Autore: Dario Maggipinto

L’insonnia. Un occhio ardente che ossessivamente osserva

Il sonno, in molte tradizioni, viene paragonato ad una “piccola morte”, dove l’anima, o lo spirito, si separa dal corpo e visita scenari ultraterreni, onirici. Questa idea del sonno, concepita inconsciamente tuttora, ci permette di comprendere, a livello fantasmatico, cosa rappresenti dormire: rinnovamento, morire per rinascere ogni notte, esattamente come il sole, ossia la nostra coscienza.

Il sonno ha la funzione di rigenerare il corpo e la mente, anche attraverso l’utilizzo del sogno che svolge il ruolo di risolutore di problemi, siano essi concreti, emotivi o traumatici.

Tutto questo è possibile soltanto grazie alla messa da parte dell’Io e della coscienza, che cede la propria vigilanza all’inconscio: è un’affidarsi al proprio ignoto, una sana curiosità di osservarsi e di tollerare i propri demoni interni e conversare con i mostri sotto il letto.

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Il complesso di Edipo secondo Laio. Il padre mutilante

Narra il mito greco di un Titano, Crono, che evirò e spodestò il padre Urano, sotto richiesta della madre Gea, divenendo a sua volta il Re dell’Olimpo. Nonostante avesse avuto come padre un modello fallimentare che rinchiudeva tutti i suoi figli nel profondo Tartaro, Crono preservava le stesse angosce del padre, ingoiando, di conseguenza, tutti i figli fatti con Rea, per il timore che qualcuno di questi potesse spodestarlo al trono.

Questo mito, come molti di altre religioni pagane e monoteiste, mette chiaramente in scena una dinamica inconscia vissuta nella relazione padre-figlio, ossia l’altra medaglia dell’Edipo (Per approfondimenti si rimanda all’articolo “Il complesso di Edipo – All’alba della legge del padre”): Il complesso di Laio (padre di Edipo).

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Sogni Tipici. L’umanità che sogna

La funzione del sogno, nell’arco della storia, ha subito un notevole cambiamento. Nell’antichità, infatti, all’interno delle culture tribali, il sogno, fatto e raccontato dallo sciamano, rappresentava il campo emotivo comune dell’intera tribù: condividere tali sogni con l’intera comunità permetteva la conoscenza stessa di tale campo, allo scopo di rafforzare i legami tra i membri, garantendo la sopravvivenza del singolo e del gruppo, poiché la sintonia era l’elemento fondamentale per poter cacciare e lottare in “sicurezza”.

Con l’emergere di civiltà più evolute, come l’antica Grecia e l’Impero Romano,  il sogno perderà la sua funzione sociale diventando la rappresentazione di un’oscurità psichica personale o di un presagio divinatorio.

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Transessualismo. Rinascere me stesso

Quando si parla di sessualità, identità di genere e orientamenti sessuali è molto comune imbattersi in discorsi confusionari, dati dalla scarsa conoscenza dell’argomento o della tendenza insita nell’uomo nel classificare e cercare di incasellare ogni cosa, anche i vissuti umani, in schemi prestabiliti. Se per una persona estranea ai fatti, tutti questi vissuti possono sembrare troppo caotici, immaginiamoci allora cosa potrà provare un bambino di 5 anni che scopre di avere degli attributi sessuali discordanti dalle proprie sensazioni. Nonostante le varie pressioni sociali che un bambino possa subire fin da piccolo, per cui l’azzurro e le macchinine sono per i bambini e il rosa e le bambole per le bambine, un infante scopre spontaneamente intorno ai 3 anni la differenza dei sessi, e di appartenere ad uno dei due. Talvolta può però capitare che il bambino non si riconosca con l’identità che il suo corpo ha deciso per lui, provocando un disagio psichico notevole nel bambino che aumenterà sempre di più con la maturazione sessuale e  l’adolescenza. 

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Psicopatologia della società moderna. Figli del materialismo

Concretismo, materialismo e razionalizzazione.

Le tre parole che caratterizzano la nostra società occidentale, che non è altro che l’evoluzione incontrollata del pensiero illuminista del passato.

Viviamo in nome della scienza, dunque di causa ed effetto, del visibile. Tutto ciò che non è visibile all’occhio umano non è più contemplato come reale, vero: Scientifico.

È il più profondo terrore della maggior parte degli psicologi, sentirsi dire che la loro tecnica non è supportata da basi scientifiche. Ed ecco dunque che quest’ultimi divengono il fanalino di coda di psichiatri e neurologi, tentando invano di essere riconosciuti come medici e non cartomanti: “Vedete, la depressione esiste, c’è uno scompenso della melatonina!”.

Se da un lato cercare risposte scientifiche ad un metodo psicologico o psicoterapeutico può fornire ai lavoratori della psiche uno strumento in più per tutelarsi dai miscredenti, dall’altro l’utilizzo di internet e di notizie scritte a metà, estrapolando unicamente i contenuti più convenienti, porta la società a convincersi che se la depressione è uno scompenso della melatonina, dunque conviene curarla unicamente con farmaci. 

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L’isteria. Psicopatologia dei sessi

André Brouillet – Charcot discute di una caso isterico

Intorno alla fine degli anni ’60 era molto comune, in Italia, veder protestare cortei di donne, che rivendicano con orgoglio l’esigenza di avere gli stessi diritti degli uomini. Il percorso di protesta femminista fu molto lungo e, ancora tutt’oggi, resiste contro le ingiustizie e le discriminazioni di genere. Sull’altro fronte, la società patriarcale tentò, con ogni mezzo, di bloccare tale protesta, cercando anche l’appoggio della psichiatria, nel vano tentativo di esiliare tali donne, relegandole ai margini della società e bollarle come matte, ovvero “isteriche”.

In realtà, la psichiatria poteva etichettare ben poco, poiché l’isteria, così com’era conosciuta, era il disturbo più improbabile e lontano dalla realtà, da poter diagnosticare a quelle donne.

L’isteria fa parte dei disturbi nevrotici, ossia di quelle patologie mentali che insorgono a causa di un conflitto tra più istanze psichiche. 

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La demenza di Alzheimer. Silenzi e fili di memoria perduti

J.M.W. Turner, Snow Storm: Hannibal and his Army Crossing the Alps, 1812.

“Guardami, mamma, mi riconosci?”, pregava Luca, osservando i vuoti occhi della madre, “ sono io..tuo figlio”. La donna si voltò dall’altro lato, osservando la luce entrare dall’unica finestra del reparto.

Luca ricordava tutto, ricordava anche per lei:

“Driin…driiin” – “Pronto?! Si mamma, dimmi! Come?! Ti sei persa? Ma dove sei? Non lo sai?!… ma…Mamma…sei sotto cosa..ti vedo gironzolare qui sotto…”.

Alzheimer

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Il rito del Bungee Jumping. Il rischio di morte come rinascita

“La giovane donna, stanca dei maltrattamenti del marito, fugge, correndo a perdifiato. Si arrampica sull’albero da frutta più alto e, legatasi furbamente una liana alle caviglie, sfida il marito a seguirla nel suo salto disperato. Tamelie, non potendo rifiutarsi alla sfida, salta nel tentativo di inseguirla, sfracellandosi sotto gli occhi della donna”.

Nell’isola di Pentecoste è possibile ritrovare varie versioni di questo mito che pone le basi al rituale di “naghol” o “tuffo sulla terra”, che consiste nel riparare all’umiliazione subita da Tamelie. Da allora, infatti, viene annualmente ricostruita la storia, coinvolgendo tutte le donne del villaggio. In poco tempo gli uomini, per cancellare la storica umiliazione e per dimostrare il proprio coraggio alle donne, trasformarono questa pratica in un rituale di iniziazione per rappresentare il passaggio dalla giovinezza all’età adulta.

Bungee Jumping

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Il migrante. Nei suoi panni bagnati

Piccolo principe – Kim Min Ji

Ogni giorno ascoltiamo notiziari. Alla radio, in TV, mentre facciamo la spesa…

Le notizie ci arrivano veloci, distanti. Le ascoltiamo e dopo un minuto siamo distratti dalla vita. Ma ascoltare una testimonianza è diverso. Le parole ti rimbombano nella testa, si impregnano addosso come vestiti bagnati. Hanno un peso diverso. Ascoltare di persona un racconto di vita vera ti fa capire che certe cose accadono davvero, ancora, purtroppo….

Mohamed è un ragazzo egiziano. Ha 17 anni e prima di arrivare in Italia viveva a Tanta, una paesino vicino Gharbia. Ormai è quasi un anno che Mohamed è lontano dalla sua terra, eppure la sua mente e i suoi occhi vagano costantemente verso oggetti, parole o profumi che possano ricordarla.

Il viaggio di Mohamed per sbarcare in Sicilia non è stato semplice e decide di raccontarmelo mentre aspettiamo in una sala di attesa di un ambulatorio, a causa di una dermatite sulle sue braccia che simboleggia, forse, ancora una volta la sua lotta fra confini e frontiere, come la sua pelle, quel limite tra il dentro e il fuori.

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La Depressione. La Crosta di una ferita interna

Campo di grano con volo di corvi – Vincent Van Gogh

“ Non puoi stare tutto il giorno a letto, devi fare qualcosa! “

“ Stai troppo tempo in casa, non esci mai. ”

“ Cerca di reagire, stare così non servirà a nulla.. ”

“ È tutto nella tua testa! ”

“ Non sei più quello di un tempo.. ”

Marco non ride più, non lavora più, non mangia più. Dorme troppo, piange troppo, si odia troppo. Trascorre le sue giornate a letto. Il momento più brutto della giornata è svegliarsi, con la consapevolezza di dover far passare un’altra giornata in quel modo, vigile, ma senza vita. Il momento più bello è la sera, dove può far riflettere il proprio buio interiore con quello della notte. Marco non ha più voglia di far nulla, non per capriccio, ma per il semplice motivo di non avere più la spinta nel fare qualcosa, nel non avere più entusiasmo per le proprie attività. Tutto il suo entusiasmo è stato invaso dalla tristezza e dalla consapevolezza di non valere nulla nella vita, o di percepire la realtà esterna come troppo minacciosa e ingiusta.

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