadiche madre-bambino; durante l’allattamento, infatti, essi sono fusi in un’unione simbiotica all’interno di un stato di scambio di contenuti psichici (all’interno di un campo intersoggettivo). Il bambino, letteralmente, si attacca al seno materno tramite il riflesso della suzione (un riflesso neonatale, uno di quelli indicati come normalmente presenti sin dalla nascita) e grazie a questo contatto profondo e a un susseguirsi di innumerevoli scambi di sguardi con la madre scopre se stesso e l’Altro, che ne garantisce la sopravvivenza. ( per un maggior approfondimento si rimanda agli articoli “Nella mente del bambino – L’uso dell’oggetto: alla scoperta del mondo”). Secondo Freud, questa fase va dalla nascita ai primi 18 mesi di vita (fase orale) in cui la pulsione auto-conservativa (fame, sete, succhiare) si concentra nella bocca che diventa il mezzo tramite il quale il bambino conosce il mondo esterno – il mondo fuori da Sé.

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